Il 1° maggio a S. Sigismondo porte aperte ai visitatori

Il chiostro e il refettorio, così come l'area presbiterale della chiesa, saranno disponibili dalle 9 alle 10.30 e dalle 14 alle 17.30

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Anche quest’anno, come ormai tradizione, la giornata del 1° maggio segna a Cremona l’apertura ai visitatori del monastero di S. Sigismondo, in cui risiede la comunità claustrale domenicana. Nella memoria liturgica di san Sigismondo il complesso situato in piazza Bianca Maria Visconti apre le porte ai cremonesi e ai turisti anche per quanto riguarda il monastero e quelle parti della chiesa che solitamente sono soggette alla clausura. L’accesso al coro della chiesa, al chiostro e all’attiguo refettorio martedì 1° maggio sarà possibile dalle 9 alle 10.30 e dalle 14 alle 17.30. Alle 11 il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, presiederà l’Eucaristia; alle 18 vi sarà il canto dei Vespri.

Nell’occasione l’associazione “Amici del Monastero di S. Sigismondo” metterà a disposizione alcune guide, adeguatamente preparate dalla prof. Anna Maccabelli, per accompagnare i turisti nella visita alla chiesa e al complesso monastico. I volontari offriranno il loro servizio nei vari punti del complesso monastico e le “Casalinghe di S. Sigismondo” saranno presenti con il consueto tavolo di dolci. Dopo il successo riscosso durante l’apertura di settembre dello scorso anno, le volontarie proporranno di nuovo ai visitatori la “lavanda del Monastero” confezionata in modo artistico utilizzando l’abbondante raccolto dell’estate 2017. Non mancherà qualche nuova sorpresa realizzata con buon gusto e fantasia in vista della vicina festa della mamma. Ai visitatori sarà offerto anche un piccolo omaggio mariano all’inizio del mese dedicato alla Madonna.

Il 1° maggio la chiesa di S. Sigismondo celebra la solennità del suo patrono. Sigismondo, re di Borgogna, morto martire nel IV secolo. Sigismondo è un santo poco conosciuto e tutt’altro che popolare. Tuttavia è un santo a cui la cristianità deve molto, per lo zelo messo in atto nel proteggere e difendere la fede cattolica. Infatti è grazie a questo re che ha conseguito la palma del martirio che sono nati i monasteri della “Laus Perennis” così definiti per il privilegio della lode perpetua concesso dallo stesso Sigismondo. Il suo desiderio di dare una struttura stabile alla preghiera incessante si è rinnovato nella nostra diocesi nel 2007 quando, dopo varie vicende storiche, la chiesa di S. Sigismondo è tornata ad essere “chiesa monastica”. Con la presenza delle monache domenicane la bellissima chiesa di S. Sigismondo ha riacquistato la sua destinazione originaria: essere il tempio della lode divina e della supplica incessante. «Cogliendo il messaggio che ci viene dalla celebrazione della solennità di San Sigismondo e incoraggiati dall’esortazione di Papa Francesco sulla santità – affermano le Monache – ci auguriamo che la “Laus Perennis” continui a risuonare sotto le volte affrescate della chiesa di S. Sigismondo, per diffondersi come profumo soave in tutta la nostra città».

La prossima apertura al pubblico del presbiterio, del chiostro e del refettorio avrà luogo a settembre, nell’anniversario della dedicazione della chiesa. Negli altri giorni dell’anno la chiesa è sempre aperta dalle 6.45 alle 12 e dalle 15 alle 18.30.

Locandina

Il sito del Monastero domenicano

 

La chiesa di San Sigismondo

L’attuale chiesa di S. Sigismondo sorge sull’area di una chiesa precedente nella quale si sposarono il 25 ottobre 1441 Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza, duca di Milano. Circa venti anni dopo, il 20 giugno 1463, a ricordo del matrimonio che ha unito le casate dei Visconti e degli Sforza, Bianca Maria fa iniziare la costruzione dell’attuale chiesa, con annesso monastero, affidato dal 1461 ai monaci Girolamini. Soppresso il monastero alla fine del XVIII secolo, la chiesa divenne parrocchiale. Dal 2007 è tornata chiesa monastica e vede la presenza di una comunità di monache domenicane.

 

Agiografia di san Sigismondo

San Sigismondo, re dei Burgundi, fu educato nel cristianesimo ariano, che negava la divinità di Gesù. Ben presto si convertì al cattolicesimo, grazie all’influsso che ebbe su di lui sant’Avito, vescovo di Vienne. Animato da grande zelo per la Chiesa, fondò nel 515 ad Agauno (oggi in Svizzera) un monastero, presso il sepolcro del martire Maurizio e dei suoi compagni, perché i monaci vi praticassero la laus perennis, la recita ininterrotta del salterio giorno e notte.

Dopo la morte della prima moglie, a causa di intrighi di corte e false informazioni, si lasciò trasportare a condannare a morte il suo figlio primogenito, Sigerico. Pentitosi, si ritirò a vita solitaria e penitente nel Verossaz, vicino all’abbazia che aveva fondato. Ben presto, però, i suoi nemici lo trovano e, portato a Orléans, fu ucciso insieme ai figli Giscaldo e Gondebaldo il 1 maggio del 524.

Il suo corpo e quello dei figli fu portato nell’abbazia che aveva fondato. Nel 1365, l’imperatore Carlo IV fece traslare parte del corpo del Santo nella cattedrale di Praga.

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