Calvatone, festa di San Biagio con il vescovo Antonio

Venerdì 3 febbraio mons. Napolioni ha celebrato il patrono della comunità guidata da don Massimo Sanni. Presenti anche molti fedeli di Tornata e Romprezzagno

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Giornata particolarmente solenne quella vissuta a Calvatone venerdì 3 febbraio: la festa del patrono, San Biagio vescovo e martire, ha visto infatti la presenza del vescovo Antonio e di diversi altri sacerdoti. Mons. Napolioni, affiancato dal parroco don Massimo Sanni, ha celebrato l’Eucaristia e alla fine ha benedetto la gola ai numerosi fedeli presenti al sacro rito. In prima fila i rappresentanti delle istituzioni civili: oltre al primo cittadino di Calvatone, Pierugo Piccinelli, era presente anche quello di Tornata-Romprezzagno Mario Penci. Da un anno e mezzo, infatti, le tre comunità condividono un unico parroco e collaborano sempre di più nelle attività pastorali.

La celebrazione è stata concelebrata oltre che da don Sanni, daI tre precedenti parroci: don Franco Morandi, don Giambattista Piacentini e don Vincenzo Cavalleri. I canti sono stati offerti dal coro parrocchialie diretto da Giuseppe Mazzi, mentre un nutrito gruppo di ministranti ha offerto un impeccabile servizio liturgico.

Don Sanni all’inizio della liturgia ha dato il benvenuto al vescovo evidenziando il passato glorioso di Calvatone. «È un paese di tradizione agricola, attaccato alla sua identità. Ma se mi consente l’immagine, qui, scavando nel cuore del paese, si trovano ancora valori belli e sinceri, un’umanità fatta di disponibilità e di cordialità. Poco più in là Romprezzagno e Tornata si raccolgono attorno alle rispettive chiese, che spero potrà visitare con le rispettive comunità nei prossimi anni, e nonostante questi siano piccoli paesi, essi cercano di mantenersi vivaci con le loro tradizioni e il loro impegno e il sapersi adattare alle necessità».  E così ha concluso: «Certamente il lavoro di armonizzazione non è terminato, anzi. Ma grazie ad un laicato che ha saputo comprendere le scelte operate dal Vescovo posso dire che si riceve un aiuto notevole per lavorare in questo senso. Il cammino che condividiamo come Unità Pastorale, con le sue gioie e le sue fatiche, rientra già in quel discernimento territoriale che la Diocesi sta intraprendendo con decisione».

Mons. Napolioni nell’omelia ha evidenziato la necessità di sentirsi cristiani pienamente inseriti nella Chiesa preoccupati soprattutto della propria salute spirituale: «Vanno bene le devozioni – chiara l’allusione alla benedizione della gola -, ma centrale deve essere la fede alimentata dall’ascolto della Parola di Dio, dalla partecipazione ai sacramenti e alla vita della comunità».

Soffermandosi sul Vangelo del giorno che narrava della decapitazione di Giovanni il Battista il vescovo Antonio ha esortato ad essere coraggiosi testimoni del Signore in ogni ambiente di vita e di misurare continuamente la propria fede a partire dalla Sacra Scrittura.

Durante la liturgia mons. Napolioni ha chiesto di fare due applausi: il primo ai quattro parroci presenti, l’uno successore dell’altro, per richiamare la continuità pastorale e il fatto che la comunità permanga al di là di chi la guida. Il secondo applauso, invece, il Vescovo l’ha voluto dedicare al nutrito gruppo di bambini che nei primi banchi ha seguito con attenzione la celebrazione: «Le premesse sono buone» ha commentato soddisfatto il presule.

La festa patronale è continuata in oratorio con un piccolo momento conviviale durante il quale i parrocchiani di Calvatone, Romprezzagno e Tornato hanno potuto salutare personalmente il vescovo Antonio.

Pienamente soddisfatto il parroco: «È stata una celebrazione molto partecipata anche dai fedeli delle altre due comunità: un segno di comunione che rivela la maturità della nostra gente. Il cammino è già tracciato e lo percorreremo con coraggio».

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