I grandi si dimenticano come si fa a volare, le relazioni tra i giovani nell’età della pandemia

È ripreso presso la chiesa del Maristella il percorso per giovani “Traiettorie di sguardi”, con la riflessione proposta dal professor Giorgio Prada

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“I grandi si dimenticano come si fa a volare”: questo il titolo dell’incontro di “Traiettorie di sguardi”, il percorso per i giovani della diocesi, tenutosi domenica sera presso la Chiesa del Maristella a Cremona. Un evento finalmente in presenza (dopo diversi mesi di stop forzato nel rispetto delle normative vigenti anti-covid) capace di attirare diversi giovani da tutta la diocesi e di riempire la Chiesa.

La data, suggestiva e caratteristica, non era casuale: quale migliore occasione del Giorno degli Innamorati, S. Valentino, per riflettere sul tema delle relazioni nel mondo giovanile?

A guidare la riflessione il prof. Giorgio Prada, pedagogista, formatore, docente universitario e già diverse volte ospite di Tds. Il docente ha esordito commentando alcuni video realizzati ad hoc da alcuni giovani cremonesi circa il modo di vivere le relazioni ai tempi del covid-19: relazioni avvizzite, congelate, filtrate dalle luci blu degli schermi di smartphone e computer. Tuttavia, secondo il relatore, coesistono due enormi problemi: lo sgretolamento del “sistema” e la presa di coscienza che, anche prima della pandemia, le relazioni non erano poi così sane. Insomma la situazione grottesca nella quale il mondo è stato catapultato, da ormai quasi un anno, ha lasciato squarci evidenti, oltre ai quali si possono intravedere le criticità di uno stile relazionale qualitativamente scarno e poco fruttifico.

A partire da questa ipotesi, Giorgio Prada ha suggerito l’analisi di due canzoni: “La mia città” di Luca Carboni (1992) e “L’isola che non c’è” di Edoardo Bennato (1980). La prima, pur risalendo a quasi 30 anni fa, risulta estremamente attuale e significativa secondo Prada, che trova un’analogia tra il modo di vivere la città di Carboni e l’approccio alla vita di un giovane oggi. La seconda, riprendendo il tema portante del percorso di Tds di quest’anno, incentrato sulla figura di Peter Pan con tutte le sue luci ed ombre, ha permesso di stuzzicare il giovane pubblico su una modalità nuova per ri-generare le relazioni e, al contempo, “cambiare le cose”: il sogno. Sogno da intendersi come condivisione di progettualità, idee, aspettative, desideri, e dunque immaginazione condivisa di un futuro.

Un sogno che passa attraverso l’esperienza, il “fare insieme”: provoca il relatore sul fatto che «si impara prima a scrivere, poi a leggere». Si supera dunque la storica diatriba tra testa e cuore: il sogno, che com-portarsi bene, condividendo e facendo esperienza, è la chiave per risanare le ferite del nostro tempo, perché, come ci insegna proprio Peter Pan: “solo chi sogna può volare”.

Andrea Bergonzi
TeleRadio Cremona Cittanova
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