Cresime, le indicazioni del Vescovo per la celebrazione dei Sacramenti

Mons. Napolioni: «Dobbiamo fare di tutto perché questa celebrazione sia evangelizzatrice»

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«Quali sono le cose che rendono la celebrazione della Cresima una bella celebrazione?». È iniziata con questa domanda, posta dal vescovo Napolioni dopo la preghiera iniziale, l’incontro con sacerdoti, catechisti e animatori liturgici tenutosi la sera di giovedì 13 aprile presso il Centro pastorale diocesano di Cremona (e fruibile anche online) per riflettere insieme sulla preparazione delle celebrazioni dei Sacramenti. Una occasione per offrire alle parrocchie alcune indicazioni concrete, ma anche per interrogarsi su criticità e punti dolenti e insieme condividere riflessioni e buone prassi per una fruttuosa esperienza liturgica ed educativa, a partire da quanto espresso nella guida diocesana Diventa quello che sei dello scorso settembre (Scarica la Guida diocesana “Diventa quello che sei”).

«L’obiettivo è un’assemblea che celebri con armonia». Ha spiegato mons. Napolioni nel suo intervento. «Non dobbiamo terrorizzare o imbalsamare i ragazzi perché siano composti. Una celebrazione è bella se è ordinata, ma ordine non significa disciplina. I ragazzi, prima di tutto, devono essere curiosi e contenti, poi saranno attenti. Dobbiamo entusiasmarli, stimolarli, stimarli».

L’attenzione del vescovo si è poi spostata sull’organizzazione delle celebrazioni, ponendo l’accento sul vero protagonista della liturgia: «Il protagonista è sempre Gesù Cristo, presente all’interno della comunità. E la liturgia è un evento di incontro tra Cristo e la Chiesa, tra Dio e il suo popolo».

L’organizzazione non deve quindi distogliere l’attenzione dal protagonista. E per rendere dignitose queste celebrazioni, il vescovo Napolioni ha voluto fornire ai presenti alcune indicazioni precise. Un invito all’animazione musicale: «Il canto è bello, va curato, tocca il cuore – ha detto –. Chi deve cantare? Ben vengano le risorse migliori della parrocchia, ben vengano le corali, ma che prestino il loro servizio alle assemblee; un servizio finalizzato alla partecipazione di tutti, non all’esibizione». Poi l’esortazione a curare i gesti e i momenti della liturgia, a partire dalla crismazione, fino all’invito a non intralciare la celebrazione con cartelloni, decorazioni floreali eccessive, dispositivi multimediali non necessari e canti fuori luogo. Inoltre, l’invito a una migliore gestione degli spazi della chiesa, «Dobbiamo evidenziare il posto dedicato ai cresimandi – ha infatti spiegato Napolioni –. È bello vedere i bambini con le famiglie accanto, ma avere un bambino a trenta metri dal celebrante non lo è. Raccomando fermamente che i bambini siano tenuti tutti davanti».

Per quanto riguarda le famiglie, il vescovo ha voluto mettere in guardia i presenti: «Sono diversissime, con storie culturali e religiose che non conosciamo. Il sacramento è una grande occasione di ri-evangelizzazione e riscoperta della propria fede, purché si faccia sentire ciascuno a proprio agio». E ancora: «Spesso la cresima è una celebrazione con un quoziente di persone lontane della vita sacramentale. È un intralcio o un dono? Sta a noi saperli coinvolgere con il nostro linguaggio dei segni».

Confermazione ed Eucaristia sono sacramenti che, come suggerito dal vescovo, saranno sempre più spesso ricevuti in quinta elementare. Il primo possibilmente durante una veglia e il secondo durante la messa del giorno successivo. E se oggi sono sempre di più i ragazzi che con questi sacramenti devono anche ricevere il Battesimo, il suggerimento del vescovo è stato a vivere in modo unitario la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana. «Trovo bello e utile per i cresimandi – ha detto – avere di fianco alcuni loro coetanei che ricevono il sacramento del Battesimo».

Non è mancato un invito rivolto dal vescovo ai rappresentanti delle parrocchie più piccole: «Vi esorto al dialogo con le parrocchie vicine. Magari organizzando la veglia insieme, perché voglio cresimare più ragazzi possibile».

Consigli che il vescovo si è sentito di condividere dopo anni di esperienza e di osservazione. Spunti di riflessione ulteriormente arricchiti dagli interventi dell’assemblea che, con domande e provocazioni, hanno aiutato a sviluppare ulteriormente il discorso.

«Gli spunti sembrano semplice maquillage liturgico – ha concluso il vescovo –, ma toccano la vera questione: come poter sfruttare al meglio questa opportunità che la gente ci concede e che ancora non abbiamo scelto di abbandonare? Dobbiamo fare di tutto perché questa celebrazione sia evangelizzatrice. Noi abbiamo il dovere di seminare».

Chiudendo la serata il vescovo ha voluto dare la propria risposta personale alla domanda con la quale aveva aperto l’incontro: «Per me le cresime più belle sono quelle in cui mi commuovo e quelle in cui percepisco che la comunità stima i ragazzi, in cui percepisco che i catechisti accompagnano ragazzi contenti».

Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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