Lunedì 10 aprile in Cattedrale mons. Sequeri per la conclusione dell’iniziativa quaresimale Tempus Passionis

Sarà accompagnato all'organo Mascioni dal maestro Fausto Caporali con musiche di Olivier Messiaen

image_pdfimage_print

Si terrà lunedì 10 aprile, alle 21 nel Duomo di Cremona, la conclusione di “Tempus Pasisonis”, l’inziativa quaresimale proposta dalla Cattedrale. A caratterizzare la serata le meditazioni teologiche di mons. Pierangelo Sequeri alternate alla musica proposta dal maestro Fausto Caporali all’organo Mascioni, con testi dell’ anticonvenzionale compositore francese Olivier Messiaen.

La serata sarà riproposta nei giorni seguenti in altre due località lombarde: martedì 11 aprile (ore 20.30) nel Duomo Nuovo di Brescia e mercoledì 12 (ore 21) nel Duomo di Voghera.

 

La serata del 10 aprile

In modo del tutto nuovo si presenta l’idea di concerto, nel quale l’ossatura musicale è strutturata secondo un impianto teologico ben preciso; accanto ai brani proposti in sequenza, vi sono citazioni e passi formanti una sorta di colonna sonora in cui l’idea predicativa sviluppata dall’oratore  è chiarita ed espressa dall’idea musicale, seguendo quello stesso simbolismo che Messiaen perseguiva nelle sue partiture.

Lo scenario nel quale si colloca  la meditazione è quello dell’inizio e della fine dell’Apocalisse (la liturgia dell’Agnello, con le lettere alle chiese; la discesa della Gerusalemme celeste, con la nuova creazione). La poetica dell’Apocalisse è un registro strutturale della poetica teologica e musicale di Messiaen, quindi permette di  entrare nello spirito del suo linguaggio.

I temi della “Settimana Santa” sono iscritti nelle due parti attraverso l’enfasi di un duplice registro:

Il primo è quello della liturgia terrena che si apre alla meditazione di quella celeste.  La nostra Messa è comunione e sacrificio: le celebrazioni pasquali amplificano la memoria della realtà e della attualità del mistero realmente vissuto dal Figlio per noi (e ora con noi). La mistica della comunione cristiana con Dio non è per “anime belle” che non hanno “cognizione del dolore”.

La Memoria Passionis diventa così memoria del passaggio drammatico e dell’attesa di riscatto che sta sulla soglia in cui la morte e la vita combattono la loro decisiva battaglia. Al brano “Le combat de la morte t de la vie”, fantasmagorica rappresentazione di una battaglia attraverso i grandiosi blocchi sonori dell’organo, seguono “Les tenèbres”, che esalta la qualità della evocazione dell’abisso (altro tema di Messiaen che lo pensa verso il basso del caos e verso l’alto del mistero  e  lo rappresenta facendo ricorso a misteriosi cluster sonori e a registri scuri dell’organo), mentre  “Le vent de l’esprit” rievoca il soffio che riempì la casa negli Atti degli apostoli, dove il “semplice” passaggio dello Spirito riporta la vita.

Il secondo registro è quello della contemplazione dell’inesauribile fermento di vita che sta nell’essenza stessa della pura “semplicità” di Dio e si riflette sull’alba di una nuova creazione annunciata dalla Risurrezione del Signore. La annuncia il “canto degli uccelli” (i primi viventi capaci di lode musicale, secondo Messiaen, che sono anche le controfigure naturali degli Angeli invisibili del cielo). La percepisce l’immaginazione dei corpi risorti, che ora sono liberi e agili come le creature del cielo (“Joie et clarté des corps glorieux”). La pulsione ritmica e dinamica di questi brani aiuterà l’ascoltatore anche ad appropriarsi della ricchezza che porta, all’immaginazione teologica-musicale, la poetica “ornitologica” dello Spirito e dell’essere spirituale come “fremito” della vita che scorre libera nel grembo dell’eterno. Questa seconda parte si chiude richiamando l’inizio “eucaristico”, con un brano di sapore toccati stico, lo spettacolare” Offrande et Alleluja finale” che ricomprende in sé la memoria del passaggio drammatico e la felicità di una lode riconciliata.

