Al Santuario di Caravaggio l’inno alla Vergine con il prof. Nembrini

Il 4 dicembre occasione di cultura e spiritualità guidata dall'indiscusso esperto di Dante

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Non ci poteva essere occasione migliore per fermarsi a riflettere sull’Inno alla Vergine, del XXXIII Canto del Paradiso di Dante, che la novena dell’Immacolata. In questo clima di preghiera e di attesa, la sera di sabato 4 dicembre, il Santuario di Caravaggio si apre alla cultura, accogliendo il professor Franco Nembrini, indiscusso esperto del Sommo Poeta. Con grande maestria poetica e letteraria, unita a una fede viva in Maria, madre di Dio, il professore ha condotto i presenti alle vette della contemplazione. La serata è stata introdotta da due canti a Maria: Ave Maris Stella di Perosi e Tota Pulchra interpretati dal soprano Teresa Signorino, dal tenore Fiorenzo Bano, accompagnati all’organo dal maestro Roberto Grazioli.

Il rettore del santuario, mons. Amedeo Ferrari, hai introdotto il momento di preghiera e riflessione con l’augurio per tutti di riuscire, durante lo svolgersi della serata, a «dare del tu alla Madonna».

Nembrini ha presentato il suo intervento a partire da quella donna che è stata per Dante il motivo della sua vita: Beatrice. Tutto è partito da lì, da quando lui, ancora ragazzo, vede quella bambina e coglie che in lei è nascosta la promessa di felicità, di grandezza, di eterno. Da quell’esperienza di amore che porta a fare esperienza di cielo, Dante inizia una vita nuova. Ma è quando Beatrice muore che in lui tutto muore. Da quella ferita nasce la Divina Commedia.

Un Dante perduto, smarrito, senza risposte al dolore della perdita della sua Beatrice, è colui che inizia il cammino verso il Paradiso. Ma tutto ciò è possibile per quella lunga catena di intercessione che Dante scoprirà solo alla fine del suo itinerario: Maria, con sguardo materno, ne aveva visto tutta la sofferenza. Per questo chiese a santa Lucia di prendersi cura di lui, e Lucia si rivolse a Beatrice, la quale parlò con Virgilio. E fu lui, pagano, che poté farsi accanto a Dante dai primi passi dell’Inferno fino alle porte del Paradiso. Una catena di attenzioni, di preghiera, di intercessione che i santi in Paradiso, a partire da Maria, continuano oggi a esercitare per ciascuno di noi.

Tutto parte da una ragazza, ma dietro di lei lo sguardo di Maria. E Nembrini accompagna i presenti in un percorso che non si focalizza sulla figura della Madonna, ma di ogni donna, che proprio in Maria trova la sua più bella espressione. È Maria la donna per eccellenza, è a lei che ogni donna dovrebbe assomigliare, è a lei che Dio si è rivolto quando, pronto a scendere in terra, ha avuto bisogno di un grembo che lo accogliesse. È nel sì di Maria che una donna si fa serva per insegnare all’uomo a farsi dono. La nobiltà d’uomo d’animo di ogni uomo è nutrita, secondo la Divina Commedia, e da una donna, che nella sua maternità verginale porta in sé un rispetto assoluto, che diventa misteriosa fecondità.

Dopo aver commentato tutta la preghiera di San Bernardo, non si può che arrivare a dire commossi, come ha concluso il professore: «Adesso ho capito che sei stupenda!». È la lode a Maria, è la lode ad ogni donna che a lei si riferisce.

La serata si è chiusa con il canto corale Dell’aurora tu sorgi più bella. Mai come in quel momento le parole del canto sono risuonati e vere. Stupore e devozione, contemplazione e affidamento, sublimità della cultura e preghiera: questi i sentimenti che hanno abitato il cuore dei presenti alla serata. E rimani il desiderio di Paradiso…

TeleRadio Cremona Cittanova
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