Il Vescovo al Clero diocesano: «Accettiamo di essere una Chiesa piagata e piegata su un mondo malato» (VIDEO)

Nella mattinata del Giovedì Santo in diretta dalla Cattedrale il messaggio di monsignor Napolioni al Presbiterio, che ha raccolto 50mila euro per sostenere gli ospedali. Ricordo commosso dei sacerdoti deceduti

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La Cattedrale di Cremona deserta nella mattina del Giovedì Santo. Quest’anno ad affollare la navata centralo non c’era alcun presbitero. Niente Messa Crismale, uno dei momenti fondativi dell’essere presbiterio, impediti dall’emergenza sanitaria. La celebrazione è stata rinviata a una data successiva, ma il vescovo Antonio Napolioni ha voluto comunque, in qualche modo, incontrare i suoi preti e i diaconi della diocesi. Lo ha fatto proprio dalla Cattedrale, dove alle 10.30, in diretta attraverso i canali web della Diocesi, si è unito spiritualmente con loro per un saluto e un momento di preghiera.

Un momento sobrio, durato meno di mezz’ora, nel quale il Vescovo ha voluto aprire il proprio cuore, nel quale «dolore e fiducia combattono e si incontrano». Fortemente voluto per «incontrarci per entrare comunque insieme nel Triduo: non potevamo farlo in ordine sparso».

«Vi saluto e vi ringrazio perché ci siete», ha detto il Vescovo. «Perché ci siete sempre», ha proseguito facendo riferimento alla «dedizione alle comunità». «Con lo slancio giovanile o con qualche affanno dell’età e della salute, sempre però piccole vite spese per il regno di Dio, per l’annuncio del Vangelo, per tenere unite le comunità. Mai come in questi giorni!». E ancora: «Grazie perché siete stati fedeli. Grazie perché avete un gran desiderio di rivedere le vostre comunità la domenica. Grazie perché tenete i contatti con i più deboli, chi più soffre, chi più incarna il crocifisso Gesù».

Il Vescovo non ha voluto tralasciare neppure uno speciale grazie per la vicinanza mostrata nei suoi confronti durante la malattia: «Ho sentito un grande sostegno spirituale da questa comunione con tutti voi e ripartiamo da questa comunione, che la distanza non allenta, anzi rende ancor più bisogno del cuore, scelta di vita, impegno per il futuro». E qui un invito chiaro: «Ripartiamo da noi! Il Presbiterio nel Cenacolo, come i discepoli della prima ora». «Un cenacolo fatto di tante case, un cenacolo in diaspora, un cenacolo che così ci vede ancor più a contatto con la vita della gente».

Il pensiero del Vescovo è andato anche ai diaconi, alla comunità del Seminario e alle comunità religiose, provate da tanti lutti. E qui il ricordo, commosso, dei sacerdoti morti in queste settimane: monsignor Mario Cavalleri, monsignor Vincenzo Rini, don Achille Baronio, don Albino Aglio, don Francesco Nisoli, don Arnaldo Peternazzi, monsignor Giuseppe Aresi, don Vito Magri e monsignor Alberto Franzini.

Il grazie ai suoi preti monsignor Napolioni l’ha voluto esprimere anche per il gesto di carità loro proposto e che ha già portato a raccogliere più di 50mila euro, che saranno destinati alle urgenze di questo momento negli ospedali.

Ha fatto seguito un momento di preghiera, prendendo spunto da quella che avrebbe dovuto essere la prima lettura della Messa del Crisma (Is 61,1-3.6.8-9), letta all’ambone da monsignor Attilio Cibolini, recentemente nominato pro-rettore della Cattedrale.

Poi la breve riflessione del Vescovo, a partire dall’immagine di chi è mandato “a fasciare le piaghe dei cuori spezzati”, ma con nella mente anche il richiamo alle piaghe d’Egitto, ai cataclismi straordinari della natura che gli uomini non riescono a controllare. Arrivando poi alle piaghe del Cristo in croce, «dalle cui piaghe siamo stati guariti».

«Dio in Gesù – ha ricordato monsignor Napolioni – sceglie un altro modo di liberarci dal male: non piagando il creato e punendolo per la sua colpevole fragilità, ma prendendo su di sé il peccato del mondo. E dunque è contemplando il Cristo crocifisso che esprime la totale solidarietà di Dio con l’uomo, l’immedesimarsi Dio con le sue creature, il chinarsi fino in fondo, fino alla morte di croce, fino a svuotare se stesso, per riempirsi di noi, per portare tutti noi. È lì che noi riconosciamo il modo in cui il Signore ci viene a salvare». Una grande luce nello scenario attuale, dimostrato dalla forza di chi non si risparmia dallo stare accanto a chi soffre e a chi muore.

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«Anche la Chiesa, dunque, deve essere così!», il preciso monito del Vescovo. «Una Chiesa che accetta di essere piagata, se necessario piegata su un mondo malato. Non per giudicarlo, ma per testimoniare quanto il Signore ama ciò che ha creato e porta a compimento ciò che hai iniziato».

Da qui l’augurio a tutto il Clero diocesano a riscoprire e a vivere «giorni santi», aperti alla misericordia di Dio che viene curare le piaghe e renderle – ha detto citando don Tonino Bello – sorgenti e feritoia di speranza, finestre dalle quali la luce che il Signore ci dona passa e ci illumina il cammino». «Da stasera annunciamo questo Dio – ha concluso – da stasera diventiamo questa Chiesa».

 

 

 

 

 

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Le prossime dirette sui nostri social e in tv

  • Giovedì ore 18 – Messa nella cena del Signore (Cattedrale)
  • Venerdì ore 16 – Preghiera dall’Ospedale di Cremona
  • Venerdì ore 18 – Celebrazione della Passione del Signore (Cattedrale)
  • Sabato ore 21 – Veglia pasquale (Cattedrale)
  • Domenica ore 11 – Messa nella Risurrezione del Signore (Cattedrale)
  • Lunedì ore 11 – Messa dalla Santa Casa presso la chiesa di S. Abbondio in Cremona
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