Deceduto il prof. Angelo Rescaglio, umanista e uomo di fede: indimenticato docente dell’Aselli, fu senatore della Repubblica e presidente dell’Azione Cattolica cremonese

Il ricordo della professoressa Luisa Tinelli. I funerali saranno presieduti martedì a San Daniele Po dal vescovo emerito Dante Lafranconi

image_pdfimage_print

Si è spento a 87 anni il professor Angelo Rescaglio, umanista, docente, senatore della Repubblica nella XIII Legislatura, già presidente dell’Azione Cattolica cremonese e dell’Associazione nazionale partigiani cristiani. Originario di San Daniele Po, si era laureato in Lettere moderne all’Università Cattolica del S. Cuore nel 1963. Giornalista, collaborò intensamente con il settimanale diocesano La Vita Cattolica, che il 24 gennaio 2014, nella festa di san Francesco di Sales, lo premiò per i 50 anni ininterrotti di collaborazione. I funerali saranno presieduti dal vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, martedì 31 ottobre alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di San Daniele Po.

 

Di seguito proponiamo un ricordo dell’on. Rescaglio nel contributo della professoressa Luisa Tinelli.

 

Il professor Rescaglio dorme il sonno dei giusti e contempla il volto di Dio che ha sempre cercato in ogni uomo. Non ci ha lasciati, come si suole dire quando un amico fraterno conclude il suo cammino terreno, perché ovunque ci sono segni che parlano di lui nella scuola, nella chiesa, in città, nel suo paese d’elezione, San Daniele.

Oltre all’intelligenza, alla sensibilità, generosità, cultura, i tratti che ai miei occhi caratterizzano il professor Rescaglio sono la mitezza, virtù dei costruttori di pace, e l’umiltà della carità, virtù che considera l’altro sempre superiore a sé. Impossibile non amare il professor Rescaglio!

Egli è stato non solo insegnante ma anche maestro, punto di riferimento per colleghi e studenti del liceo “Aselli”. La letteratura, sia italiana che latina, era strumento per raccontare la grandezza della dignità dell’uomo e porre la questione del senso dell’esistere. Convinto che non ci potesse essere istruzione senza educazione, che scuola e democrazia costituissero un binomio indissolubile, rese i suoi studenti protagonisti del sapere e costruttori di comunità.

A San Daniele, piccolo borgo della Bassa, aveva creato il gruppo “Al Dòdas”, un cenacolo di ricerca, dove i suoi studenti presentavano gli ultimi romanzi letti con lui o intervistavano esperti sugli eventi del presente.

L’amore per le “humanae litterae” era da lui testimoniato nei numerosi incontri promossi come presidente della “Dante Alighieri” (ancora nello scorso giugno aveva tenuto una lezione su Manzoni) e non era disgiunto da un impegno civile a tutela della democrazia. Promuovere la libertà e l’uguaglianza di ogni suo alunno era un obiettivo prioritario. Studiare, come cittadino e come associato ANPI, chi aveva reso possibile la liberazione dal fascismo generava quelle parole e discorsi tenuti in occasione del 25 Aprile che molti ricorderanno.

Fu senatore della Repubblica dal 1996 al 2001 con il primo governo Prodi. Non mancò mai ad una seduta parlamentare e di commissione. Di quell’esperienza mi raccontava della solitudine in cui gli amici l’avevano lasciato. Non lo vidi mai inorgoglirsi per quell’incarico che viveva con grande responsabilità e semplicità.

La radice del suo donarsi agli altri è sempre stato il Vangelo, da cui attingeva ogni giorno il coraggio per affrontare la quotidianità. La Chiesa nelle sue molteplici espressioni era da lui considerata come una famiglia. In parrocchia, in diocesi, in Azione Cattolica (di cui fu presidente diocesano per vari anni), da laico, sempre con la schiena diritta, ha testimoniato il senso dell’essere creatura e dell’essere uniti in Cristo.

Ciò che portava sempre nel cuore, però, era la sua famiglia: la tanto amata moglie senza la quale avvertiva un senso di smarrimento, i figli Giuseppe, Daniele e Maria di cui andava tanto fiero, i suoi nipoti, che guardavano a lui come si guarda a un faro. E proprio con vicino Maria, che con lui leggeva Catullo, il professor Rescaglio si è addormentato.

L’intera Chiesa cremonese, grata del bene ricevuto, si stringe ai figli e alle persone che l’hanno amato, certa che “nulla andrà perduto”.

Luisa Tinelli

TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail