“Preghiamo per la difficile situazione della mia patria, l’Iran. Preghiamo perché non solo non si accenda nessuna guerra fra i popoli della terra ma anche perché vengano superate le discriminazioni, le oppressioni, i conflitti all’interno della mia stessa nazione”. Così, un catecumeno iraniano, domenica 12 gennaio, ha pregato durante il momento conclusivo dell’incontro che si è tenuto con il Vescovo in Seminario. Come dire che il cuore del credente è grande come il mondo che soffre nelle storie tribolate dei poli.
È interessante annotare che Aliakbar si sta avviando al Battesimo dopo che la moglie Fariba, anch’essa iraniana, ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana in Cattedrale nella Veglia pasquale di due anni fa, presieduta per la prima volta dal vescovo Napolioni (in foto).
I catecumeni – come adulti che desiderano abbracciare la fede cristiana – sono accolti e preparati nelle proprie comunità parrocchiali perché lì svilupperanno nella normale ferialità la propria sequela al Signore e al suo Vangelo: nel corso di due anni circa, vengono gradualmente introdotti nel cammino di discernimento e accompagnamento dai propri presbiteri, insieme ai padrini o garanti della comunità di appartenenza, uomini e donne credenti che testimoniano la loro fede e si incaricano di far conoscerla negli elementi essenziali ai catecumeni che il Signore mette sulla loro strada. Agli incontri più catechistici tenuti nelle proprie parrocchie, si aggiungono i cinque appuntamenti diocesani del secondo anno, di cui uno con la presenza del Vescovo.
Il 12 gennaio, nel terzo incontro programmato per quest’anno, si è partiti dalla preghiera di Colletta e dalla Parola del Vangelo della Festa del Battesimo di Gesù, nella versione di Matteo: il Vescovo ha ripreso il significato della Rivelazione di Gesù nel Battesimo al Giordano e ha rimarcato la differenza del nostro Battesimo, incentrato sulla Pasqua del Signore. Quindi, i quattro catecumeni di quest’anno – Aliakbar, Mara, Sofia e Victoria – hanno condiviso ancora una volta le motivazioni della loro scelta adulta di diventare cristiani: è emerso nuovamente il passaggio, spesso molto lento, dalla nostalgia indeterminata della fede al desiderio vero e proprio di essa. Come negli anni scorsi, per quanto riguarda l’ambiente italiano, è giunto personalmente a maturazione il sentimento religioso che la famiglia aveva vissuto al suo interno con riserve o incertezze. Invece, nei paesi sotto il dominio dell’ateismo di stato, è risultata determinante la mediazione silenziosa ma efficace dei nonni, in Albania o Ucraina per esempio. Infine, per chi proviene dai territori più lontani come l’Iran, l’appartenenza alla fede cristiana viene considerata come compimento o pienezza rispetto alle altre religioni, compreso l’islam.
Don Antonio Facchinetti
referente per il Catecumenato degli Adulti