Don Nicolas e don Patsilver, due sacerdoti per accompagnare le comunità cristiane africane

Don Nicolas Diene, senegalese, e don Patsilver Okah, nigeriano, sono i nuovi cappellani diocesani per la comunità francofona e per quella anglofona

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La diocesi di Cremona ha dato il benvenuto, nei mesi scorsi, a due nuovi sacerdoti, don Nicolas Diene, nominato cappellano della comunità africana francofona, e don Patsilver Okah, per quella anglofona. E le due comunità sono state accolte unitamente dalla parrocchia del Migliaro, che ha accettato di condividere con loro la propria chiesa, mettendola a disposizione per le celebrazioni.

«La richiesta ai parrocchiani di condividere la loro chiesa con le comunità etniche ha riscosso una risposta positiva – spiega don Maurizio Ghilardi, parroco del Boschetto e Migliaro e Incaricato Pastorale Migrantes –; le comunità etniche hanno quindi iniziato ad utilizzare la chiesa del Migliaro come punto di riferimento e celebrano solitamente la terza domenica del mese la comunità francofona e la quarta domenica del mese la comunità anglofona».

L’arrivo dei due cappellani si è rivelato essere un importante punto di svolta per queste comunità, perché possano usufruire di una guida sicura nel loro percorso di fede e di integrazione.

Don Patsilver Okah, cappellano comunità africana anglofona

Già collaboratore nelle parrocchie di S. Maria Annunciata, S. Ambrogio vescovo, Ss. Nazario e Celso in S. Giuseppe e S. Maria Nascente, don Diene, senegalese originario di Dakar, si presenta come pastore esperto, pronto a guidare la comunità francofona. Di rilievo anche la figura di don Patsilver, nigeriano, il quale sta svolgendo un importante ruolo comunitario. La comunità africana anglofona, infatti, dopo anni fiorenti, soprattutto nella zona mantovana della diocesi di Cremona, si stava pian piano disperdendo, ma si sta ora ritrovando e ricomponendo grazie all’opera di don Okah; il lavoro del cappellano, dunque, non è solo limitato alla funzione di guida per la propria comunità, ma consiste anche nel saper conoscere e contattare le persone all’interno del territorio della diocesi.

«Non da subito abbiamo avuto i cappellani per entrambe le comunità, ma da qualche mese a questa parte abbiamo la possibilità di avere con noi don Nicolas e don Patsilver – prosegue don Maurizio –. Avere delle figure di riferimento come cappellani etnici significa sentirsi ancora comunità, significa non sentirsi completamente dispersi, ma nel frattempo non devono nemmeno essere esclusive, ma capaci di inserirsi nel territorio diocesano. Avere un attimo un momento di ritrovo significa poter parlare la propria lingua, poter condividere informazioni rispetto al proprio Paese di provenienza. È importante avere anche chi presiede l’Eucaristia con un linguaggio e una modalità che ovviamente si avvicina alla loro».

 

Don Nicolas Diene, cappellano comunità africana francofona

Le due comunità, alle quali si è aggiunta, date le circostanze dell’ultimo periodo, quella ucraina, risultano quindi essere un punto di unione e di ritrovo, ma anche di collaborazione, sia interna che con la parrocchia del Migliaro. I fedeli, per la maggior parte ivoriani nella comunità francofona e nigeriani e ghanesi in quella anglofona, hanno avuto un’ottima accoglienza da parte dei parrocchiani, che si sono subito resi disponibili alla collaborazione e alla condivisione.

Ma le esperienze di comunità straniera all’interno alla diocesi cremonese non si limitano a queste: in città, infatti, risiede la comunità cattolica romena, guidata dall’ormai storico don Anton Jicmon, mentre a Casalmaggiore è viva da quasi tredici anni la comunità cattolica ghanese, una vera e propria associazione di fedeli accompagnata da don Prince Ampong, cappellano “preso in prestito” dalla diocesi di Reggio Emilia.

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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