Deceduto mons. Carlo Abbiati, economo diocesano e canonico della Cattedrale. Il ricordo del vescovo emerito Lafranconi

Le esequie saranno celebrate mercoledì 23 marzo alle ore 10 in Duomo. Poi la tumulazione nel cimitero di Cassano d'Adda

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Mons. Carlo Abbiati, figura di spicco del clero cremonese, economo diocesano e direttore dell’Opera di Religione S. Omobono dal 1997, oltre che canonico della Cattedrale, è deceduto all’alba del 21 marzo, lunedì santo, nella clinica Ancelle della Carità dove era ricoverato da alcune settimane. Le esequie saranno celebrate dal vescovo Napolioni in Cattedrale, mercoledì alle ore 10. La camera ardente è allestita in Seminario (in sala Cazzani; apertura dalle 8 alle 19),  dove fu vicerettore dal 1962 al 1966 ed economo dal 1966 al 1987: qui nel pomeriggio di martedì 22 marzo, alle 17, è in programma un momento di preghiera comunitario. Alle ore 9 di mercoledì 23 marzo il feretro lascerà il Seminario alla volta della Cattedrale. Dopo le esequie la salma sarà trasportate a Cassano d’Adda, suo paese d’origine: nella chiesa di San Zeno, alle ore 14.30, si terrà una celebrazione esequiale, poi il trasporto nel cimitero locale e la tumulazione nella cappella dei sacerdoti.

Mons. Carlo Abbiati, nato il 7 febbraio 1939, il 16 giugno 1962 venne ordinato sacerdote insieme ad altri tre confratelli: mons. Floriano Danini, don Luigi Carrai e don Emilio Sarzi Amadè (deceduto nel 2013). Il suo primo incarico pastorale è stato come vicerettore del Seminario, di cui poi, dal 1966 al 1987, è stato economo. Dal 1985 al 1987, inoltre, è stato responsabile della Caritas diocesana.

Quindi la promozione a parroco, con il vescovo Assi che gli affidò la prestigiosa comunità cittadina di S. Agata, che ha guidato con grande zelo dal 1987 al 1997. In quell’anno il vescovo Nicolini lo volle economo diocesano: incarico che ha ricoperto con diligenza e estrema precisione anche nell’episcopato di mons. Lafranconi e nell’inizio di quello di mons. Napolioni. Negli stessi anni è stato anche direttore dell’Opera di religione S. Omobono e assistente dell’Istituto Figlie di S. Angela Merici. Inoltre, dal 2004  era canonico del Capitolo della Cattedrale.

Dal 1988 al 2000 mons. Abbiati è stato anche incaricato diocesano FACI (Federazione nazionale del clero italiano) e per alcuni mesi del 2015 delegato vescovile “ad interim” per il Santuario di Caravaggio.

«Ha saputo servire la Chiesa con amore e competenza», così il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, sintetizza la figura di mons. Abbiati. «L’ho conosciuto come economo – ricorda mons. Lafranconi  – e l’ho apprezzato molto per la sua competenza. Ma soprattutto per la sua capacità di abbinare questo lavoro, a contatto con problemi economici e amministrativi, con un senso cristiano ed evangelico. Davvero ho potuto constatare la sua grande spiritualità sacerdotale, sempre attento al Signore e al servizio della Chiesa»

Un sacerdote «molto religioso, sensibile e delicato». Lo ricorda così mons. Danini, suo compagno di Messa e arciprete emerito di Viadana. «Aveva un fondo di timidezza naturale. Purtroppo non aveva mai avuto fortuna nella salute: sin dal seminario e poi più tardi quando, negli ultimi anni, ha dovuto lottare contro un male difficile da curare». Sempre «attento e disciplinato», continua ancora mons. Danini ricordando il modo con il quale ha ricoperto per quasi vent’anni il compito di economo diocesano. «Un ruolo – precisa mons. Danini – svolto con particolare intelligenza, attenzione e lealtà al Vescovo e alle realtà diocesane».

«Abbiamo lavorato insieme per tre anni – ricorda mons. Giansante Fusar Imperatore, parroco di Cassano San Zeno e nei suoi primi anni di ministero vicerettore del Seminario quando don Carlo era economo -. Di lui rammentò una dedizione puntuale e precisa ai suoi compiti. Aveva una passione immensa per il Seminario che ha sempre considerato la sua casa e uno stima grande per tutti i suoi confratelli, in modo particolare ricordo la profonda fraternità tra lui e mons. Maurizio Galli, che per lungo tempo, prima di diventare vescovo di Fidenza, è stato rettore del Seminario».

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