Il “Cortile dei sogni” per un oratorio che ha ancora qualcosa da dire (audio e foto)

Il Vescovo: «Non un progetto che ci piove addosso, ma un desiderio da portare nel cuore»

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«Il cortile dei sogni è quello che siamo invitati a costruire: non un progetto che ci piove addosso, ma un desiderio da portare nel cuore». La riflessione del vescovo Antonio Napolioni ha aperto l’assemblea degli oratori che si è svolta giovedì presso il Seminario di Cremona.

Commentando la prima parabola del capitolo 15 del vangelo di Luca, il Pastore della Chiesa cremonese ha posto l’accento sulla «missionarietà che l’esperienza oratoriana deve portare con sé: il cortile dei sogni deve aprire delle porte, mettersi in movimento, andare verso l’altro per accoglierlo», e ha invitato ciascuno a «sognare, vivere e amare con questa finalità, perché l’esigenza di ogni cristiano dovrebbe essere quella di comunicare la bellezza e la verità del Vangelo».

Alle parole del Vescovo ha fatto seguito l’intervento di don Paolo Arienti, responsabile della Pastorale giovanile diocesana e della Federazione oratori cremonesi. «Ripartire dall’oratorio – ha evidenziato Arienti – significa non soffermarsi sui problemi, o sulle constatazioni ormai consuete, ma credere che l’oratorio abbia ancora qualcosa da dire alla pastorale giovanile se si allea con altre agenzie educative del territorio».

A dare un ulteriore spunto di riflessione è stata la provocazione proposta da Mattia Cabrini, educatore e collaboratore della Federazione oratori. «Quello del cortile è un progetto, un sogno che coinvolge tutta la diocesi di Cremona – ha spiegato Cabrini – e che punta a realizzarsi attraverso un metodo ben preciso, che sostenga e accompagni tutta la vita dell’oratorio: il tempo». La progettualità è essa stessa una dinamica che richiede lungimiranza, non immediatezza, infatti «l’educatore deve essere capace di aspettare senza aver la brama di prendere e portare con sé, di portare la propria testimonianza di appartenenza a una realtà, quella dell’oratorio, che è innanzitutto condivisione e cammino da non affrontare in solitudine».

Affinché tutto ciò che è stato messo in evidenza dai tre interventi sia possibile, la Diocesi di Cremona, insieme all’Ufficio di pastorale giovanile, metterà a disposizione delle parrocchie alcuni strumenti utili per costruire e realizzare quei sogni di cui si è tanto parlato: proposte vocazionali, occasioni di formazione e sostegno economico per le comunità che vorranno avvalersi di figure educative qualificate.

L’anno oratoriano, dunque, è ufficialmente iniziato e, da sogno quale è, chiede di non essere dimenticato e messo da parte, ma, anzi, spinge ciascuno a impegnarsi e a lavorare per far sì che si realizzi.

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Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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