Con l’Istruzione “Cor Orans” nuove norme per le comunità claustrali

Il documento presentato da mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica

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“Sono 37.970 le suore di clausura del mondo”. Con questo dato mons. José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, ha introdotto  la presentazione di “Cor Orans”, l’Istruzione applicativa della costituzione apostolica “Vultum Dei quaerere”, istituendo nuove norme sulla vita delle comunità claustrali clausura.

Carballo ha fatto notare che l’Istruzione precisa che l’autonomia giuridica deve “presupporre una reale autonomia di vita, cioè la capacità di gestire la vita del monastero in tutte le sue dimensioni: vocazionale, formativa, governativa, relazionale, liturgica, economica”.  “Di fatto – ha proseguito il segretario –  il Dicastero ha dovuto più volte constatare con rammarico l’esistenza di monasteri non più in grado di portare avanti una vita dignitosa, senza che ci fosse una legislazione che dicesse quando e come intervenire al riguardo”, ha detto Carballo: “L’aver colmato questa lacuna legislativa è sicuramente uno dei punti più importanti e più attesi dell’Istruzione”.

Di seguito una sintesi di alcuni punti del documento presentati da monsignor Carballo. Clicca sul titoletto per approfondire (SIR)

I criteri per la soppressione e l’affiliazione

“Un monastero di monache che non riesce ad esprimere, secondo l’indole contemplativa e le finalità dell’Istituto, la particolare testimonianza pubblica a Cristo e alla Chiesa Sua Sposa, deve essere soppresso, tenuta presente l’utilità della Chiesa e dell’Istituto cui il monastero appartiene”. A disporlo è “Cor Orans”, l’Istruzione sulla vita contemplativa femminile diffusa oggi dalla Santa Sede, in cui si fa presente che, in caso di crisi, “l’affiliazione può essere occasione di ripresa e di rinascita quando l’autonomia di vita è parzialmente compromessa. Se la situazione di incapacità si presenta irreversibile, la soluzione, dolorosa quanto necessaria, è la soppressione del monastero”. Fra i “criteri che possono concorrere a determinare un giudizio riguardo alla soppressione di un monastero, dopo aver vagliato tutte le circostanze”, figurano: “Il numero delle monache, l’età avanzata della maggior parte dei membri, la reale capacità di governo e formativa, la mancanza di candidate da parecchi anni, la mancanza della necessaria vitalità nel vivere e trasmettere il carisma nella fedeltà dinamica”

L’opportunità di un nuovo monastero

“L’opportunità della fondazione di un monastero di monache deve essere prudentemente considerata”. “La fondazione da parte di un singolo monastero deve essere espressione della maturità della comunità di un monastero autonomo vivo e vitale, che viene a generare una nuova comunità capace di essere, a sua volta, testimone del primato di Dio, secondo lo spirito e l’indole dell’Istituto di appartenenza”. Soprattutto “se la fondazione avviene ad opera di un solo monastero”, si legge nel documento, occorre fare attenzione che “non si indebolisca troppo la comunità fondatrice, valutando attentamente la scelta del luogo, perché tale scelta comporta una diversa e particolare forma di preparazione della fondazione e dei membri della futura comunità”. 

La superiora maggiore e la nuova figura della presidente federale

Diversi articoli dell’Istruzione sottolineano il ruolo determinante della Superiora maggiore: “È lei ad esprimere il giudizio sull’opportunità degli ingressi e delle uscite dalla clausura; a nominare una monaca professa di voti solenni per il servizio della portineria e a permettere ad una monaca claustrale di compiere i servizi delle esterne in mancanza di queste”. Altro segno di “stima” da parte della Chiesa è l’introduzione della figura della presidente federale: pur precisando che “non è una superiora maggiore”, l’Istruzione le attribuisce nuovi compiti e responsabilità: “Sarà convisitatrice, accompagnando il visitatore regolare nella visita canonica e sarà tenuta ad informare la Santa Sede dell’esito della visita; in caso di necessità visiterà le comunità dei monasteri federati di propria iniziativa, accompagnata da una consigliera e dall’economa della Federazione”.

La vigilanza del vescovo

“Tutti i monasteri femminili, fatta salva l’autonomia interna e l’eventuale esenzione esterna sono soggetti al vescovo diocesano”, si ricorda nel testo a proposito della “sollecitudine pastorale” del vescovo. “La comunità del monastero femminile è soggetta alla potestà del vescovo – si dispone nel documento – al quale deve devoto rispetto e riverenza in ciò che riguarda l’esercizio pubblico del culto divino, la cura delle anime e le forme di apostolato corrispondenti alla propria indole”. Il vescovo diocesano, inoltre, “in occasione della visita pastorale o di altre visite paterne ed anche in caso di necessità, può prendere egli stesso soluzioni opportune quando constata che esistono abusi e dopo che i richiami fatti alla Superiora maggiore non hanno sortito alcun effetto”

Obbligo della clausura e mass media

“Per la vita religiosa, la clausura costituisce un obbligo comune a tutti gli istituti ed esprime l’aspetto materiale della separazione dal mondo”. “La modalità della separazione dall’esterno dello spazio esclusivamente riservato alle monache deve essere materiale ed efficace, non solo simbolica o spirituale”, la raccomandazione del testo, in cui si fa presente che “si può svuotare il silenzio contemplativo quando si riempie la clausura di rumori, di notizie e di parole”. Di qui la “grande importanza”, per la vita contemplativa, di “raccoglimento” e “silenzio”, per salvaguardare la quale occorre un uso prudente dei media. A questo proposito, l’Istruzione scende nel dettaglio: “L’uso dei mezzi di comunicazione, per motivo di informazione, di formazione o di lavoro, può essere consentito nel monastero, con prudente discernimento, ad utilità comune, secondo le disposizioni del Capitolo conventuale contenute nel progetto comunitario di vita”.

Per approfondire

L’Istruzione “Cor Orans” è un sentiero che ogni comunità dovrà creare insieme

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