Don Piacentini confermato alla presidenza della Mutua del Clero

Don Antonio Bandirali è il nuovo vicepresidente, mentre don Piazzi è il segretrario. Il rag. Daniele Rossi, socio onorario, resta cassiere

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Nei giorni scorsi, presso la sala riunioni della Curia vescovile, si sono riuniti i membri eletti del Consiglio direttivo della Società di Mutuo Soccorso e Previdenza fra i Sacerdoti della Diocesi di Cremona. Durante l’incontro sono state scelte le cariche sociali che dureranno tre anni. Presidente è stato confermato, all’unanimità, don Giambattista Piacentini, mentre vicepresidente è stato eletto, sempre all’unanimità, don Antonio Bandirali. Il consigliere don Daniele Piazzi è stato scelto come segretario, mentre il rag. Daniele Rossi – socio onorario – è stato confermato cassiere. Il Consiglio è poi composto dagli altri consiglieri: Mons. Giansante Fusar Imperatore, don Fabrizio Ghisoni, don Luigi Mantia, don Claudio Rubagotti, don Piergiorgio Tizzi, don Giuliano Valiati.

 

La storia

La società nacque il 1 gennaio 1892 per l’intraprendenza di alcuni preti che, negli anni precedenti si erano presi cura di un giovane sacerdote, gravemente ammalato, don Giuseppe Pini, assistendolo e mantenendolo con offerte spontanee, anche durante la sua degenza alla clinica S. Camillo. «Quando morì provvidero per i suoi funerali, rendendo così all’anima del loro confratello l’ultimo attestato di quella carità che li strinse in vita. Fu appunto in quella circostanza che essi pensarono a costituire la Società di Mutuo Soccorso fra i Sacerdoti Cremonesi» (dalla relazione alla prima assemblea della Società – 4 novembre 1893).

L’iniziativa fu apprezzata da mons. Bonomelli, che ne approvò lo Statuto e che invitò tutti i preti diocesani ad aderirvi. «Quale ne è lo scopo? Esso è duplice, morale e materiale: il morale di fomentare lo spirito di carità che ci deve tutti animare, il materiale di venire in soccorso dei soci mediante il sussidio di £. 2 al giorno in caso di malattia e di aiutare, secondo il potere della Società, quelli che si trovassero in gravi angustie economiche per l’adempimento del loro sacro ministero. A questo però non si limitano le mire della Società, ma essa tende o ad assicurare una pensione giornaliera ai Soci vecchi ed impotenti oppure a fondare una Casa dove questi possano ritirarsi a passare tranquillamente gli ultimi anni della loro vita» (dalla relazione citata).

La storia della Società è caratterizzata dalla fedeltà, pur con modalità diversificate in base alle mutate condizioni sociali del tempo, a questa intuizione iniziale: l’attenzione ai preti più bisognosi.

 

L’attualità

Lo Statuto attuale, approvato nel 2003, conferma gli obiettivi della Mutua: promuovere e mantenere vivo lo spirito di carità e di unione; garantire forme di assistenza e previdenza; assicurare ai soci un sussidio nel caso di malattia e/o infermità a integrazione dell’assistenza del Servizio Sanitario Nazionale; garantire una assistenza nella vecchiaia, anche con la gestione diretta di case di riposo.

Attualmente la Società è composta da quasi tutti i Sacerdoti diocesani; ha la forma giuridica di una cooperativa; è guidata da un consiglio direttivo, composto da nove membri, eletto democraticamente, ogni tre anni, da tutti i soci; ogni socio, all’inizio dell’anno, versa la propria quota di adesione, attualmente stabilita in € 185,00. Ciò permette alla Società il pagamento del premio assicurativo che garantisce l’assistenza e il rimborso di numerose spese di natura sanitaria, oltre che il versamento di una diaria giornaliera in caso di ricovero.

Sicuramente uno snodo significativo nella storia della Società è avvenuto con il conseguimento, una ventina di anni fa, dell’eredità delle sorelle Maria Luisa e Maria Cristina Tonghini, da sempre vicine a questa realtà. Questo ha permesso la realizzazione, in grata memoria delle care benefattrici, presso la Villa Flaminia, di una Casa del Clero, con la possibilità di ospitare alcuni sacerdoti garantendo loro la necessaria autonomia e indipendenza così come, contemporaneamente, la prestazione di servizi comuni (cucina, pulizie, lavanderia …). Attualmente sono 8 i sacerdoti ospiti della Casa.

La Società, inoltre, è tra i sei soci fondatori della «Fondazione La Pace» che ha dato vita alla nuova Casa di Riposo “Giovanni e Luciana Arvedi” di via Massarotti a Cremona.

Infine nelle scorse settimane la Società ha stipulato una convenzione con la clinica San Camillo di via Mantova per una serie di esami diagnostici per tutti gli associati.

Una storia lunga e fruttuosa, quella della Società, che guarda al suo lungo passato per confermare anche nel futuro la volontà di essere uno strumento di fraternità sacerdotale, un esempio di carità e solidarietà cristiana.

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