Il Vescovo alla Fontana: «Nella volontà di Dio la nostra libertà»

Prima visita del presule al santuario mariano tanto caro alla devozione dei Casalasco-Mantovani

image_pdfimage_print

Appuntamento consueto quello del vescovo di Cremona a Casalmaggiore per la solennità dell’Annuncianzione. Eppure quest’anno la festa patronale al Santuario della Madonna della Fontana ha assunto un significato del tutto particolare. Non solo perché la ricorrenza liturgica è caduta il 4 aprile anziché il 25 marzo (che era Venerdì Santo), ma perché ha segnato la prima visita ufficiale del nuovo pastore Antonio Napolioni, collocata tra l’altro nel contesto dell’Anno Santo della Misericordia, al Santuario casalasco che è una delle quattro chiese giubilari della diocesi.

A salutare il vescovo all’inizio della celebrazione è stato il rettore del Santuario, padre Bruno Signori, che ha concelebrato l’Eucaristia insieme agli altri quattro cappuccini della comunità casalasca: i padri Andrea, Francesco, Domenico e Giuseppe. Presenti anche alcuni sacerdoti del circondario con il parroco e il collaboratore di Casalmaggiore, don Cesare Nisoli e don Bruno Galetti, don Alfredo Assandri (parroco di Cappella di Casalmaggiore, Camita e Vicoboneghisio) e don Luciano Carrer (sacerdote diocesano in servizio nel Parmense). Il servizio all’altare era affidato al diacono permanente Luigi Lena, di Cappella di Casalmaggiore.

Risponendo alle parole di saluto di padre Signori, mons. Napolioni ha ricordato il legame con l’ordine Cappuccino, di cui Camerino è la «culla». «Sono di casa nei loro conventi – ha detto – e speriamo di esserlo anche qui. Certamente siamo di casa nell’abbraccio di Maria».

Proprio guardando alla Madonna e con un riferimento anche al Santuario di Caravaggio, dove era stato in mattinata, mons. Napolioni fa affermato di «aver bisogno di bere»: «Sono stato stamattina a Caravaggio, ma ho ancora sete. Abbiamo sete di verità, di amore, di grazie, di speranza».

Gremito il Santurio per questa ricorrenza particolarmente cara agli abitanti del territorio Casalasco, e non solo, resa ancor più solenne dai canti proposti dalla corale del Santuario, diretta dal maestro Fabio Fava.

Nell’omelia il Vescovo si è concentrato in particolare sul tema della «obbedienza» e anzitutto sulle obbedienze che rendono schiavi. Come la «moda»: non tanto dell’abbigliamento quanto dei modi di fare e di pensare. Le «paure» che aumentano lo scoraggiamento. Ma anche i condizionamenti «dell’istinto» che portano a fare ciò che piace.

«La volontà di Dio è la fonte della nostra libertà», ha sottolineato il Vescovo, ricordando come questa volontà corrisponda al bene per l’uomo. Un bene incondizionato che Dio sa trarre anche dal male, come dimostra la Pasqua.

Poi lo sguardo alla Vergine, attraverso la pagina dell’Annunciazione, che non può essere letta come una «cantilena»: «questa pagine non è soltanto il racconto di ciò che avvenne a Maria, ma chiede a noi di diventare come Maria la carne di Gesù, il grembo di Gesù». E ancora: «Obbedire significa: ascolto e dico di “sì” e vivo secondo quello che ho ascoltato. E mi fido di ciò che ho ascoltato». Da qui l’invito a spegnere i «rumori» che disturbano la vita, per trovare momenti di silenzio in cui far spazio al Vangelo, «per vivere oggi il nostro “sì” al Signore che è vivo e ci dice: voglio stare al mondo attraverso di te, in te, con te, perché io sono l’Emmanuele. Questa è la grande notizia, questa è la fontana che ci disseta. In questa obbedienza noi possiamo trovare pace».

«La nostra festa – ha concuso il Vescovo – non finisce stasera, ma si prolunga. La vita diventa una festa! Diventiamo cristiani fiduciosi e contenti, non perché ignoriamo le difficoltà, ma perchè le affrontiamo in ascolto del Signore e pronti a dirgli di “sì”. Perché con i nostri “sì” di ogni giorno la pace crescerà in noi e in quelli che ci incontreranno».

La Messa si è conclusa nella cripta sotto l’altare dove il Vescovo, insieme ai sacerdoti, ha pregato davanti all’immagine della Madonna della Fontana, impartendo poi la benedizione.

 

PREGHIERA ALLA MADONNA DELLA FONTANA
Vergine Maria,
che fin dai tempi remoti,
in questo luogo di solitudine e pace
vi siete mostrata fonte inesauribile di grazie
verso i vostri figli devoti convertendo i peccatori,
consolando gli afflitti, scongiurando pestilenze, uragani
e dando la salute agli infermi con l’acqua che scaturisce ai piedi di questa vostra effige;
mostrati ancora verso di me pietosa col liberarmi dagli affanni spirituali
e corporali da cui sono angustiato,
e col concedermi la grazia di cui ho tanto bisogno.
Maria,
Fonte di grazie,
prega per me.

Photogallery della celebrazione

Facebooktwittermail