Il legame tra padre Silvio Pasquali e il missionario piacentino padre Opilio Negri

Il processo di beatificazione del fondatore delle Suore Catechiste di Sant’Anna ha permesso di recuperare la figura di un altro italiano che si è speso per la Chiesa in India

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Prosegue in India il processo diocesano verso la beatificazione del cremonese padre Silvio Pasquali, missionario del Pime in India e fondatore, nell’anno 1914, della congregazione delle Suore Catechiste di Sant’Anna (da qualche anno presenti anche in Diocesi di Cremona). Allo scopo di acquisire ulteriori informazioni sulla vita del Servo di Dio, la commissione storica appositamente costituita dalla diocesi di Hyderabad si è recentemente recata nei luoghi in cui il sacerdote cremonese ha iniziato la sua missione.

Padre Pasquali era giunto in India il 20 ottobre 1897 e, dopo qualche mese di preparazione nella casa generalizia del Pime, era stato inviato a Raichur, dove andava a sostituire un altro sacerdote italiano, il piacentino padre Opilio Negri che, dopo nove anni di permanenza in quella sede, era stato spostato presso la cittadina di Beed (a quei tempi Bhir).

L’intesa e la simpatia reciproca tra i due religiosi furono subito forti. Così fu lo stesso padre Negri a presentare ai fedeli il nuovo missionario di cui tessé le lodi. Da parte sua, padre Pasquali vedeva in padre Negri un fratello maggiore, di cui ammirava soprattutto la sobrietà e lo zelo instancabile.

Per l’amicizia che li legava entrambi, padre Pasquali fu molto addolorato dalla repentina scomparsa di padre Negri, avvenuta il giorno di San Giuseppe del 1900. In quell’anno l’India era stata colpita da una grave siccità che, tra l’altro, aveva favorito il diffondersi del colera. Per prestare soccorso ai malati padre Negri era partito per visitare le comunità più colpite, ma durante uno di questi viaggi contrasse la malattia che lo portò rapidamente alla morte.

Così, in una lettera alle “Missioni Cattoliche”, padre Pasquali ricordava l’amico piacentino: “Chi avrebbe mai pensato che il povero padre Negri ci sarebbe stato tolto così presto… Egli era morto sul campo mentre attendeva a soccorrere i poveri affamati, a raccogliere i fanciulli, privati dei lor parenti dalla fame e dal colera. Egli era stato riconosciuto maturo per il cielo e Dio l’ha chiamato a sé per dargli il premio delle sue fatiche. Il dolore per la perdita fu sentito vivamente non solo dai missionari, che perdevano il migliore dei loro confratelli, ma ancora dai cristiani, specialmente in Raichur e sulla linea ferroviaria, dove per molti anni aveva esercitato il suo instancabile zelo, e dove ancor gode una stima che difficilmente potrà essere superata… Era quindi necessario che un altro missionario partisse per compiere l’opera sua. Essendo stato da mons. Vescovo io stesso designato, il giorno 28 dello scorso marzo, accompagnato dal mio catechista, mi misi in viaggio. Da Raichur a Beed, oltre un giorno di viaggio per treno, occorrono tre giorni e qualche volta di più coi carri…”.

Proprio a Beed si è recata la Commissione storica per far conoscere a quella comunità il lavoro che si stava portando avanti in onore di padre Pasquali e nell’occasione essa ha potuto verificare che il ricordo dei due missionari italiani era ancora presente in diverse famiglie.

La visita e la preghiera sulla tomba di padre Negri hanno concluso la visita che, anche grazie all’incontro con il Vescovo locale, ha costituito un momento importante per approfondire il legame tra la congregazione delle Suore catechiste di Sant’Anna e le comunità che avevano visto all’opera il Fondatore.

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