Don Andrea, don Claudio, don Alex e don Jacopo: sacerdoti «del Corpus Domini» per la Chiesa cremonese

Il vescovo Napolioni ha presieduto in una Cattedrale gremita e partecipe la Messa di ordinazione presbiterale di don Bani, don Malfasi, don Bressani e don Mariotti

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La Chiesa di Cremona abbraccia quattro nuovi sacerdoti che, con l’ordinazione ricevuta dalle mani del vescovo Napolioni nella serata di sabato 10 giugno, hanno fatto il loro ingresso nel presbiterio diocesano: don Andrea Bani (26 anni di Agnadello), don Claudio Mario Bressani (40 anni di Caravaggio), don Alex Malfasi (29 anni di Castelleone) e don Jacopo Mariotti (25enne di Cremona, della parrocchia di Cristo Re).

Ad accompagnare l’ingresso nella grande navata della Cattedrale di Cremona dei quattro diaconi, affiancati dai parroci don Marco Leggio, mons. Giansante Fusar Imperatore, don Giambattista Piacentini e l’amministratore parrocchiale di Cristo Re don Pierluigi Fontana, una lunga processione: il Vescovo Napolioni con il clero diocesano, i sacerdoti che lo hanno accompagnato nel suo percorso di formazione nelle parrocchie dove è cresciuto e ha prestato servizio da seminarista; presenti anche cinque vescovi: oltre a mons. Napolioni, anche l’emerito di Cremona Dante Lafranconi e i vescovi di origine cremonese Enrico Trevisi (a lungo rettore del Seminario e poi parroco proprio di Cristo Re, la parrocchia di don Mariotti, sino all’ingresso come vescovo di Trieste nei mesi scorsi) e Gian Carlo Perego (l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio è originario di Agnadello come don Bani), insieme anche all’amministratore apostolico di Lugano Alain de Raemy (legato da una solida amicizia a don Bressani).

«Lo Spirito mi ha mandato ad annunziare un lieto messaggio di salvezza…»: il canto di ingresso, intonato dal coro diretta da don Graziano Ghisolfi e “rinforzato” per l’occasione da cantori provenienti dalle parrocchie dove da seminaristi e da diaconi gli ordinandi hanno prestato il loro servizio negli anni della formazione, avvolge l’assemblea che accoglie i quattro giovani in un clima di profondo raccoglimento e di grata commozione, ben riconoscibile negli sguardi dei famigliari e dei tantissimi amici che non hanno fatto mancare la loro presenza e la loro preghiera. «Un’assemblea splendida – come ha sottolineato introducendo la celebrazione il vescovo Napolioni – non solo perché numerosa, ma perché affettuosa, colma di legami umani e spirituali che, insieme, danno vita al ministero della Chiesa. È l’inizio del servizio a Cristo che vi ha affascinato e chiamato nella sua opera, per la gioia degli uomini »

La celebrazione è proseguita con la liturgia della Parola, prima del momento dell’ordinazione, introdotto dalla presentazione ed elezione, in cui i quattro ordinandi, presentati al vescovo e alla comunità dal rettore del Seminario, don Marco D’Agostino, hanno pronunciato il loro «eccomi».

«Diventate preti nel Corpus Domini – ha sottolineato il vescovo Napolioni rivolgendosi direttamente ai quattro ordinandi all’inizio della sua omelia – È una coincidenza bellissima. È una festa che ci aiuta a non distrarci, ci fa concentrare sull’essenziale del sacerdozio, quelle due micro-frasi che costituiranno l’essenza di una vita così: “Questo è il mio corpo” e “Io ti assolvo”». Tre suggestioni proposte dal vescovo nella sua riflessione su queste due frasi che – ha detto – contengono «una bugia, una sfida, una festa».

La bugia «che direte ogni giorno, che vi chiedo di dirla il più possibile» è nell’utilizzo della “prima persona singolare”. «Non è così – ha argomentato monsignor Napolioni – faccio una cosa che non è mia, è tutto Suo il mistero che si compie nell’Eucaristia. Ed è Cristo Gesù che perdona». Così l’invito a cogliere in se stessi «non il merito ma il bisogno», perché «i primi bisognosi di sentirsi dire questo è il mio corpo e del perdono sacramentale siamo noi che lo amministriamo ai fratelli». Spendendo la vita «per un Altro: non rubategli il posto, non usatelo, non trascuratelo, non datelo per scontato».

Così «la bugia diventa una sfida perché Dio non ci lascia spettatori di ciò che lui fa», ma coinvolge l’umanità di ciascuno con la sua libertà: «Non tiriamoci indietro quando il gioco si fa duro. È la sua nudità sulla croce che ci salva e ci realizza, non i nostri “rivestimenti” da preti», anche nelle sfide di un tempo che mette alla prova ma che «per questo è tempo di rinnovamento, di sinodo e di missione. Stasera vi ordino con entusiasmo perché insieme faremo questo pellegrinaggio alla ricerca del disegno di Dio sulla Chiesa del nostro tempo. E aiutateci anche voi a guardare avanti, a guardare in alto, negli occhi di Gesù».

