Chiamiamolo figlio: parole chiare per non lasciare sole le donne di fronte alla tentazione dell’aborto (VIDEO e AUDIO)

Presentato a Palazzo Cittanova il libro “Donne in cerca di guai” con l’autore Gianni Mussini e la giornalista di Avvenire Lucia Bellaspiga

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“Un libro che non giudica, ma racconta l’accoglienza, la preferenza per la nascita”: così Paolo Emiliani, presidente del Movimento per la Vita di Cremona introduce il libro “Donne in cerca di guai” di Gianni Mussini, presentato a palazzo Cittanova a Cremona il 3 febbraio con gli interventi dell’autore e della giornalista e scrittrice Lucia Bellaspiga.

Il volume è una raccolta di storie, interviste e testimonianze che parlano della vita di donne che si sono trovate di fronte alla scelta tra la continuazione di una gravidanza e la sua interruzione. Non è però un libro “contro”, come dimostra la presenza tra le sue pagine di interventi anche di personaggi noti che – pur partendo da posizioni molto lontane da quelle del MpV – confermano la “preferenza per la nascita”.

Le interviste ai protagonisti 

“Per trovare un incontro con chi considera la legge 194 come una legge intoccabile – osserva Mussini – occorre forse tornare a chiamare la realtà per ciò che è: se lo chiamiamo omicidio è implicito che la vittima sua una persona. Se chiamiamo mamma la donna che ospita dentro di sé un bambino, partiamo da un pilastro indispensabile per discutere della Vita”.

Un invito dunque a tornare ai fatti della realtà che chiama in causa Lucia Bellaspiga, giornalista di Avvenire e scrittrice che sottolinea l’urgenza di porre l’attenzione sulla comunicazione, sul linguaggio della comunicazione su un tema così delicato e centrale come quello del valore della vita: “E’ storia molto vecchia nell’umanità che per manipolare la realtà la prima cosa da fare e svuotare le parole del loro significato. E’ un’operazione che continuamente viene fatta nei media oggi. Quando si discute di aborto il primo scoglio è quando uso la parola bimbo, figlio. O la parola madre”.

Ascolta l’audio integrale degli interventi

I due relatori, stimolati dalle domande di Paolo Emiliani, partono dall’esperienza del proprio impegno volontario e professionale sul fronte della difesa della vita. Un fronte sempre caldo che chiama anche oggi a tenere alta la soglia di attenzione perché mentre i Centri di aiuto alla Vita continuano nella loro quotidiana opera di sostegno alle donne e ai bambini prima e dopo la nascita, mentre il Papa usa parole di misericordia per le donne pur senza rinunciare a definire l’aborto come un peccato, “altri muri si alzano”. Sono i muri della mentalità comune che oggi sempre più parla dell’aborto come di un “diritto”: “Di fronte a questo – commenta Mussini – non possiamo indignarci, ma dobbiamo cercare di mantenere i nervi saldi e trovare tra le maglie del potere reale quegli spazi che ci consentano di modificare anche tanto così della realtà. Abbiamo la strada della carità dei Cav, la strada delle idee belle…”.

“Il dibattito – aggiunge Lucia Bellaspiga – eviterebbe inutili perdite di tempo se tutti leggessero questo libro. Anche chi la pensa diversamente”. Anche un certo femminismo che oggi – riflette la giornalista “è al nostro fianco nella battaglia sulla pratica dell’utero in affitto, ma vede ancora come un tabù il tema dell’aborto”.

“Chiamiamolo figlio”, ripete. E chiamiamole mamme. “Perché questo è un libro dalla parte delle donne”.

“Se una donna si trova di fronte al pensiero dell’aborto – riflette ancora Mussini – deve avere la libertà di non farlo. Oggi gli unici a darle questa libertà sono i centri di aiuto alla vita. Perché la scelta della nascita e una scelta di cui non ci si pentirà mai”.

Al termine degli interventi Alfeo Garini ha consegnato a Gianni Mussini l’assegno del premio dedicato alla moglie Mariolina assegnato quest’anno dal MpV alla Fondazione Vita Nova, di cui lo scrittore è consigliere, per il Progetto Gemma, a cui sono devoluti anche i fondi ricavati dalla vendita del libro “Donne in cerca di guai”.

 

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