Il Vescovo a CL: «Come dire Gesù Cristo? Con un orecchio alla Scrittura e alla Chiesa e l’altro immerso nel mondo»

Il 22 febbraio, nel giorno anniversario della morte di don Giussani, monsignor Napolioni in Cattedrale ha celebrato l'Eucaristia con CL nel 40° della Fraternità e nel centenario della nascita del fondatore

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Nel giorno dell’anniversario della morte di don Luigi Giussani, il 22 febbraio è stata celebrata in Cattedrale la Messa messa in suffragio del fondatore del movimento Comunione e Liberazione. Una celebrazione che quest’anno assume un particolare significato per due significativi anniversari: il centenario della nascita del servo di Dio (1922-2005) e il 40° anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità di CL (11 febbraio 1982).

La celebrazione, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, ha visto la partecipazione degli appartenenti al movimento, uniti nella preghiera e nel ricordo riconoscente di don Giussani, sulla cui figura si è naturalmente concentrata l’attenzione del vescovo, in particolare rispetto al suo impegno nel coinvolgimento delle comunità giovanili nella fede: «Spesso mi chiedono come fare per coinvolgere i giovani nella vita della Chiesa. La risposta la troviamo in Giussani, nei suoi atti e nei suoi insegnamenti», ha affermato Napolioni.

Nel sua riflessione il Vescovo ha voluto tenere un parallelo tra la morte di Giussani e la festa della Cattedrale di San Pietro, «come a dire che il magistero dei pastori è uno: molteplici nei carismi, ma uno nel fondamento e nell’orizzonte», ha chiarito all’inizio della Messa.

«Come dire Gesù Cristo» agli uomini, nella cultura, nella realtà, nei mutamenti? Da questa domanda ha preso le mosse la riflessione del Vescovo, con uno sguardo alla risposta attuata da Giussani nella sua esperienza di vita e di apostolato, insieme ad altri “ricercatori di Dio” ambrosiani.

«Come dice la Parola di oggi: “voi chi dite che io sia?” – ha chiesto quindi monsignor Napolioni, dopo aver ripreso una riflessione di Giussani su questo passo evangelico –. La domanda riecheggia in ognuno di noi ed è attuale. La risposta è facile: tu sei Dio! E questo atto interlocutorio ha due componenti fondamentali: l’incontro, che è inevitabile, e l’accettazione dell’incontro, l’impegno a starci, e questo non è inevitabile».

Con un riferimento all’esperienza diocesana del “Giorno dell’ascolto”, il Vescovo ha sottolineato come la Scrittura debba essere «lingua madre a cui ritornare nei momenti di smarrimento o di dibattito ecclesiale», pur con «tante lingua figlie necessarie, nella logica dell’incarnazione». «Ecco come dire Gesù Cristo – ha concluso il vescovo –: con un orecchio costantemente radicato nella maternità della Scrittura e della Chiesa, la parola rivelata e il magistero, e con l’altro orecchio immerso nel mondo».

La liturgia – animata dal coro “Don Cesare Zaffanella” diretto da Giovanni Grandi – è stata concelebrata da diversi sacerdoti legati al Movimento, e tra loro l’assistente don Marco Genzini che, all’inizio della Messa, ha letto l’intenzione di preghiera di questo ritrovarsi, chiedendo, per l’intercessione di Maria, «di vivere e di testimoniare ogni giorno in prima persona, nella fedeltà totale alla Chiesa, la responsabilità del carisma donato dallo Spirito a don Giussani a beneficio di tutto il santo Popolo di Dio e dei fratelli uomini». In conclusione, invece, ha preso la parola Paolo Mirri, responsabile diocesano per CL, che ha provato a rispondere alla domanda di Gesù nel Vangelo a partire dalla propria esperienza associativa e di fede. «Una grazia che si rinnova con lo stupore dell’inizio», ha ricordato, insieme al grazie per aver potuto conoscere Gesù attraverso don Giussani. «Tutti coloro che seguono liberamente gli insegnamenti del Signore, attraverso Giussani, sono fecondi e lieti, in qualsiasi situazione si trovino», ha detto ancora, concludendo: «È questo può affascinare e cambiare il cuore di ogni uomo. E garantire anche quella pace vera tra i popoli».

E a tal proposito, durante la Messa, nella preghiera dei fedeli, la preghiera è andata anche per le persone dell’Ucraina, che vivono, in questi giorni, una situazione estremamente delicata.

Il centenario della nascita di don Giussani vedrà un altro significativo appuntamento anche per la comunità cremonse: proprio il 15 ottobre da ogni parte del mondo la Fraternità parteciperà all’udienza particolare con Papa Francesco.

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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