Arrivati in Italia i volontari cremonesi rimasti bloccati in Brasile

L'arrivo a Malpensa previsto nel pomeriggio di sabato 20 febbraio dopo un giorno di viaggio con scali a San Paolo e Parigi

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È previsto nel pomeriggio di sabato 20 febbraio il rientro in Italia del gruppo di volontari cremonesi che dal 7 gennaio scorso si trovava in Brasile, a Salvador de Bahia, per offrire il proprio contributo alla comunità cattolica Jesus Cristo Ressuscitado, retta dai due sacerdoti “fidei donum” cremonesi don Emilio Bellani e don Davide Ferretti. Un’esperienza che avrebbe dovuto concludersi il 21 gennaio scorso e che, invece, è dovuta continuare, dopo la scoperta della “variante brasiliana” del SARS-CoV-2, data l’impossibilità di imbarcarsi per l’Italia.

Il 16 gennaio il ministro della Salute, Roberto Speranza, con un’ordinanza aveva bloccato tutti i voli in partenza dal Brasile, vietando l’ingresso in Italia a tutti coloro che nei precedenti 14 giorni vi fossero transitati. Un provvedimento successivamente prorogato, sino alla decisione – il 16 febbraio scorso – di consentire comunque il rientro degli italiani presenti oltreoceano.

Così, fatto il tampone e ricevuto l’esito negativo, nella mattinata di venerdì 19 febbraio il gruppo ha potuto imbarcarsi all’aeroporto di Bahia a volta di San Paolo: un primo scalo prima della lunga trasvolata atlantica alla volta di Parigi, ultima tappa prima dell’arrivo a Milano Malpensa, previsto nel pomeriggio di sabato 20 febbraio. Un mese dopo la data prevista originariamente per il rientro.

Una volta a casa tutti dovranno nuovamente sottoporsi a tampone e, dopo quattordici giorni di quarantena, ripetere nuovamente l’esame a conferma della loro negatività.

Si pone così la parola fine al lungo periodo di incertezza vissuto dalle tre giovani della parrocchia di Pandino – Erica, Federica, Elisa – in Brasile insieme al vicario don Andrea Lamperti Tornaghi e a Marco, un giovane della parrocchia di Sant’Agostino in Cremona. I cinque avevano aderito alla proposta di volontariato all’esterno attraverso il Progetto Bahia, coordinato dall’Ufficio missionario della Diocesi di Cremona il cui incaricato, don Maurizio Ghilardi, pure in Brasile, ha commentato prima della partenza per l’Italia: «Rimanere forzatamente ha dato alla nostra esperienza di volontariato un sapore molto diverso rispetto a quando eravamo partiti a gennaio, però è stato anche provvidenziale per conoscere ancora di più questa realtà che noi solitamente conosciamo solo attraverso attività di tipo straordinario. Invece il vivere e l’abitare con i nostri due preti cremonesi e le persone di questa comunità parrocchiale, che ormai è legata alla nostra diocesi, ci ha permesso di vedere veramente quali sono le fatiche della favela e di una realtà grande come Savador. Stare di più e forzatamente ci ha obbligati a relativizzare tante cose. E ci ha permesso di conoscere un modo di essere ospitali, nei nostri confronti, davvero bello, profondo e gratuito dimostrato da tantissime persone».

Proprio il Progetto Bahia sarà sostenuto, insieme alla Borsa di Sant’Omobono, dalla Chiesa cremonese durante la Quaresima di Carità 2021 (leggi per saperne di più).

TeleRadio Cremona Cittanova
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