Prima Parte
Le combat de la mort e de la vie (Le Corps Glorieux, IV)
Les tenèbres (Livre du Saint Sacrement, IX)
Sortie (Messe de Pentecôte)

Seconda Parte
Dieu est simple (Meditations sur le mystère de la Sainte Trinité, V)
Joie et Clarté (Le Corps Glorieux, VI)
Offrande et Hallelujah final (Le Saint Sacrement, XVIII)
(citazioni da Le Verbe, Allelujas sereins, Chants d’oiseaux)

 

Olivier Messiaen

Voce tra le più interessanti e originali di tutto il Novecento, il francese Olivier Messiaen (nato ad Avignone nel 1908 e morto a Clichy nel 1992) è stato un compositore del tutto anticonvenzionale. Allievo di Paul Dukas, Marcel Dupré e Charles-Marie Widor, Messiaen si è interessato alla musica indiana, a quella dell’antica Grecia e all’antico canto gregoriano, traendo spunti per dare vita a particolari scale musicali, chiamate “modi a trasposizione limitata”, attraverso le quali si poteva esplorare la relazione tra ascolto e gli altri sensi percettivi, in quanto, l’incontro e la sovrapposizione di particolari accordi suscitava l’impressione di visualizzare determinati accostamenti di colore. Ma il suo stile eclettico lo spinse anche a utilizzare particolari strumenti musicali, come il gamelan (composto da diversi strumenti a percussione indonesiani) e le onde Martenot (uno strumento elettrofono a tastiera).

Celebre, poi, la sua passione per il canto degli uccelli, al punto che Messiaen (nella foto a fianco) era convinto che questi animali fossero i più grandi musicisti sulla terra, oltre a considerare se stesso più un ornitologo che un compositore. Non per nulla, nel corso di diversi viaggi in tutto il mondo, il musicista francese ascoltò e registrò il canto di numerosi uccelli, realizzando delle trascrizioni, confluite in massima parte nel suo “Catalogue d’oiseaux”, scritto tra il 1956 e il 1958.

Talento precoce, a 11 anni entra al Conservatorio di Parigi, dove studia armonia, contrappunto, fuga, percussioni e composizione (con Paul Dukas), Organo e improvvisazione organistica (con Dupré). E già da questo ‘piano di studi’ si potrebbe arguire la complessità degli interessi del compositore, peraltro rimasto per lo più radicato, come organista, alla scanno dell’organo de La Sainte Trinité di Parigi per tutta la vita.

Tra i fondatori del Gruppo Jeune France con André Jolivet, Yves Baudrier e Daniel Lesur alla vigilia della Grande Guerra (il gruppo propugnava le avanguardia musicale francese in opposizione alla moda neoclassica di Stravinsky e del Gruppo dei Sei), scrive uno dei suoi capolavori durante la prigionia in Germania, nel 1940: il Quatuor pour la fin du temps. Tornato in libertà, assume la cattedra di Armonia al Conservatorio di Parigi e viene insignito di vari premi e riconoscimenti.

Fra questi è da ricordare il Premio Internazionale Paolo VI conferitogli dall’istituto  Paolo VI di Brescia nel 1989, con la seguente motivazione.

