Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione, Leone XIV: nella Chiesa non personalismi ma ascolto, tutti dobbiamo servire

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«Nella Chiesa, le relazioni non rispondono alle logiche del potere ma a quelle dell’amore». Lo ha spiegato il Papa, nell’omelia della Messa presieduta domenica 26 ottobre nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, per il Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione. Alla celebrazione ha preso parte anche il vescovo Antonio Napolioni e i tre delegati diocesani per il Sinodo: Diana Afman, suor Giulia Fiorani e il diacono permanente Walter Cipolleschi.

 

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«Regola suprema, nella Chiesa, è l’amore», ha ribadito Leone XIV: «Nessuno è chiamato a comandare, tutti sono chiamati a servire; nessuno deve imporre le proprie idee, tutti dobbiamo reciprocamente ascoltarci; nessuno è escluso, tutti siamo chiamati a partecipare; nessuno possiede la verità tutta intera, tutti dobbiamo umilmente cercarla, e cercarla insieme».

No, allora ai «personalismi» e alla «pretesa di essere migliori degli altri», che «crea divisione e trasforma la comunità in luogo giudicante e escludente», o all’atteggiamento di chi «fa leva sul proprio ruolo per esercitare il potere e occupare spazi». «Nella Chiesa, prima di qualsiasi differenza, siamo chiamati a camminare insieme alla ricerca di Dio, per rivestirci dei sentimenti di Cristo», l’appello del Pontefice: «Aiutateci ad allargare lo spazio ecclesiale perché esso diventi collegiale e accogliente».

«Questo ci aiuterà ad abitare con fiducia e con spirito nuovo le tensioni che attraversano la vita della Chiesa – tra unità e diversità, tradizione e novità, autorità e partecipazione –, lasciando che lo Spirito le trasformi, perché non diventino contrapposizioni ideologiche e polarizzazioni dannose», ha assicurato il Papa, secondo il quale «essere Chiesa sinodale significa riconoscere che la verità non si possiede, ma si cerca insieme, lasciandosi guidare da un cuore inquieto e innamorato dell’Amore».

«Dobbiamo sognare e costruire una Chiesa umile», l’invito finale: «Una Chiesa che non sta dritta in piedi come il fariseo, trionfante e gonfia di sé stessa, ma si abbassa per lavare i piedi dell’umanità; una Chiesa che non giudica come fa il fariseo col pubblicano, ma si fa luogo ospitale per tutti e per ciascuno; una Chiesa che non si chiude in sé stessa, ma resta in ascolto di Dio per poter allo stesso modo ascoltare tutti. Impegniamoci a costruire una Chiesa tutta sinodale, tutta ministeriale, tutta attratta da Cristo e perciò protesa al servizio del mondo».

Tiziana Campisi (AgenSir)

 

Il testo integrale dell’omelia di Papa Leone

 

Il video integrale della celebrazione

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