Gmg, il Vescovo nella festa di Maria Maddalena: «La fede si accoglie col cuore di donna». Nel pomeriggio visita al campo di Auschwitz

La seconda giornata di gemellaggio con Pogrzebień è iniziata con la messa celebrata dal vescovo Antonio

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Dopo la prima vera giornata di gemellaggio dedicata alla conoscenza reciproca, alla festa, alla convivialità i 125 cremonesi ospiti a Pogrzebień (Katowice) e nei villaggi vicini vivranno, venerdì 22 luglio, una giornata all’insegna della riflessione e della memoria: nel pomeriggio, infatti, visiteranno il campo di concentramento di Auschwitz, nel quale i nazisti uccisero centinaia di migliaia di persone, soprattutto ebrei.

Dopo la colazione in famiglia, italiani e polacchi si sono ritrovati, nella mattinata di venerdì, nel centro giovanile salesiano per la celebrazione eucaristica nella festa di Maria Maddalena, grande testimone della misericordia di Dio, ma anche della risurrezione del Signore. La Messa, celebrata in parte in italiano e in parte in polacco, è stata presieduta dal vescovo Antonio affiancato da don Paolo Arienti, responsabile della pastorale giovanile cremonese e dal parroco locale don Taddeo.

«Papa Francesco – ha esordito scherzosamente il presule nell’omelia – ha voluto questa festa non solo per ragioni di femminismo. Egli vuole che onoriamo la Maddalena al pari degli apostoli perchè tutti noi possiamo scoprire che la fede si accoglie anche e forse sopratttuto con il cuore di donna».

E in tal senso mons. Napolioni ha citato un passo della prima lettura, tratta dal Cantico dei Cantici – “L’ho cercato e non l’ho trovato” – e ha spiegato:  «Quante volte cerchiamo il senso della vita, il volto del Signore, la vera bellezza e non troviamo nulla! Il Signore vuole educare i nostri occhi e le nostre orecchie, i nostri sensi e il nostro cuore». E in questo cammino graduale di piena appropiazione della fede, fondamentale è il rapporto di amicizia con Gesù: «Maria il mattino di Pasqua vede Gesù ma non lo riconosce, solo quando la chiama per nome ella capisce chi è in realtà! La chiama per nome con quell’amore che solo con lui aveva sperimentato». In questa prospettiva «Gesù mi consegna la mia vera identità perchè mi dice chi sono io per lui».

«Una ragazza – ha proseguito mons. Napolioni – qualche giorno fa mi ha confidato che il nome che gli hanno dato i suoi genitori non le piace. Anche a me non piaceva il mio nome, ma quando l’ho riconosciuto come un dono, il mistero della mia vita è diventato tutto più bello!». E così ha concluso: «Nessuno di noi è nato nella famiglia perfetta, nel paese più bello del mondo, ma si è felici solo se ci si riconosce frutto dell’amore gratuito di Dio».

Nonostante il sole che picchiava sul campo dove è allestito il grande palco fulcro di tutte le attività del gemellaggio, non è mancato l’entusiasmo e la voglia di pregare insieme: una vera e propria esperienza di cattolicità resa ancora più bella dalle premure e dall’affetto dei coetanei polacchi. Particolarmente suggestiva è stata una preghiera della Chiesa orientale pronunciata al termine, prima della benedizione episcopale: «L’abbiamo voluta recitare – ha spiegato il vicario don Pietro che conoscendo l’italiano fa da interprete in queste giornate – perchè la Maddalena è particolarmente venerata in Oriente».

Nella seconda parte della mattina, nella chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Bosco, i giovani cremonesi si sono preparati alla visita del campo di concentramento di Auschwitz che si terrà nel tardo pomeriggio. Un vero e proprio pellegrinaggio nei luoghi dove il male assoluto si è manifestato in tutta la sua ferocia, ma dove, grazie ai giovani della Gmg e alla prossima presenza di Papa Francesco, risuonerà più forte il canto della misericordia.

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Ha collaborato Matteo Lodigiani

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