Al maestro Olivier Messiaen il premio per la musica. “La complessa personalità artistica di Olivier Messiaen e la multiformità della sua opera musicale traggono fondamento e ispirazione da un’intensa sensibilità religiosa coniugata ad un profondo amore per la natura, della quale egli sa cogliere la musicalità con particolare finezza e capacità di ascolto. Lo stesso maestro afferma di ritenere una fortuna l’essere credente e di aver subito fin dall’infanzia il fascino dei testi sacri, mentre dichiara che per lui l’unica autentica musica è sempre esistita nelle voci e nei suoni della natura”. Il Premio è stato rimesso nelle mani del maestro Messiaen il 28 marzo 1989, nel corso di una solenne cerimonia nella cattedrale di Notre-Dame a Parigi, dal cardinale arcivescovo Jean-Marie Lustiger.

La caratteristica forse principale di Messiaen è quella di coniugare una tecnica compositiva molto sofisticata con una grande capacità di comunicazione con il pubblico che la musica contemporanea ha conosciuto raramente.

Di qui le critiche, paradossalmente opposte, di sentimentalismo e di cerebralismo. La sua influenza a Darmastadt, ove insegnò, e sulle nuove generazioni di musicisti (Boulez, Xenakis, Stockhausen) non può essere sottovalutata. Fra le costanti della sua parabola artistica, oltre alla fede cristiana, la natura (era ornitologo e trascriveva per strumenti il canto degli uccelli), la poesia (figlio di una celebre poetessa, scrive di suo pugno i testi che musicherà), l’influenza delle culture “altre” (come Asia, Sudamerica, Grecia antica).

Tra il vasto corpus delle sue composizioni, particolare rilevanza riveste  la musica per Organo (La Nativité, Les corps glorieux, Livre d’orgue) e quella per orchestra (La Transfiguration de Notre Seigneur Jésus per orchestra, 1969, Turangalîla-Symphonie del 1948 per pianoforte principale, onde Martenot e orchestra, Réveil des oiseaux del 1953 per pianoforte ed orchestra.

 

Mons. don Pierangelo Sequeri

Figlio di due musicisti (il padre era concertista di violino e la madre una pianista), ha studiato a sua volta violino e composizione parallelamente alla sua vocazione religiosa. Ordinato sacerdote ha proseguito gli studi, ottenendo un diploma in biblioteconomia musicale all’Università di Urbino e un Dottorato in Teologia nel 1972. Dal settembre 2012 è preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, dove è anche professore ordinario di teologia fondamentale; è inoltre incaricato di estetica teologica presso l’Accademia di Belle Arti . È inoltre direttore della rivista “L’ErbaMusica” (trimestrale di pedagogia speciale e cultura musicale). A parte gli argomenti teologici e filosofici, i suoi studi si orientano ai temi di confine tra le scienze religiose, la filosofia, la psicologia e l’estetica. Dal 2010 fa parte della Commissione internazionale di inchiesta su Mejugore. Dal 15 agosto 2016, nominato da Papa Francesco, è preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II.

Il nome di Sequeri è noto all’interno della Chiesa Cattolica Italiana, per una serie di canzoni di ispirazione sentimentale – religiosa che ha composto e che sono molto spesso eseguite durante le messe. Tra le raccolte più note, si ricordano Symbolum 77 – Tu sei la mia vita, Symbolum 78– E sono solo un uomo, Symbolum 80– Oltre la memoria. Tra le opere più classiche, si possono ricordare il Quintetto per David in memoria di David Maria Turoldo; Bethania, sonata biblica per violino e pianoforte; e una Messa Giubilare, per coro e orchestra, trasmessa in Mondovisione il 3 dicembre 2000. Negli anni precedenti al 2011 ha collaborato con il gruppo musicale Gen Verde per la buona riuscita dell’album “Il mistero pasquale” pubblicato appunto nel corso del 2011. Egli, infatti, lo ha arricchito in senso teologico e musicale, sia per le architetture portanti dell’insieme sia per il nucleo teologico e spirituale profondo di ogni passaggio, gesto e momento. Una raccolta divenuta ricca e attenta ai particolari spesso sottolineati dal mons. Pierangelo Sequeri.

