Bozzolo, al via la festa dell’oratorio. E in chiesa tre mostre dedicate a don Mazzolari

Tra gli eventi organizzati in oratorio anche una riflessione sul tema del cyberbullismo

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Quando la festa di fine estate d’oratorio cambia volto e diventa un’occasione per la comunità e per il paese intero di vivere i valori della Chiesa come luogo di formazione. Questa vuole essere, secondo le intenzioni del parroco don Luigi Pisani, la festa di Bozzolo, che si terrà dall’1° all’8 settembre.

«Ritengo – dichiara don Pisani – che la festa dell’oratorio non debba essere particolarmente ecclesiale, ma debba parlare alla comunità intera. Una comunità che qui a Bozzolo è sempre più multiculturale e multiconfessionale. Per questo motivo abbiamo scelto per la serata di riflessione il tema del cyberbullismo, che attirerà anche persone lontane dalla Chiesa a cui l’argomento, trasversale ad ogni realtà, può interessare».

Locandina con il calendario degli eventi

Dunque, una comunità aperta all’accoglienza e alla reciproca conoscenza, quella bozzolese. Proprio come il suo fondatore, don Primo Mazzolari, ha voluto. E proprio a lui sono dedicate tre mostre esposte presso la chiesa parrocchiale.

La prima, proposta come un percorso che attraversa la navata destra e conduce alla tomba di don Mazzolari, è la rassegna fotografica “Don Primo Mazzolari, tromba dello Spirito Santo in terra mantovana” di Elisabetta Saviola. Un’importante occasione per riscoprire la biografia di don Primo a cura di un’artista locale che, a partire dalla sua storia familiare, decide di ripercorrere le tappe salienti della vita di colui che Giovanni XXIII definì “tromba dello Spirito Santo” e lo fa fotografando personalmente “i luoghi dove don Primo ha cercato di cambiare il mondo attraverso amore appassionato e dedizione incondizionata”. L’esposizione contiene sia foto d’archivio di don Primo, gentilmente concesse dalla Fondazione Don Primo Mazzolari, sia scatti dell’artista che – grazie all’utilizzo della tecnica HDR – ha saputo riprodurre “le forti ombre del passato che hanno accompagnato la turbolente vita di Don Primo e le forti luci del presente e futuro cammino di speranza che Mazzolari ha scritto per noi”.

Dalla parte opposta della Chiesa si trovano invece due mostre scultoree.

Le terrecotte di Mario Giuseppe Spadari, intitolate “Tu non uccidere”, che conducono alla rilettura di uno dei valori e degli impegni centrali nella pastorale mazzolariana, il pacifismo. “Don Primo si sarà augurato di non sentire più parlare di guerre che non sono altro -dichiara l’artista- che devastazioni di città e uccisione di molte persone tra cui tanti bambini”. E la rappresentazione delle macerie conducono necessariamente il pensiero a quanto succede ancora oggi in tanti paesi del pianeta.

Infine le sculture del ciclo “La dolcezza del volto femminile nell’Arte Sacra” di Marco Ruffini, che propone alcune immagini di donne solenni e tenere al tempo stesso, in grado di farci entrare in  empatia, attraverso il volto della Vergine madre, con la teologia della tenerezza di papa Francesco e la cura per le creature, vicine e lontane che siano. Così come in quella stessa terra, pochi decenni prima, aveva fatto un pastore chiamato don Primo.

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
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