Con il convegno di pastorale giovanile aperta ufficialmente la fase preparatoria del Sinodo

L'annuale iniziativa nell'ambito della Settimana dell'educazione si è svolta il 28 gennaio in Seminario: on-line gli interventi di don Maiolini e del prof. Garelli

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Il rapporto giovani-fede: questo l’attenzione del Convegno diocesano di pastorale giovanile che, nel cuore della Settimana dell’educazione, ha visto convenire nel pomeriggio di sabato 28 gennaio in Seminario giovani, educatori e sacerdoti.

L’incontro si è aperto con il momento di preghiera “ambientato” nella cameretta di una ragazza, seduta sul letto ad ascoltare musica. La canzone “Andate per le strade” che ha poi riletto proponendo alcuni spunti di riflessione. Ulteriori suggestioni sono arrivate da due operatori ecologici – anche in questo caso due giovani dello staff della FOCr – intenti a ripulire la strada dai mozziconi.

E ancora due testimonianze dal pubblico, parlando del tempo e che hanno portato a scoprire un orologio a pendolo che è stato messo in moto. Proprio l’oscillazione del pendolo è stata assunta, infatti, come immagine caratteristica del Sinodo diocesano dei giovani che,  con il convegno di pastorale giovanile, ha visto aprire ufficialmente la “fare preparatoria”, tempo privilegiato di ascolto.

Ha quindi chiuso questo momento introduttivo la preghiera del Sinodo, introdotta dal Vescovo che ha sottolineato l’importanza di tempo per riflettere, in altre parole «per diventare un riflesso della potenza di amore e di salvezza che ha creato il tempo e l’ha riempito di sé».

Le riflessioni nella preghiera iniziale

Il pomeriggio è quindi proseguito con l’intervista ai due ospiti. Primo a salire sul palco il sacerdote bresciano don Raffaele Maiolini. Il suo intervento è stato introdotto da un video.

Stimolato dalle domande di Elena Poli della FOCr, don Maiolini ha anzitutto aiutato a capire come intelligenza e fede possano coniugarsi perfettamente, smentendo così molti luoghi comuni. Chi crede, dunque, non è chi «stacca il cervello». Ma guai a credere ciecamente, per fideismo, senza usare il cervello. L’intelligenza, infatti, va intesa come capacità di leggere in profondità. Da qui un vero e proprio invito a spingere all’intelligenza. Una necessità verso la quale proprio il Cristianesimo ha sempre indirizzato, insegnato a studiare per imparare a pregare.

Poi il tema delle questioni decisive che devono essere prese in modo personale. Eppure di pari passo vi è il desiderio di condivisione con gli altri. Happy hour, tatuaggi e tifo da stadio in curva sono stati i modi per approfondire questa tematica, portando sul tavolo in modo accattivante e efficace grandi questioni.

E poi ancora un approfondimento sul tema della fede, riprendendo anche grandi pensatori non certo di area cattolica o cristiana. Sino a giungere a illustrare il termine «amen», da tradurre «stare in piedi sulla roccia», per capire su chi appoggiare la propria vita. Un’altra immagine è stata poi quella del Crocefisso, guardato in orizzontale, e interpretato come chiave che può aprire le porte.

Dialogo con don Maiolini

Registro molto differente quello che ha caratterizzato il secondo approfondimento, quello che ha visto protagonista il prof. Franco Garelli, anch’egli introdotto da un video.

Il prof. Garelli è autore di diverse pubblicazioni e da ultimo “Piccoli atei crescono. Davvero una generazione senza Dio?”, dedicato alle sfaccettature dell’appartenenza religiosa giovanile in Italia. Una indagine che aiuta a fotografare la situazione catalogando cinque tipi di religiosità tra i 18 e i 29 anni: quella dell’alieno (che è fuori da ogni riferimento religioso), dell’insecolarizzato (solo con una formazione religiosa di base), del naufrago (che navigando in acque profane ha trovato un approdo religioso), dell’intermittente (che a seconda delle stagioni o degli stati d’animo sono più o meno lontani dalla fede) e del convinto attivo. Rispetto a quest’ultima situazione il numero è certamente più ridotto che in passato, ma con una maggiore “qualità”. Altro elemento sottolineato il fatto che gran parte ha vissuto esperienze religiose positive in passato, ma alle quali ha posto fine dopo l’adolescenza, pur ricordando ancora in modo positivo quella esperienza.

Incalzato dalle domande di  Andrea Cariani della FOCR, il prof. Garelli ha approfondito ulteriormente i risultati dell’indagine evidenziando come i gruppi di aggregazione non si formino a partire da convinzione ideologiche o di fede e che al loro interno vi sia molto più rispetto che in passato circa il fatto di credere o meno. Non solo: molteplici risultano le appartenenze, con i giovani che possono far parte di più gruppi, non necessariamente collegati tra loro. Giovani – ha sottolineato ancora – alla ricerca di risposte.

Dialogo con il prof. Garelli

Il convegno si è quindi chiuso con alcuni ulteriori stimoli da parte dei due relatori e don Paolo Arienti, incaricato diocesano per la Pastorale giovanile, che ha guardato al cammino del Sinodo dei giovani: quello diocesano che, appunto, entra nella sua fase preparatoria, ma in parallelo anche quello voluto da Papa Francesco.

«Noi vogliamo ascoltare i giovani per ascoltare Cristo – ha quindi concluso il Vescovo –. È una grande necessità non solo sociologica o pastorale, ma spirituale, metterci alla sua sequela non rinunciando a essere adulti, ma vivendo da adulti talmente sulle tracce di Cristo da saperlo vedere nella vita che cambia».

Conclusioni del convegno

 

Photogallery dell’incontro

 

In serata un altro appuntamento: alle 21, presso la sala Giovanni Paolo II di Castelleone lo spettacolo “I promessi sposi”, intramontabile vicenda di scelte, ostacoli e benedizione di Renzo e Lucia. [Leggi il resoconto della serata]

La Settimana dell’educazione proseguirà poi nelle comunità parrocchiali, con i vari programmi attivati in loco guardando alla festa di san Giovanni Bosco. Proprio in questo senso l’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile propone due schemi di incontro-preghiera: uno sulla Parola e un altro di adorazione, ma la sollecitazione è anche quella di un incontro con gli operatori oratoriani per condividere passi e strumenti. A disposizione restano i materiali pensati per l’anno 2016/2017 (“Come luce nel mondo”) tutti recuperabili sul sito focr.it.

 

L’incontro con fr. John di Taizé

La Settimana dell’educazione di quest’anno si prolungherà idealmente sino al 12 febbraio, con la presenza in diocesi di fr. John della Comunità di Taizé, meta della proposta estiva giovani con il Vescovo Antonio. Nel tardo pomeriggio di domenica, presso la chiesa del Maristella, a Cremona, il membro della comunità ecumenica fondata da fr. Roger aprirà l’incontro con una testimonianza sull’esperienza storica, spirituale e culturale della Comunità francese, da sempre meta di presenze giovanili da tutte le parti d’Europa e del mondo. Dopo una pausa-buffet, sarà la volta della preghiera secondo lo stile proprio di Taizé. Il tutto in attesa del viaggio dei giovani, insieme al vescovo Antonio, ad agosto in Francia per una settimana di spiritualità presso la comunità fondata da frère Roger.

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