Famiglie in cammino sulla traccia di Amoris Laetitia

L'ufficio di pastorale familiare presenta le linee per il nuovo anno: al centro la formazione e l'accompagnamento delle situazioni di fragilità

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«Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!». Le parole di Papa Francesco che concludono l’esortazione apostolica Amoris Laetitia sono insieme l’invito e l’augurio che accompagnerà il nuovo anno della pastorale familiare. Gli incaricati diocesani Maria Grazia Antonioli e Roberto Danesi illustrano le iniziative principali e le novità che caratterizzeranno i prossimi mesi: «La pastorale – sottolineano – non si esaurisce però con le attività proposte alle famiglie, ma si propone di valorizzare la famiglia come soggetto attivo della pastorale».

Al centro del nuovo anno della pastorale familiare saranno soprattutto la formazione e l’accompagnamento. Ad offrire un riferimento costante sarà il richiamo ad Amoris Laetitia come indicato anche dall’ultima lettera dei Vescovi Lombardi ai sacerdoti, alle famiglie e alle comunità che sottolinea l’importanza dell’accoglienza la portata del documento firmato da Papa Francesco e della ricerca di applicazioni concrete nella pastorale quotidiana.

 

La “drammatica bellezza” nella crisi

«L’esortazione – commentano gli incaricati diocesani – propone una nuova centralità della famiglia, con il suo volto gioioso. È questo sguardo positivo sulla famiglia il cuore di Amoris Laetitia che vede nella famiglia una ricchezza per la società e per la Chiesa». Un messaggio forte nel tempo in cui l’istituto familiare sembra affrontare un momento di forte difficoltà:

«Per questo non si parla di famiglie perfette o di realtà ideali, ma si pone l’accento sul bisogno del cammino. Va prestata attenzione a quella che il papa definisce la “drammatica bellezza” nella crisi. Con una provocazione anche per la nostra Chiesa: che sia accogliente e capace di accompagnare».

Per questo nel nuovo pastorale si presterà una particolare attenzione alla preparazione al matrimonio e alla formazione delle famiglie.

 

Formazione e cura delle fragilità

«Per quanto riguarda il corsi pre-matrimoniali – osserva Maria Grazia Antonioli – si avverte un bisogno di approfondimento e di formazione richiesto dai sacerdoti e dalle coppie-guida. Per questo abbiamo programmato un fine settimana di approfondimento e di scambio delle esperienze delle diverse equipe diocesane, che si svolgerà a Folgaria dal 9 all’11 novembre. Ormai ai corsi si presentano coppie molto diverse tra loro, quasi tutti conviventi, con esigenze e richieste cambiate rispetto al passato. Così abbiamo pensato di andare oltre le consuete due ore di incontro annuale delle equipe animatrici, che approfondisca gli incontri di revisione zonale ordinaria». Domenica 17 marzo, inoltre, si ripeterà l’incontro di tutte le coppie partecipanti agli itinerari di preparazione al matrimonio con il Vescovo in Seminario.

In una veste leggermente modificata si presenterà anche il percorso residenziale di Folgaria che quest’anno assumerà una struttura modulare: «Ci siamo resi conto che “l’obbligo” della frequenza di tre anni consecutivi poteva rappresentare un ostacolo. Così con la nuova formula ogni famiglia potrà frequentare anche un singolo modulo. Quest’anno ad esempio sarà quello biblico-teologico e pastorale».

Scarica qui la brochure del corso residenziale di Folgaria

Tra gli altri appuntamenti nel calendario annuale l’organizzazione della Giornata per la Vita il 2 febbraio e la Giornata diocesana per le famiglie il 24 febbraio in Seminario. In filigrana sempre il messaggio di Amoris Laetitia e l’invito ad andare oltre i propri limiti:

«Non perdiamo la speranza a causa dei nostri limiti, ma neppure rinunciamo a cercare la pienezza di amore e di comunione che ci è stata promessa» (AL 325)

Non può dunque mancare un’attenzione particolare alle situazioni di fragilità, sollecitata anche dai vescovi lombardi: «Cercheremo di essere più vicini a tutti – scrivono nella loro lettera – con chiarezza e amorevolezza»

«Oggi – osserva l’incaricata diocesana – il contesto presenta diverse difficoltà. I problemi della precarietà del lavoro e le difficoltà educative ad esempio sono sfide che indeboliscono la famiglia e la spingono sempre più spesso verso condizioni di fragilità che siamo chiamati ad incontrare».

Per questo stiamo lavorando all’apertura di due punti diocesani (uno al Santuario di Caravaggio e l’altro al Centro Pastorale di Cremona) per un servizio di affiancamento ai sacerdoti nell’accompagnamento delle situazioni irregolari: «I sacerdoti sono i primi a raccogliere in parrocchia nei santuari o in confessionale le richiese di accompagnamento delle famiglie in crisi ed oggi chiedono un confronto e un approfondimento sul tema del discernimento. Lo potranno trovare in questi due luoghi, dove troveranno un’equipe a disposizione»

 

Protagonisti della pastorale

Altre occasioni di incontro sono da cercare in «corsi di preparazione al matrimonio che educhino alla cura delle relazioni», nell’ambito della iniziazione cristiana che «pur con un accesso faticoso e spesso legato ai sacramenti dei figli offre la preziosa opportunità di inserire le famiglie nel tessuto delle comunità», ma anche nella quotidianità pastorale. Per questo nelle nuove linee pastorali la pastorale familiare pone l’accento sulle nuove ministerialità.

Nella quotidianità delle parrocchie e delle nuove unità pastorali è infatti richiesta una sempre più attiva partecipazione del laicato alla guida pastorale, in affiancamento ai sacerdoti. «E’ un ambito da definire e ci stiamo lavorando. Inizieremo affidando sempre la cura dei gruppi famiglia e delle attività della pastorale familiare nelle unità a coppie di sposi che, con i parroci, possono pensare a percorsi “a misura di famiglia”». Nella prospettiva di un sempre crescente coinvolgimento delle figure laicali nella pastorale c’è dunque una specifica ricchezza che può arrivare dalle famiglie: «E’ la relazione che si vive nella famiglia che diventa testimonianza di una nuova modalità di lavoro nelle comunità. Per questo le famiglie sono chiamate a mettersi a servizio, per fare in modo che la Chiesa sia davvero una “famiglia di famiglie”».

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