“Arte e spiritualità”, a Santa Monica arriva MIPS, la mostra diffusa che sfida la violenza online

Svelata nel campus "Armine", opera di Luisa Anastasia, che affronta il tema dell'odio in rete ispirandosi a una storia vera

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Armine Harutyunyan è una modella di origini armene resa suo malgrado famosa per un caso clamoroso di body shaming (letteralmente: “derisione del corpo”) scatenato dall’irrazionalità e dalla violenza verbale e psicologica che troppo spesso trova terreno fertile nelle arene dei social media.

Inserita nel 2020 in una mai confermata lista delle 100 donne più sexy del mondo da una nota casa di moda, Armine è stata bersaglio dell’odio digitale: anonimo, impunito, dilagante.

La sua storia è diventata un simbolo della lotta alla violenza verbale e psicologica che si propaga nell’impunità dei social. Ed è il suo volto, scomposto dentro una sorta di puzzle composto da cellulari, tablet, televisori e monitor ognuno di diverse dimensioni e tutti senza colore, il protagonista dell’opera che porta il suo nome, Armine realizzata dalla giovane artista Luisa Anastasia ed esposto al campus dell’Università Cattolica di Cremona nell’ambito della diciottesima edizione di Arte e spiritualità l’itinerario che attraverso l’impegno degli studenti porta nelle sedi del network Unicatt opere di arte contemporanea che offrano a chi vive quotidianamente gli ambienti universitari un’occasione di riflessione. Il titolo dell’edizione del 2023, richiamando l’acronimo che indica la frequenza di esecuzione delle istruzioni effettuata da un computer, è MIPS – Mega informazione per secondo, un’occasione per riflettere, attraverso il linguaggio dell’arte, sul grande tema contemporaneo del rapporto tra l’uomo e la schiacciante sovrabbondanza dell’informazione resa possibile dalle nuove tecnologie. «È come se le innovazioni tecnologiche che dovevano semplificare e agevolare la vita degli uomini, stessero prendendo il sopravvento»,  scrive nell’introduzione al catalogo della mostra Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Cattolica, presente allo svelamento dell’opera, insieme all’assistente della sede cremonese don Maurizio Compiani, al direttore e ai presidi delle facoltà.

Lo sguardo di Armine  abbraccia il grande spazio aperto dell’edificio su cui si affacciano le nuovissime aule del campus. Attraversa gli schermi con determinazione dalla tela altra quasi 4 metri e mezzo sui cui Luisa Anastasia ha stampato la sua opera. Un’opera che è «un’invito per tutti a fare attenzione» alla pericolosità della comunicazione digitale. Ma è anche un’assunzione di responsabilità: «Tocca alla nostra generazione avere la piena consapevolezza della funzione dei mezzi di comunicazione: saperli usare, sapere la loro storia e i pericoli che nascondono. Siamo noi il perno tra lo sviluppo tecnologico a cui abbiamo assistito negli ultimi anni e l’uso che ne potranno fare le generazioni che vengono dopo».

Un uso migliore dei mezzi, delle tecniche e delle parole che scegliamo per abitarli, in modo sempre più coinvolto e coinvolgente con l’avvento di metaverso e intelligenza artificiale: «Ma se non siamo altro che stringhe di dati – si chiede nel suo intervento don Maurizio Compiani – che cosa resta dell’uomo? Non dimentichiamo che dietro ad ogni macchina, dietro ogni algoritmo, c’è la scelta che facciamo noi»

A presentare l’opera, accolta nella sua suggestiva collocazione proprio l’8 marzo, festa della donna, è la curatrice Ecaterina Arama che richiama la storia emblematica e brutale di Armine Harutyunyan, bersaglio del disprezzo e della violenza di migliaia di sconosciuti il cui volto, invece, resta celato dietro una coltre lacerata dalla sofferenza che un post, un like, un clic, genera nella vita reale. «Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo – citano il Messaggio per la 45ª Giornata delle comunicazioni sociali i curatori – tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere». Una missione che da secoli l’arte assolve senza rinunciare alla denuncia e alla sperimentazione, senza paura di una contemporaneità che sempre sfida l’umano.

TeleRadio Cremona Cittanova
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