Da un punto di vista didattico, nel 1985 Sequeri ha elaborato uno speciale programma di educazione musicale, chiamato “musicoterapia orchestrale”, per i bambini e ragazzi con difficoltà psichiche e mentali. Il metodo, che ottenne l’Ambrogino d’Oro nel 2000, consiste nell’inserire le persone in gruppi musicali da camera o sinfonici, utilizzando delle partiture appositamente semplificate.

Nel 2002 l’artista bergamasco Giovanni Bonaldi ha l’opportunità di conoscere mons. Sequeri con il quale approfondisce diversi aspetti che legano la cultura e la fede ebraica con quella cristiana. Da questa amicizia inizierà una collaborazione poiché mons. Pierangelo fornirà all’artista alcuni suoi manoscritti musicali da inserire nelle “macchine dell’invenzione” di Bonaldi. Per questo artista, il teologo milanese curerà un catalogo edito da Skira, insieme con la scrittrice e critica d’arte israeliana Nadine Shenkar, dal titolo “L’origine tesa” in occasione della mostra personale di Giovanni Bonaldi presso il Museo della Stampa Ebraica di Soncino in occasione della IV Giornata Europea della Cultura Ebraica.

 

Il maestro Fausto Caporali

Fausto Caporali si è diplomato nel 1981 in Organo e Composizione organistica al Conservatorio  “G. Verdi” di Milano studiando con Gianfranco Spinelli e nel 1983 ha conseguito il titolo di Maestro in Canto Gregoriano al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra. Si è in seguito perfezionato partecipando ai corsi di H. Vogel (musica organistica barocca della Germania del Nord), A. Isoir (musica francese del periodo barocco), E. Kooiman (musica francese), L. Rogg (Bach, Mozart, improvvisazione), M. C. Alain (Bach, Alain), D. Roth (sinfonismo francese moderno), G. Parodi (romanticismo tedesco). Ha studiato privatamente a Parigi con D. Roth ed ha frequentato ad Haarlem i corsi estivi di improvvisazione di N. Hakim Per i tipi di Armelin Musica – Padova ha pubblicato “L’Improvvisazione Organistica – Un metodo teorico e pratico”, “Propedeutica all’improvvisazione organistica”, un volume sull’opera organistica di O. Messiaen ed ha curato pubblicazioni di musiche inedite di autori barocchi. É autore di un libro sugli organi della città di Cremona e di altre pubblicazioni su organi.

Si è classificato secondo al Concorso di Improvvisazione Organistica di Biarritz nel 1995 e nel 1997, ed è stato semifinalista nel 1996 al Concorso Internazionale di improvvisazione di Haarlem. Come compositore ha al suo attivo un Terzo Premio al Concorso AGIMUS di Varenna nel 1996; è autore di diverse cantate su testi sacri, di musica strumentale e cameristica eseguita con successo di pubblico e di critica. Svolge attività concertistica sia come solista che come accompagnatore di gruppi vocali e strumentali. Ha tenuto concerti  in Germania, Francia,  Svizzera, Inghilterra, Spagna, e ha inciso per la Prominence (“Il grande organo del Santuario di Caravaggio”), per la Syrius (“Toccatas”, “Grand Etudes de Concert”), per MV (Organisti e Maestri di Cappella del Duomo di Cremona 2005), Associazione Serassi (L’organo di don Camillo), Fugatto (FranckOperaOmnia, Les six Symphonie de L. Vierne), Sony (Cattedrali, voce di Antonella Ruggiero);collabora con Antonella Ruggiero, Ottoni della Scala, Voci Bianche della Scala. Tiene regolarmente corsi di improvvisazione in Italia per conto di varie associazioni organistiche fra cui l’Associazione Italiana Organisti di Chiesa. E’ titolare del grande organo della Cattedrale di Cremona e  della Cattedra di Organo complementare e Canto gregoriano presso il Conservatorio di Torino.

Facebooktwittermail