In Battistero la preghiera davanti alle reliquie dei santi cremonesi

Sabato 5 novembre il vescovo Napolioni ha presieduto i Primi Vespri: ultimo appuntamento prima della Dedicazione del nuovo altare della Cattedrale

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Un solo giorno separa la città di Cremona dal rito di Dedicazione del nuovo altare della Cattedrale che sarà svelato ai fedeli nella solenne concelebrazione di domenica 6 novembre alle 16. Messa caratterizzata dal suggestivo rito di deposizione nell’altare dell’urna con le reliquie dei santi e dei beati cremonesi, attorno ai quali nel pomeriggio di sabato 5 novembre si si è ritrovati in preghiera.

La celebrazione dei Primi Vespri si è svolta in Battistero. Accanto al vescovo Antonio Napolioni il vescovo emerito Dante Lafranconi e il Capitolo della Cattedrale.

Nella sua omelia, il vescovo ha guardato alla Dedicazione del nuovo altare spiegando che «tramontano i giorni del lavoro e si introduce il giorno della festa, il giorno del Signore, che è anche giorno della Chiesa, del popolo di Dio che si raduna per celebrare la Pasqua settimanale» affermando poi che «questa domenica nella quale stiamo entrando, a metà fra la festa di Tutti i Santi e la solennità di sant’Omobono nostro patrono, custodisce un dono, che non è solamente oggetto di curiosità, ma è parola che si attualizza».

Riferendosi poi a un passo del brano dell’Apocalisse di San Giovanni, la riflessione di mons. Napolioni si è rivolta ancora al futuro, spiegando che «domani faremo un’esperienza che echeggia, che attualizza, non per l’ardire degli uomini che pensano da soli di poter realizzare il disegno di Dio, ma per la fede dei credenti che hanno ricevuto in dono lo spirito, il sacramento, i fratelli e le sorelle, la realtà tutta intera, perché sia luogo di salvezza, esperienza dell’amore col Padre, dell’incontro con Cristo della comunione dei santi».

I Primi Vespri, animati con il canto da una rappresentanza del Coro della Cattedrale diretto da don Graziano Ghisolfi, hanno infine lasciato lo spazio alla preghiera, quella più silenziosa e personale, davanti alle reliquie poste sotto la croce. Nell’urna di ottone satinato e argentato le reliquie di sant’Imerio, ve- scovo patrono secondario della città e della diocesi di Cremona, insieme a san Facio, testimone di carità di cui proprio quest’anno ricorrono i 750 anni dalla morte, sono conservati. Sul frontale dell’urna lo stemma di Papa Francesco, del vescovo Antonio Napolioni e la cifra 2022, a datare il rito di dedicazione e della deposizione dell’urna. Insieme alle reliquie degli antichi santi venerati in Cattedrale, all’interno ci sono anche quelle dei più recenti santi e beati cremonesi, dediti all’educazione e alla carità: santa Paola Elisabetta Cerioli, vedova soncinese che realizzò la sua vocazione nell’educazione della gioventù e degli orfani; il beato Arsenio Migliavacca, francescano originario di Trigolo fondatore delle Suore di Maria Santissima Consolatrice; san Francesco Spinelli, fondatore delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento di Rivolta d’Adda; san Vincenzo Grossi, prete diocesano nato a Pizzighettone fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio; e il beato Enrico Rebuschini, camilliano che a Cremona spese la sua vita a servizio dei malati.

La processione composta dai sacerdoti insieme agli studenti di Teologia del Seminario di Cremona, lasciata la suggestiva atmosfera della sala ottagonale del Battistero, simbolo della fonte da cui scaturisce la grazia,  ha quindi accompagnato l’urna delle reliquie all’interno della Cattedrale in attesa della celebrazione di Dedicazione.

 

 


Luca Marca
TeleRadio Cremona Cittanova
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