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Domenica 21 novembre la Chiesa ha celebrato l’annuale Giornata “pro orantibus” che invita a pregare a favore delle comunità di clausura.
Questa giornata è stata istituita nel 1953 da Pio XII che pose l’attenzione su tutti i monasteri clustrali del mondo, segnati dalla fine del conflitto mondiale, che li aveva portati ad affrontare gravi situazioni di indigenza. Con il passare del tempo questa giornata ha acquisito un significato più spirituale, di vicinanza e solidarietà.
In diocesi di Cremona sono presenti due comunità di clausura: le monache Visitandine a Soresina e le monache Domenicane a Cremona.
Proprio nella chiesa di San Sigismondo nel pomeriggio del 21 novembre si è svolto un momento di adorazione e riflessione che ha unito nella preghiera le claustrali a tutte le religiose e religiosi di vita apostolica, al quale hanno partecipato anche diversi laici.
Alle 16 si è tenuto il canto del Vespro, presieduto dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, che nella sua riflessione ha posto l’attenzione sulla speranza, che “è quella tensione che si basa sulla promessa di Dio e guarda al futuro della propria vita”.
“Quando penso da cristiano alla speranza – ha detto il vescovo emerito – la vedo collegata strettamente con la promessa di Dio”. E ha proseguito: “Guardiamo il percorso della storia della salvezza così come lo troviamo nella Bibbia, in fondo la prima volta che Dio fa una promessa all’uomo è quando dopo il peccato originale Dio si preoccupa dell’uomo e addirittura gli prospetta il superamento del male”.
Mons. Lafranconi ha concluso affermando che “la speranza è un filo che attraversa tutta la storia dell’umanità fino alla sua consumazione, e noi del Natale celebriamo l’epicentro, il motivo, la radice, la forza e la forma di questa speranza”.
La celebrazione, introdotta da madre Giuliana Arsuffi (responsabile Usmi) e alla presenza del delegato episcopale per la Vita consacrata don Giulio Brambilla, si è conclusa con l’esposizione del Santissimo e l’adorazione.