Cervellera: «Cristiani perseguitati nel 75% dei paesi del mondo»

Il direttore di Asia News è intervenuto nella serata di sabato 18 febbraio al teatro Monteverdi di Cremona ospite del comitato «Nazarat». Lunedì 20, in Sant'Agata, Rosario per i discepoli di Cristo vittime di violenze

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Nonostante la fitta nebbia moltissimi cremonesi hanno riempito, nella serata di sabato 18 febbraio, il teatro Monteverdi di via Dante per ascoltare padre Bernardo Cervellera, religioso del Pime, direttore di Asia News, una delle agenzie di stampa missionarie più attente al tema della persecuzione dei cristiani nel mondo. Il sacerdote di origini pugliesi, infatti, dopo la presentazione del prof. Luca Galantini, ha ricordato che il Cristianesimo è la religione più vessata nel mondo: basti pensare che persecuzioni più o meno forti avvengono nel 75% delle nazioni del pianeta, a fronte del 60% dei paesi ostili all’Islam.

Ascolta l’introduzione del prof. Galantini

Promossa dal neonato comitato «Nazarat», che ogni 20 del mese prega il Rosario per i cristiani vittime di violenze, la serata ha permesso di ricordare una verità più volte rimarcata sia da Giovanni Paolo II, che da Benedetto XVI e da Papa Francesco, ovvero che vi sono più martiri in questo tempo che nei primi secoli dell’era cristiana.

«Rispetto al passato – ha spiegato Cervellera – oggi le persecuzioni sono molto più fantasiose. Se all’inizio i cristiani venivano sfigurati e uccisi dalle belve, adesso vi sono molte più torture raccapriccianti». Emblematico è il caso di Brian Savio O’Connor, 36 anni, protestante del Karnataka (India) che per 7 mesi e 7 giorni è stato prigioniero, incatenato e torturato nelle prigioni dell’Arabia Saudita, accusato di “evangelizzazione cristiana” perchè spiegava il catechismo ai bambini dei lavoratori stranieri: «È stato più volte appeso a testa in giù e i carcerieri giocavano usando la sua testa come una palla». Grazie alla campagna mediatica di Asia News il giovane è stata liberato ed espulso dal paese islamico. E se in Arabia non è possibile in nessun modo manifestare la fede in Gesù, in Cina i cristiani sono fortemente controllati e i più ferventi vengono eliminati: come il caso di un sacerdote, gran trascinatore di giovani, desideroso di organizzare una Giornata mondiale dei giovani per la Cina: «È stato ritrovato morto affogato in un canale: la polizia ha chiuso il caso definendolo suicidio».

Il religioso del Pime ha denunciato poi che sempre in Cina sono stati arrestati circa 300 avvocati – per la metà cristiani – che in questi anni si stavano battendo a difesa dei diritti delle persone e delle comunità religiose: «Uno di loro – ha raccontato – è stato rinchiuso in uno ospedale psichiatrico e imbottito di così tanti medicinali che ne è uscito schizofrenico».

Ma la persecuzione più terribile avviene in Corea del Nord nella quale si viene spediti nei lager solo per essere stati trovati con una Bibbia in casa: «La Chiesa della Corea del Sud ha avviato il processo di beatificazione per quelle migliaia di cristiani che durante la guerra degli anni Cinquanta del secolo scorso sono stati deportati dal regime del Nord e fatti morire di fame».

Anche l’India non è da meno, soprattutto nel Nord dove il fanatismo indù mal sopporta l’espandersi del Cristianesimo: «Una coppia di sposi convertiti – ha proseguito il direttore di Asia News – è stata legata e buttata in uno stagno gelato per 17 ore sotto gli occhi allibiti del loro figlio. Questi fanatici li avrebbero tirati fuori solo se fossero tornati alla fede indù: sono morti assiderati».

Cervellera si è quindi domandato: «Perchè i cristiani fanno così paura? In fondo in Asia sono solo il 2%!». Pronta la risposta: «Fanno paura perchè, anche attraverso le loro scuole, ospedali, laboratori, cooperative creano una maggiore coscienza critica nelle persone. Chi si converte diventa più maturo, più libero, non più asservito all’ideologia dello stato o al potere del più forte. In Cina, per esempio, il Partito Comunista, che è una sorta di confucianesimo secolarizzato, mira a che tutti lo considerino come l’unica fonte della loro vita, l’unico riferimento esistenziale: per il cristiano è Dio l’unico senso e significato del vivere».

Questa promozione dell’uomo, del suo senso di giustizia e di fraternità, del suo rifiuto di ogni idolatria statale e di ogni nazionalismo fanatico – che spesso usa per i propri fini il fondamentalismo religioso -, è ciò che rende pericoloso il Cristianesimo.

Il religioso del Pime ha concluso il suo intervento stigmatizzando l’ignavia dell’Occidente che di fronte alla persecuzione dei cristiani tace: «Il nostro mondo è ormai indifferente a tutto e poi se dovesse difendere la rivoluzione cristiana dovrebbe ricordare che tale rivoluzione è nato proprio in Occidente. E, invece, questa nostra società tende, attraverso leggi e leggine, a renderlo sempre nella vita pubblica perchè, come in Asia, esso fa paura a chi vuole gli uomini asserviti alla mentalità corrente».

Cervellera ha terminato il suo intervento ricordando come certi poteri forti dell’Occidente tendano a presentare il Cristianesimo come nemico dell’Islam, così da dimostrare che le religioni sono solo foriere di divisione e morte e così eliminarle per sempre dalla scena pubblica.

«E noi cosa possiamo fare? – si è chiesto il missionario-giornalista – Sicuramente pregare per chi è perseguitato, ma anche testimoniare la gioia della nostra fede e la capacità delle religioni di convivere fra loro».

E infine: «La testimonianza dei martiri, che è paradossalmente una testimonianza gioiosa, ci fa bene perchè ci scuote continuamente dalla tiepidezza del nostro vivere quotidiano la fede e relativizza tanti nostri piccoli problemi che però sembrano complicarci la vita».

Ascolta l’intervento di padre Cervellera

L’incontro è terminato con un breve dibattito e con l’invito a partecipare, lunedì 20 febbraio, nella chiesa di Sant’Agata a Cremona al Rosario per i cristiani perseguitati nel mondo.

Ascolta il dibattito

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