L’Osservatore Romano ha dedicato un’ampio servizio al tema della sanità nelle missioni africane. Nel lungo articolo pubbicato dal quotidiano dalla Santa sede un’ampia e interessante intervista a Donata Galloni, dottoressa di Castelleone, iscritta alle Acli di Cremona e supportata dal circolo di Rivolta e dal circolo Oscar Romero. che lavora come project manager nell’Ospedale pediatrico universitario di Bangui (Repubblica Centro Africana) per conto del CUAMM – Medici per l’Africa.
Ecco alcuni passaggi dell’intervista:
«Quando mi si chiede di raccontare qualcosa della mia esperienza dico sempre che la considero un “privilegio”. Partire per me ha voluto dire scegliere di “restare” in Africa e ripartire più volte per missioni sempre diverse, l’ultima in ordine di tempo, quella attuale a Bangui»: è quanto confida al nostro giornale la dottoressa Donata Galloni, infettivologa e cooperante di Medici con l’Africa Cuamm. Raggiunta al telefono a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, dove sta svolgendo la sua attività di volontaria presso il Complexe Hospitalier Universitaire Pédiatrique, Donata ci ha raccontato quanto sia difficile e complicato lavorare in un Paese che ha una struttura amministrativa statale debole per formazione, capacità, competenze, esperienze e sistemi di controllo. Dove c’è tanta debolezza e tanta povertà e dove la minaccia del coronavirus preoccupa sia la popolazione che il personale sanitario. A oggi i casi confermati di covid-19 sono 94, tutti adulti, e per la maggior parte si tratta di persone provenienti dall’Europa o dal vicino Camerun. Anche nella Repubblica Centrafricana il Governo ha messo in atto le stesse misure restrittive adottate in altri Paesi come la chiusura di scuole e chiese, ristoranti e bar, e limitazioni sui mezzi di trasporto pubblici.
Quest’anno il Cuamm compie settant’anni (il prossimo 3 dicembre) ma lo spirito che caratterizza questa ong è rimasto intatto nel tempo. Dalla sua istituzione a oggi il Cuamm ha mandato nei Paesi più fragili dell’area sub-sahariana (Etiopia, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Uganda, Tanzania, Mozambico, Angola e Sierra Leone) oltre duemila operatori, tra medici, paramedici e tecnici, con un periodo medio in servizio di 3 anni per ciascuna persona inviata. Anche Donata rimarrà per i prossimi tre anni a Bangui, dove lavora a capo di un team di dodici persone. «Essere qui in Africa tra i poveri — spiega all’Osservatore Romano — per me è un privilegio. Cerco di vivere “la pratica del gesto minimo” secondo le parole dell’arcivescovo di Milano, Mario Enrico Delpini, pronunciate in occasione della Veglia missionaria diocesana dell’ottobre del 2017: “La pratica del gesto minimo si riassume in una parola: eccomi!”.
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