In piazza a Cremona la preghiera per i cristiani perseguitati in Medio Oriente

L'iniziativa, in comunione con altre città d'Italia, si è svolta la sera del 20 gennaio in piazza Cittanova ed è stata promossa dal locale Comitato Nazarat

image_pdfimage_print

Venerdì 20 gennaio, alle ore 21, in piazza Cittanova, a Cremona, in comunione con altre piazze d’Italia e con diversi monasteri di clausura che hanno aderito all’iniziativa promossa dal Comitato “Nazarat”, è stato recitato il Rosario a sostegno dei cristiani perseguitati in Medio Oriente. Il termine arabo “nazarat” indica il cristiano, il “nazareno”.

La sua lettera iniziale, “nun”, è stata dipinta dagli invasori del Califfato sulle porte o sui muri delle case dei cristiani di Siria e Iraq: un marchio spregiativo che ha sistematicamente aperto la strada a ogni sorta di persecuzione. Essa è così divenuta simbolo distintivo dell’identità cristiana che tenta, malgrado mille difficoltà e molti martiri, di resistere e di rimanere in vita, anche per il bene stesso delle società siriana e irachena.
DSCN3647

Precisamente per riaffermare la rilevanza civica della presenza cristiana nelle società, non escluse quelle occidentali, il neo costituito Comitato Nazarat-sezione di Cremona, ha simbolicamente scelto, quale luogo della sua prima convocazione denominata “Appello all’umano”, non una chiesa ma uno spazio pubblico cittadino significativo, l’ambito di quella “città nova” nella quale sorse la presenza spirituale e civile di sant’Omobono.

L’iniziativa cadeva anche in concomitanza con la recente pubblicazione del rapporto 2017 dell’agenzia Open Doors contenente l’analisi del grado della libertà religiosa dei cristiani nel mondo e la lista dei primi 50 paesi dove essi vengono maggiormente perseguitati. Tra i 650 milioni di cristiani ivi presenti, il 30% (cioè 215 milioni) soffre una persecuzione che va da alta a estrema. Il primo paese risulta essere la Corea del Nord, seguito da Somalia, Afghanistan, Pakistan, Sudan, Siria, Iraq, Iran Yemen ed Eritrea. E l’oppressione islamica, con la violenta sfaccettatura dell’estremismo, permane la fonte di persecuzione anticristiana dominante: Medio Oriente, Nord Africa e Africa Sub-Sahariana sono le regioni dove tale persecuzione si registra maggiore. Nel periodo di riferimento della World Watch List 2017, sono stati registrati 1.207 cristiani uccisi per motivi legati alla fede e 1.329 chiese attaccate.

DSCN3645

I quasi cento convenuti – appartenenti a movimenti ecclesiali e a parrocchie anche fuori città, insieme ad alcuni sacerdoti e ai seminaristi, accompagnati dal rettore don Marco D’Agostino – dopo aver ascoltato la sintesi del rapporto di Open Doors, hanno pregato i cinque misteri dolorosi secondo queste intenzioni: per la libertà dei cristiani nel loro rapporto intimo con la propria fede, all’interno dei loro spazi e dei luoghi privati; per la libertà di fede dei cristiani nella vita all’interno della famiglia; per la libertà dei cristiani nella vita pubblica e civile; per la libertà dei cristiani nella vita nazionale; per la libertà dei cristiani nella vita religiosa comunitaria e nelle pubbliche espressioni di fede da parte delle intere comunità cristiane.

Il prossimo incontro sarà il 20 febbraio.

Maurizio Cariani

DSCN3651

Facebooktwittermail