Nel pomeriggio di giovedì 5 dicembre, alle 18, sarà presentata online la nuova edizione critica (EDB Bologna) del libro di don Primo Mazzolari La carità ha vinto la guerra, l’ultimo testo del parroco di Bozzolo, scritto tra il 1956 e il 1957, che l’autore non vide mai pubblicato. L’iniziativa è a cura della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo in sinergia con l’Isacem (Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia) Paolo VI.
L’incontro, introdotto dal direttore Isacem Paolo Trionfini e alla presenza dell’autrice, vedrà intervenire il prof. Giorgio Vecchio e il prof. Donato Verrastro. La diretta streaming potrà essere seguita sul canale youtube dell’Istituto.
La decisione di censurare questo libro – che avrebbe dovuto intitolarsi La carità del Papa e avrebbe dovuto essere un omaggio della Pontificia opera di assistenza a Papa Pacelli per i suoi 80 anni – non provenne dal Sant’Offizio e non ha avuto ragioni dottrinali, come accaduto in occasione delle altre condanne cadute sul parroco di Bozzolo: è quanto emerge dall’analisi dei documenti inediti consultati negli archivi vaticani da Marta Margotti. Mazzolari aveva ricevuto l’incarico dalla Pontificia opera di assistenza di descrivere in un volume le molteplici attività caritative dell’ente vaticano che distribuiva ingenti aiuti in tutta Italia e anche dall’estero. La vicenda del libro scritto e non pubblicato è particolarmente intrigante e svela aspetti ancora poco conosciuti del cattolicesimo italiano del dopoguerra.
Oltre alle traversie della pubblicazione, il libro di Mazzolari è però estremamente rilevante perché si presenta come un’ampia meditazione sulla misericordia di Dio e sulla “perenne maternità della Chiesa”. La parte conclusiva è poi una rilettura dell’inno della carità di san Paolo e un preoccupato appello alle ragioni della pace: per don Primo, la carità era non soltanto una chiamata inevitabile per i cristiani, ma era anche il fondamento della pace, perché “per dove è passata la carità, ripassano a fatica i carri armati”.