E arriva così, la riflessione del vescovo, alla festa desiderata: «Siamo in festa perché siamo una Chiesa benedetta, non nei numeri ma nella comunione. È questa la vera gioia dei credenti: non i successi o i legami privati, ma la comunione divina ed ecclesiale, eucaristica e fraterna». Il riferimento va all’Eucaristia che durante questa Messa i quattro sacerdoti novelli amministreranno per la prima volta: «È comunione con questo popolo e con quello degli indifferenti, quello che non conoscete e che la provvidenza vi prepara. È tutta l’umanità il santo popolo di Dio, non solo “i nostri”: un popolo da abitare come figli, da costruire come fratelli, da servire e custodire come ministri, da venerare con gratitudine come peccatori perdonati».

«Così diventate preti del Corpus Domini, in nome Suo». Così ha concluso quindi il vescovo, terminando l’omelia con la lettura della preghiera scritta dal cardinal Montini, futuro Papa Paolo VI, per i sacerdoti novelli di Milano nel 1957: «O Signore, da’ a questi Tuoi Ministri un cuore…». Un cuore puro, grande e forte, «un cuore, insomma, o Signore, capace veramente di amare, cioè di comprendere, di accogliere, di servire, di sacrificarsi, di essere beato nel palpitare dei tuoi sentimenti e dei tuoi pensieri». Parole che restano, affidate oggi ai nuovi sacerdoti e alla comunità della Chiesa di Cremona.

 

 

Dopo l’omelia la celebrazione è proseguita con la liturgia dell’ordinazione dei quattro preti novelli che dopo la manifestazione della volontà e l’assunzione dell’impegno al ministero sacerdotale con i cinque «lo voglio», uno dopo l’altro, hanno posto le loro mani in quelle del vescovo per la promessa di rispetto e obbedienza.

Quindi il canto delle litanie dei santi ha intonato la preghiera mentre don Andrea, don Claudio Mario, don Alex e don Jacopo si sono prostrati con il volto a terra. Quindi è giunto il momento dell’imposizione delle mani sul capo da parte del vescovo e di tutti gli altri presbiteri concelebranti in segno di fraterna accoglienza nel presbiterato. Poi il vescovo ha recitato la preghiera di ordinazione introducendo ai riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali, l’unzione con il sacro crisma, la consegna del pane e del vino, l’abbraccio di pace e la professione di fede, che ha concluso il rito dell’ordinazione.

La Messa è quindi proseguita con la liturgia eucaristica, durante la quale per la prima volta i sacerdoti appena ordinati hanno consacrato il pane e il vino. Al termine della celebrazione, prima della benedizione un momento di gratitudine con l’applauso di tutta l’assemblea ai quattro nuovi sacerdoti e poi – su invito del vescovo Napolioni – quello del presbiterio, vescovi e sacerdoti, che hanno sottolineato la profonda partecipazione di un’assemblea numerosa e raccolta: «Siete stati – ha concluso Napolioni – un’assemblea straordinaria».

La festa con i confratelli, i parenti e gli amici, al termine della celebrazione, continuerà domenica 11 giugno con le prime Messe nelle parrocchie d’origine: alle 10.30 nella parrocchiale di Caravaggio don Claudio Mario Bressani, alle 11 nella chiesa di Castelleone don Alex Malfasi, alle 17.30 nella chiesa di Cristo Re a Cremona don Jacopo Mariotti e alle 18 ad Agnadello don Andrea Bani.

 

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Profilo dei futuri sacerdoti

Don Andrea Bani, classe 1997, è originario della parrocchia “S. Vittore martire” in Agnadello (Cr). Fin da bambino ha frequentato l’oratorio, impegnandosi successivamente come animatore, educatore e catechista. Fondamentali sono state per lui le esperienze svolte in oratorio come educatore ai campi estivi, come barelliere a Lourdes con l’Unitalsi e i ritiri spirituali vissuti insieme ai coetanei della parrocchia. Inoltre, la vicinanza e la gioiosa testimonianza dei parroci e dei vicari conosciuti durante l’adolescenza ha fatto scorgere e maturare il desiderio di mettersi a servizio della Chiesa nel ministero presbiterale. Il suo ingresso in Seminario nel 2016 dopo il diploma all’istituto tecnico commerciale “Luca Pacioli” di Crema. Durante gli anni della formazione ha svolto il proprio servizio pastorale nell’unità pastorale di Pizzighettone, a Mozzanica e a Cavatigozzi. Quest’anno ha svolto il ministero diaconale nell’unità pastorale di Piadena. Inizierà il proprio ministero come vicario nell’unità pastorale “Città di Viadana” formata dalle parrocchie di Buzzoletto e Viadana (“S. Maria Annunciata”, “S. Maria Assunta e S. Cristoforo”, “S. Pietro apostolo” e “Ss. Martino e Nicola”).

