Inaugurata dal prof. Guariso l’edizione 2016 de “La fatica di credere”: on-line l’audio della relazione

Nell'incontro si è cercato di fotografare la salute del pianeta, sul filo doppio che lega la salute della terra e il benessere dell’uomo. Prossimo incontro sabato 20 febbraio sempre alle 17 al Centro pastorale diocesano di Cremona

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La fatica di credere, giunta quest’anno alla sua quattordicesima edizione, si incarica quest’anno di indagare il filo doppio che lega la salute della terra e il benessere dell’uomo; legame che Papa Benedetto aveva riassunto nell’espressione “ecologia umana” e che Papa Francesco nella sua Laudato si’ ha ripreso e rilanciato. Sulla scia di questa visione non parziale si è collocato il primo incontro della rassegna, dove alla competenza e alla passione del professor Giorgio Guariso del Politecnico di Milano è stato affidato il difficile compito di fotografare la salute del nostro pianeta.

Il relatore, che nella sua attività di ricerca si occupa di modelli e sistemi per prendere decisioni per interventi sul territorio, ha iniziato la sua panoramica denunciando la difficoltà a studiare problemi planetari secondo il modo consueto di fare scienza: la difficoltà di fare esperimenti, i tempi di alcuni fenomeni (basti pensare quelli legati alla specie umana) e la quasi impossibilità di tradurre in linguaggio formale i dati acquisiti rendono ardua la costruzione di modelli su come funzionino fenomeni come il riscaldamento globale, la distribuzione delle precipitazioni ecc.

Denunciati così i limiti della ricerca, il relatore non si è però sottratto al compito di presentare alcuni aspetti decisivi per descrivere come sta la Terra. Catturando il pubblico, non abbastanza folto data la gravita e attualità del tema trattato, il prof. Guariso è riuscito a cogliere alcuni snodi fondamentali riguardanti la demografia (crescita esponenziale della popolazione terrestre, natalità, invecchiamento della popolazione in alcuni paesi, ecc…), il disboscamento e la qualità dell’aria (chiarendo tra l’altro alcuni concetti legati al problema delle polveri sottili), il riscaldamento della terra, la distribuzione e la qualità dell’acqua dolce, l’uso di energia rinnovabile e non. L’uso di immagini e di grafici anche animati, talvolta avvincenti, hanno contribuito a rendere l’esposizione chiara e appassionante.

La fotografia che emerge è quella di un pianeta in stato di salute precario, in cui si stanno muovendo alcuni passi anche se talvolta troppo timidi per correggere un certo modo di vivere e di sfruttare le risorse della Terra e in cui forse non c’è abbastanza consapevolezza e desiderio di approfondire e di prendere decisioni.

Senza indulgere in catastrofismi, il relatore ha segnalato però l’urgenza di un cambio di rotta in merito soprattutto al modo con cui il nostro mondo occidentale vive al di sopra della sostenibilità ambientale. Di grande saggezza anche la sua considerazione che non saranno solo le nostre conoscenze scientifiche a salvarci, anche se renderanno più fruibili le energie rinnovabili o meno dannoso l’impatto delle nostre attività. Occorre un cambio di mentalità che rimanda ad una rinnovata consapevolezza di valori e atteggiamenti che esigono altra educazione e sensibilità.

La relazione del prof. Guariso

Risposte al dibattito

L’ecologia umana quindi è decisiva per l’ecologia del nostro pianeta: se ne saprà di più esplorando il nesso tra spazio e tempo nell’uomo postmoderno nell’incontro del prossimo 20 febbraio.

La presentazione dell’edizione 2016

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