Il mondo adulto in dialogo con l’adolescenza

Il tema è stato approfondito il 13 aprile in Seminario con un doppio appuntamento: l'apericena "in dialogo" e la rappresentazione dello spettacolo "Altrove"

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Quattro voci in dialogo sul delicato tema del rapporto tra il mondo degli adulti e quello degli adolescenti. Nel tardo pomeriggio di sabato 13 aprile, Barbara Gentili, psicoterapeuta del Consultorio Ucipem di Cremona, ha infatti intervistato Francesca Poli, insegnante, don Francesco Fontana, incaricato diocesano per la Pastorale giovanile e presidente della Federazione oratori cremonesi, e Mattia Cabrini, educatore e autore e regista dello spettacolo Altrove, andato in scena nella seconda parte della serata. In ascolto un’assemblea attenta, seppur nel clima disteso e conviviale dell’apericena. Avrebbe dovuto intervenire anche il prof. Pierpaolo Triani, che all’ultimo è stato impossibilitato a essere presente.

L’evento – dal titolo “Si avvicinò e camminava con loro” e dedicato agli educatori di adolescenti e preadolescenti – è stato organizzato dalla Focr e ha avuto luogo negli spazi del Seminario vescovile di Cremona. Il tema, tratto dal Vangelo di Luca, dal racconto dell’apparizione di Cristo ai discepoli di Emmaus, come spiegato da don Fontana, «rappresenta l’impegno di voi educatori, con la vostra tenacia, al fianco degli adolescenti».

Un focus sul difficile periodo dell’adolescenza, sui rapporti e sugli ostacoli che la caratterizzano. Un’adolescenza vissuta sul campo, tra le mura domestiche, tra i banchi di scuola, a teatro, in oratorio e in mille altri luoghi della quotidianità. «Se aprissimo gli occhi sulla realtà degli oratori oggi, senza averla mai vista prima, ci sembrerebbe un autentico miracolo, con spazi disponibili per essere abitati dagli adolescenti – ha sottolineato il presidente di Focr –. In oratorio sta succedendo ciò che è sempre successo, ma tendiamo a guardare la realtà con rammarico e nostalgia, che non ci fanno bene». «L’oratorio è un’esperienza che regge ancora, che soddisfa le esigenze di molti adolescenti, ma di certo non di tutti – ha aggiunto –. Il tentativo è quello di non limitarsi a offrire solo proposte coinvolgenti, ma un legame che duri per tutto l’anno».

Dall’altro lato ci sono però gli adulti, attori responsabili in queste relazioni. «Penso che il problema più serio, la colpa più grave sia quella di sfilarsi da questa responsabilità – ha detto il sacerdote –. Quando l’adulto non c’è, la situazione diventa irrimediabile, che sia in casa, a scuola o in oratorio». Per questo ha voluto sottolineare la necessità, in ogni contesto, di «adulti coraggiosi, adulti che sappiano stare in equilibrio; ma fortunatamente ce ne sono ancora tanti».

«Gli adolescenti non riescono a essere equilibrati – ha spiegato Francesca Poli, citando Maria Montessori, che paragonava la fascia adolescenziale alla fascia d’età tra gli zero e i sei anni – e quell’equilibrio lo cercano in te, nella figura dell’educatore». Si parla di ragazzi e ragazze che vivono periodi di crisi e che spesso non vogliono o non riescono a essere protagonisti. «Cercare la partecipazione è lo scoglio più grande – ha aggiunto –. Questa è la mia più grande battaglia e la mia più grande ricerca».

E la partecipazione è un tema caro al teatro, che, come evidenziato da Mattia Cabrini, «è una rappresentazione della vita, di ciò che accade». Proprio lo spettacolo Altrove, inscenato dai giovani attori della “Compagnia dei Piccoli”, ha chiuso l’evento in Seminario.

Una rappresentazione nata dalla raccolta di interviste fatte agli operatori dei servizi della città che si occupano di adolescenza, come Spazio Agio, Neuropsichiatria, Serd, Consultorio, Asst, Comune di Cremona, Azienda Sociale, Cooperativa Meraki, Coop Nazareth e Cosper. «Da lì abbiamo scelto dei temi e su di essi ho fatto fare improvvisazioni agli attori – ha raccontato l’autore –. Lì hanno vissuto scene che poi abbiamo strutturato per lo spettacolo».

Uno spettacolo per gli adulti, sugli adulti, ma senza adulti in scena. «Era più interessante lasciarli nel pubblico, di fronte allo spettacolo – ha concluso Cabrini –. Perché, volenti o nolenti, anche nella vita sono lì, davanti ai ragazzi, alla cattedra, dall’altra parte del tavolo o sull’altare».

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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