 

Don Claudio Mario Bressani, classe 1983, è originario della parrocchia “Ss. Fermo e Rustico martiri” in Caravaggio. Dopo il diploma in Chimica industriale, ha iniziato un’esperienza lavorativa che lo ha portato ad aprire nel 2013 una propria azienda. Da sempre impegnato in vari ambiti parrocchiali, soprattutto quello liturgico, nel 2013 ha iniziato a frequentare un corso triennale di Liturgia per la pastorale, organizzato dalla Diocesi di Roma presso il Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo. La scelta di entrare in Seminario è maturata con il tempo nella collaborazione con i preti della parrocchia e attraverso l’incontro decisivo con una persona che lo ha messo “spalle al muro” durante un corso di esercizi spirituali in un momento personale di difficoltà. Nella preghiera e nel dialogo con il Signore, guidato nella riflessione e da una guida gesuita, si è aperto alla possibilità di trovare la pienezza di vita nel dono di sé per Cristo e la sua Chiesa. Entrato in Seminario nel settembre 2016, in questi anni ha prestato servizio nell’unità Pastorale di Pozzaglio, Casalsigone, Castelnuovo Gherardi, Olmeneta e Corte de’ Frati; quindi ad Antegnate collaborando per l’erigenda unità pastorale con Covo, Barbata-Isso e Fontanella; e poi a Cremona nell’unità pastorale Sant’Omobono formata dalle parrocchie della Cattedrale, S. Imerio e San Pietro al Po. Ha svolto il ministero diaconale nelle parrocchie di Cassano d’Adda. Inizierà il proprio ministero come vicario nell’unità pastorale “Maria Madre della Chiesa”, formata dalle parrocchie di Sabbioneta, Breda Cisoni, Ponteterra e Villa Pasquali.

 

Don Alex Malfasi, classe 1994, è originario della parrocchia “Ss. Filippo e Giacomo apostoli” in Castelleone. La sua vocazione è nata essenzialmente grazie alle esperienze vissute in oratorio. Dopo una prima intuizione avuta nell’ambito di una confessione durante un campo estivo, hA iniziato un percorso di discernimento grazie ai preti della parrocchia. Due sono stati in particolare gli elementi che gli hanno permesso di comprendere la proposta del Signore per la propria vita: le ricche esperienze di comunità e di vita ecclesiale e le occasioni di ritiro spirituale e preghiera periodicamente proposte nell’ambito della vita oratoriana. Così, dopo aver frequentato il liceo linguistico “W. Shakespeare” di Crema e aver ultimato gli esami del corso di Scienze psicologiche presso l’Università degli studi di Bergamo, ha iniziato il percorso di formazione presso il Seminario Vescovile di Cremona. Durante l’anno di Propedeutica ha scritto e discusso l’elaborato conclusivo del corso universitario. Nel tempo del Seminario ha prestato servizio nelle parrocchie di Viadana e Calcio. Ha svolto il ministero diaconale nell’unità pastorale “don Primo Mazzolari” di Cremona, formata dalle parrocchie di Sant’Ambrogio, Cambonino, Boschetto e Migliaro, collaborando anche con l’équipe diocesana di pastorale vocazionale, occupandosi in particolar modo delle iniziative per i giovani (18-35 anni), e aiutando il cappellano della casa di cura “Figlie di San Camillo” di Cremona per la visita ai degenti. Inizierà il proprio ministero come vicario nell’unità pastorale “Madonna della Speranza” formata dalle parrocchie di Castelverde, Castelnuovo del Zappa, Costa Sant’Abramo, Marzalengo e San Martino in Beliseto.

 

Don Jacopo Mariotti, classe 1998, è originario della parrocchia “Cristo Re” in Cremona. Proprio nella comunità del quartiere Po di Cremona ha mosso i primi passi, frequentando il catechismo e l’oratorio, sviluppando fin da giovanissimo un interesse e una passione per quello che riguarda la vita della comunità. Oltre alle attività di catechesi, ha vissuto con intensità il proprio servizio come giovane educatore del Grest e delle attività estive e impegnandosi come aiuto catechista. Tra le esperienze più significative quella di chierichetto: è con il servizio all’altare, infatti, che si è acceso in lui quel forte desiderio di offrirsi tutto al Signore e ai fratelli. Cominciando dunque a frequentare la Messa feriale e la preghiera del Vespro in parrocchia, ha iniziato un profondo cammino di discernimento insieme ai suoi sacerdoti che, passo dopo passo, lo hanno indirizzato all’ingresso in Seminario. Non essendoci tale possibilità a Cremona prima del termine delle scuole superiori, ha deciso di entrare nel Seminario Minore di Bergamo con la prospettiva poi di rientrare in diocesi per proseguire gli studi teologici. Dopo la maturità presso il liceo delle Scienze umane, l’ingresso dunque nel Seminario vescovile di Cremona. Negli anni di formazione ha svolto il proprio servizio pastorale presso le parrocchie di Castelverde e Caravaggio. Ha svolto il ministero diaconale nell’unità pastorale di Pomponesco. Inizierà il proprio ministero come vicario a Cassano d’Adda per le parrocchie “Annunciazione”, “Cristo Risorto”, “S. Maria Immacolata e S. Zeno” e “S. Pietro apostolo”.

TeleRadio Cremona Cittanova
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