Non è stata una chiusura di attività, quanto piuttosto un rilancio e uno sguardo al futuro. Il CSI nazionale compie 75 anni e altrettanti ne compie il comitato cremonese. Nella serata di martedì 11 giugno, nella cornice accogliente di Cascina Moreni, gli operatori del Comitato si sono dati appuntamento per dare una mano di pensiero e di azione alla Presidenza. Occasione per festeggiare il compleanno del CSI in un modo molto particolare: pensando, sognando, dando forma al coraggio. Sì, perché di coraggio si è parlato e delle parole coraggiose che servono per impedire che si sopravviva o peggio si sia sommersi dalle difficoltà.
Il CSI ha parole coraggiose da dire? Innanzitutto a se stesso e dunque ai ragazzi che tessera e alle società che serve? La Presidenza ne ha indicate tre e su queste ha chiesto si aprisse un dibattito di declinazione e contenuto: partecipazione, qualità, investimenti. Senza queste parole coraggiose e lo stile conseguente tutto diventerebbe arida pratica tecnica, impersonale.
Non a caso nelle attivazioni di gruppo (ciascuno aveva a disposizione una scatola vuota da riempire con quanto si riteneva utile per articolare la parola) tantissimo è uscito: quasi non si aspettasse altro che, appunto, una attivazione.
Il presidente del CSI cremonese Claudio Ardigò ha introdotto lanciando il senso della serata, per poi spendere un sincero grazie agli intervenuti.
L’assistente ecclesiastico, don Paolo Arienti, ha proposto una rilettura delle tre parole coraggiose, chiedendo ai gruppi di entrare nel cammino di co-progettazione che inevitabilmente sarà destinato a riscrivere le tappe ordinarie della vita di comitato, a partire dall’assemblea con le società già in calendario per settembre.
Alla Presidenza ora il compito di “aprire le scatole” e mettere in sintesi i contributi elaborati: una prima importante tappa per spegnere tante candeline che sono innanzitutto testimonianza di passione e cultura sportiva.