Giornata della vita, al Maristella una serata di preghiera e testimonianze

La veglia, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, è stata caratterizzata dalla testimonianza di accoglienza della vita di Silvia Gerevini e da quella di don Marizio Lucini rispetto all'accompagnamento negli ultimi giorni

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Silvia Gerevini ha 49 anni, è moglie e mamma di cinque figli. È sua la testimonianza che, insieme a quella di don Maurizio Lucini, incaricato diocesano per la Pastorale della salute e assistente spirituale dell’Hospice di Cremona, ha arricchito la veglia di preghiera alla viglia della Giornata nazionale per la vita che nella serata di sabato 3 febbraio è stata organizzata a Cremona, nella chiesa dell’Immacolata Concezione del quartiere di Maristella, per la Zona pastorale 3 e il territorio circostante.

Dedicata al tema della vita in tutte le sue fasi, è stata una serata di preghiera e di riflessione aiutata anche da alcune testimonianze, dalla riflessione del Vescovo e da alcuni passi del messaggio dei vescovi per la 46ª Giornata nazionale della vita, focalizzata sul tema La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36). Ad aiutare il clima di meditazione gli strumenti e le voci del coro parrocchiale del Maristella.

Silvia Gerevini ha voluto portare la sua testimonianza di vita: «Sono qui per gratitudine verso il buon Dio, che nella vita mi ha regalato tanto: la vita stessa, il marito, la famiglia, gli amici, il figlio fatto, i figli presi già fatti, i figli desiderati, i figli indesiderati, i figli sani, il figlio malato». Un elenco inusuale, che ha fatto sintesi di una storia di accoglienza che Silvia e il marito, Cristiano Guarneri, vivono da quando sono sposati. Non un progetto, ma un “sì” al disegno di Dio. «Questo per me è essere madre: dare la vita per l’opera di un Altro, attraverso ciò che ci fa vivere», ha detto Silvia. «Così – ha raccontato ancora – negli anni abbiamo accolto diversi figli, tramite l’affido. Di questi figli, c’è chi si è fermato solo 15 giorni, chi qualche mese, chi anni e chi è ancora con noi e sta studiando medicina». L’ultimo cenno è dedicato al figlio Alessandro, 18 anni, cerebroleso: «Non riesce a fare quasi nulla, ma ama e si lascia amare. Che è quello che dovremmo fare tutti noi».

La testimonianza di Silvia Gerevini

 

Molto forte e profonda anche la testimonianza di don Maurizio Lucini, in servizio come assistente spirituale presso l’Hospice dell’Ospedale di Cremona, che attraverso il racconto di alcuni incontri ha portato all’attenzione il tema del fine vita: «L’argomento dell’assistente spirituale è certamente complesso e ho pensato di portare a voi alcuni dialoghi con pazienti incontrati in questo reparto». Incontri in cui il confronto con il sacerdote è stato di una profondità sincera, nel quale sono emerse le fragilità di ogni essere umano e il desiderio di riconciliarsi con il Padre o con esperienze di vita vissute con dolore e sofferenza, con un accenno speciale alla problematicità relazionale con alcune figure della propria famiglia.

La testimonianza di don Maurizio Lucini

 

Non è mancata la riflessione del vescovo Antonio Napolioni, che ha presieduto la veglia: «C’è una Chiesa fatta di vita e che veglia sulla vita, magari senza rendersene conto», le sue parole. Quindi ha condiviso con i presenti tre incontri avuti durante i giorni della Visita ad limina in Vaticano, esperienze segnate dall’incontro con situazioni di vita particolari, ma pieni di umanità e di gioia. «Non c’è solo la veglia per la vita, ma c’è una vita per la veglia –ha quindi proseguito –. È pieno il mondo di vita da vegliare perché morente, perché nascente, da vegliare con cuore vigile e con sguardo contemplativo e innamorato, da vegliare per riconoscere davvero le membra del corpo di Gesù».

La riflessione del vescovo Antonio Napolioni

 

 

Gli appuntamenti del 4 febbraio

Doppio appuntamento, invece, domenica 4 febbraio, in cui ricorre la 46ª Giornata nazionale per la vita, sul tema La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?” (Mc 8,36).

Alle 16, presso la sala Bonomelli del Centro pastorale diocesano di Cremona (via S. Antonio del Fuoco 9A), il professor Marco Maltoni, medico coordinatore della rete di cure palliative della Romagna, affronterà il tema: “Nella sofferenza una speranza: il malato inguaribile e le cure palliative”.

Alle 18, inoltre, nella chiesa del Maristella, il coro parrocchiale dell’Immacolata Concezione intonerà le “Ninne Nanne dal mondo”, un concerto caratterizzato dall’esecuzione di diversi brani “della buonanotte” di culture e tradizioni diverse.

La serie di eventi promossi a Cremona in occasione della 46ª Giornata nazionale per la vita si chiuderà la sera di lunedì 5 febbraio, con l’adorazione eucaristica per la vita che si terrà presso Cascina Moreni alle ore 21.

 

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Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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