Enzo Bianchi tuona contro «l’afonia» dei cattolici in politica e richiama l’appello di don Mazzolari (audio completi e video intervista)

Il fondatore della comunità di Bose è intervenuto al convegno organizzato a Bozzolo, con padre Riggio e il professor Borsa

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Un appuntamento molto partecipato e apprezzato dai presenti quello che si è svolto a Bozzolo sabato 5 ottobre dal titolo “Questa è l’ora: appello ai cattolici”.

L’incontro, organizzato da “Amici del dialogo-Associazione di cultura e politica area Oglio Po”, in collaborazione con la Fondazione don Primo Mazzolari e la Parrocchia di San Pietro Apostolo di Bozzolo, ha visto tra i relatori il prof. Giovanni Borsa direttore della rivista mazzolariana “Impegno”, padre Giuseppe Riggio caporedattore della rivista gesuita “Aggiornamenti sociali” e padre Enzo Bianchi fondatore della “Comunità monastica di Bose”.

I cattolici devono essere visibili. Papa Francesco e prima ancora il Vangelo portano a fare una scelta di campo pre-politica, apartitica, non ideologica. Ma portano a scegliere. Per il bene della polis, della città, per il bene pubblico. Questo in sintesi quanto è stato condiviso dai relatori presenti.

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A partire da don Luigi Pisani, parroco di Bozzolo, che nell’introdurre i lavori ha confidato che «non è stato facile preparare questo incontro ma noi abbiamo insistito perché ci fosse questo momento in questo momento. Tante le resistenze interne alle parrocchie e dentro l’ecclesialità stessa nel parlare di politica». Perché pare ci si dimentichi il senso proprio delle parole, nel suo significato originale. «Per superare la tentazione di tanti cattolici di rintanarsi nelle sagrestie sazi di un culto privato e personale -continua don Pisani – occorre spingerli a decidersi in quale chiesa vorrebbero riconoscersi. Nella chiesa di don Primo e di papa Francesco, che è quella del Concilio Vaticano II? O in quella di alcune ideologie tradizionaliste o dietrologie, che vorrebbero riportarci al medioevo clericale, alle vecchie dogane, ai muri del silenzio, ai reticolati assassini magari ammantati dall’idea della difesa dei nostri valori e della nostra fede? Quale chiesa vogliono scegliere i cristiani?».

Dopo queste sollecitazioni, è stato il momento di una riflessione da parte del prof. Borsa che, a partire dagli studi promossi dalla Fondazione Mazzolari, ha attualizzato il motto di don Primo “il Vangelo è un invito a fare, fare è la prima beatitudine”. «La fede è incarnata – ha dichiarato – nella lucida osservazione della realtà che la circonda, sia essa la pieve sull’argine oppure le trincee, l’Italia del fascismo o quella della ricostruzione. Fra la gente a cui don Primo andava incontro scorgeva allora la necessità di un’azione riformatrice». La stessa di cui c’è necessità oggi. La stessa, per utilizzare i citati termini di don Primo dalle pagine della sua “Rivoluzione cristiana”, che  gli faceva dire che «nessuno può eguagliare la passione rivoluzionaria del cristiano perché nessuno può eguagliare la sua sete di salvezza. E ci si salva con gli altri. Ci si salva salvando».

L’audio dell’intervento del prof. Borsa

A seguire, è stato il momento di un lungo excursus storico di padre Riggio che, partito dal Non expedit di Pio IX (che impediva ai cattolici di impegnarsi nella politica sia attiva che passiva), passando attraverso “l’Appello ai liberi e forti” di don Sturzo, per arrivare all’Assemblea costituente del dopo guerra e al caso Moro, ha ripercorso per tappe la partecipazione dei cattolici alla vita politica del loro Paese. Fino ai tempi attuali. Dato significativo nel presente è il forte astensionismo alle ultime elezioni europee, il che significa un profondo disinteresse per la politica, «da troppi dileggiata». Mentre grande è «la sfida della vocazione all’impegno politico», per ricordare l’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco.

L’audio dell’intervento di padre Riggio

Da ultimo, l’intervento probabilmente più atteso, perché si sa che padre Enzo Bianchi, oltre che essere il fondatore della comunità monastica di Bose, è anche molto vicino agli ambienti papali. E ci si aspetta da lui delle provocazioni e delle novità. Le quali non sono tardate ad arrivare.

«Viviamo nel tempo della crisi ma il vero problema si chiama aporia, aporia come incertezza, come non comprendere e non sapere, non saper dire né decidere né operare delle scelte -ha dichiarato- Questo perché manca l’operazione faticosa e paziente del discernimento, della lettura dei segni dei tempi».

E, sollecitando a interrogarsi su quello che è necessario nell’hic et nunc, qui e ora, nel mondo europeo del secondo millennio, ha portato l’auditorium a riflettere, con partecipazione a tratti commossa, sull’incapacità dei cattolici, dei cristiani, a stare nella polis. «Un’afonia dovuta a un’astenia della loro fede. Continuiamo a interrogarci sui mezzi con cui i cattolici possono essere presenti in politica. Ma il problema è più radicale. C’è stato un allontanamento. I cattolici sono stati delegittimati e sostituiti da soggetti ecclesiastici che hanno avocato a sé il discernimento della politica italiana. Si è negata ai fedeli laici la possibilità di essere cristiani adulti e maturi. La loro voce è stata impedita». Bianchi addita pertanto a una certa visione di chiesa la colpa di non aver lasciato spazio al laicato di vivere nella polis l’ispirazione cristiana, che è quella che nasce dalla parola di Dio e che chiede di essere partecipi alla vita della città. L’ispirazione che non si accontenta del servizio agli altri nella verità e nella carità, ma che è anche un’assunzione di scelta e di azioni nella politica, nell’economia, nel governo della città.

«Spetta ai cattolici la funzione immediata nel partecipare in prima persona alla vita pubblica».

La concezione cristiana della politica, allora, dev’essere «eversiva e anormale», perché solo così si distacca da ciò che nella storia è vincente. «La fede cristiana chiede oggi una rifondazione. Il fondamento è e resta Gesù Cristo ma il modo di vivere il cristianesimo in questa società di oggi è nuovo e chiede che noi rifondiamo la nostra prassi e la nostra presenza. Ma questo dipende da una fede che abbia una vera passione per Gesù Cristo, il che significa una vera passione per l’uomo. Altrimenti la nostra sterilità continuerà ad essere attestata».

L’audio dell’intervento di Enzo Bianchi

Erano presenti il sindaco di Bozzolo, l’on. Giuseppe Torchio, la senatrice Albertina Soliani, l’on. Bruno Tabacci e l’on. Pierluigi  Castagnetti.

 

A BREVE IL VIDEO INTEGRALE DEL CONVEGNO

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
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