“Il contributo dell’Amoris laetitia al rinnovamento ecclesiale e alla vita del sacerdote”: la relazione del vescovo Martinelli in Seminario

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“Il contributo dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia al rinnovamento ecclesiale”: questo il tema su cui si è incentrata la ricca, profonda, apprezzata  riflessione offerta da Mons. Paolo Martinelli, vescovo ausiliario di Milano, ai preti della diocesi di Cremona, riuniti in assemblea plenaria presso il Seminario vescovile, la mattina di giovedì 7 ottobre.

Accolto e introdotto dal vescovo Mons. Antonio Napolioni, che nella sua stimolante riflessione ha messo il punto, tra l’altro, sulla necessità di una “riforma come continua conformazione a Cristo”, Mons. Martinelli ha preso le mosse dalla una considerazione di fondo: l’Amoris Laetizia  si colloca in rapporto con tutta la vita della Chiesa, che da essa viene rimessa in gioco, con una conseguente ricchissima molteplicità di implicazioni. Dunque, l’Amoris Laetitia comporta e sollecita il necessario ripensamento delle relazioni tra le diverse vocazioni, delle quale è necessario un riposizionamento comunionale.

Dopo avere introdotto l’attualissimo tema della sinodalità della Chiesa, rilanciato con grande forza da Papa Francesco, il presule ha insistito e si è soffermato su come la famiglia, che vive ed esprime una sua vera e propria vocazione pienamente ecclesiale, ora debba porsi come primo soggetto di azione pastorale e di evangelizzazione e non più come oggetto: così, ha citato tra l’altro, “la famiglia cristiana si costituisce come soggetto dell’azione pastorale attraverso l’annuncio esplicito del Vangelo e l’eredità di numerose forme di testimonianza”. Una prospettiva certamente non nuova: infatti “la famiglia come soggetto di vita pastorale e di evangelizzazione è una modalità con cui Papa Francesco riprende l’idea patristica ed affermata dal Vaticano II in Gaudium et Spes della famiglia come Chiesa domestica”. Ecco allora che si passa da un uso “esclusivo” della azione pastorale” a uno “inclusivo”, che tiene conto e valorizza la vocazione alla santità di tutti i credenti. Certo, è innegabile che l’annosa eredità moderna, oltre ai complessi fenomeni della secolarizzazione e della attuale “impertinenza della fede”, debbano comportare e richiedano passaggi decisivi, per la vita della Chiesa, attraverso un lungo percorso, che non prescinda dalla riflessione teologica (teologia del laicato), dai movimenti di vita cristiana (con la riscoperta del battesimo  e della spiritualità familiare…), dal magistero (Gaudium et Spes, Lumen Gantium, Familiaris Consortio, Deus Caritas est, Amoris Laetitia…). L’Amoris laetitia allora non può non porsi come fondamentale contributo dal punto di vista della dinamica ecclesiale e pastorale, nell’ottica di una “pluriformità vocazionale nell’unità”.

Federico Celini

TeleRadio Cremona Cittanova
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