A Soresina inaugurati gli eventi zonali per il Tempo del Creato riflettendo sull’importanza delle piante

Nel pomeriggio di sabato 3 settembre iniziativa per i bambini davanti all'oratorio; in serata tavola rotonda con i contributi dell'agronomo Attilio Maccoppi, di don Antonio Agnelli sull'Amazzonia e dell’associazione “Un albero per Soresina"

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Nell’ambito delle iniziative per il Tempo del Creato proposte sul territorio diocesano, il gruppo Laudato si’ della Zona pastorale 2, che si è recentemente costituito, ha organizzato nella giornata di sabato 3 settembre a Soresina un momento pomeridiano per i bambini, che hanno disegnato con i gessetti sulla strada antistante l’oratorio , e in serata una tavola rotonda inerente il tema delle piante. L’obiettivo che il gruppo vuole darsi, anche al di là di questi incontri, è essere stimolo per approfondire e meditare nel tempo i messaggi consegnati dall’enciclica Laudato si’.

Durante la tavola rotonda – dal titolo significativo “Piantala” – sono intervenuti ospiti che hanno dato testimonianza della loro esperienza. L’agronomo Attilio Maccoppi, ha portato l’attenzione sul ruolo di cattura dell’energia solare da parte delle piante e sulla trasformazione in sostanza organica. L’uomo non riesce a fare tutto questo. Senza gli esseri umani la catena alimentare continuerebbe, senza le piante tutto si fermerebbe. L’anello fondamentale è quindi il vegetale. L’uomo – è stato sottolineato – deve imparare ad andare in punta di piedi nell’ecosistema. Non è l’uomo al centro di tutto, come spesso vuole far credere e crede. Importante è considerare dunque anche la progettazione, soprattutto nelle città, per la piantumazione. Bisogna capire – è stato sottolineato – ciò di cui ha bisogno la pianta e che cosa può fare. Non possono dunque essere scelte piante a caso e ci vuole uno studio adeguato, ma pochi si rendono conto di tutto questo. Così come non ci si rende conto della situazione del “polmone verde della terra”.

Il secondo intervento, tenuto da don Antonio Agnelli, ha focalizzato l’attenzione sull’Amazonia e sulla ferita ancora aperta riguardante il suo sfruttamento. Il sacerdote cremonese ha ricordato la violenza contro i popoli indigeni la la situazione di grande sofferenza. «Bisognerebbe, invece di fare sterminio, imparare da questi popoli – ha sottolineato il sacerdote –. Essi hanno la cultura del “noi”, inteso anche come considerazione della natura. Noi occidentali abbiamo a cuore solo l’”io”».

Sicuramente hanno pensato con speranza al futuro e alla comunità i partecipanti dell’associazione “Un albero per Soresina”. L’idea è quella di dare a Soresina un futuro migliore, grazie al verde pubblico. Ogni pianta è adottata da un cittadino a cui vi lega un ricordo. I volontari in questo impegno hanno trovato difficoltà nell’uomo (alcune piante sono state sostituite per atti vandalici) e nella siccità. Trecento piante sono comunque un ottimo esempio di impegno nel proprio piccolo per cambiare le cose.

Gli interventi sono stati piacevolmente inframezzati dalla voce di Enrica Trovati, dalle foto di Francesco Romanenghi e dalle parole del Cantico delle creature di san Francesco. Un momento di pura poesia che ha portato i presenti a metabolizzare ancora di più quell’io che deve diventare, come suggerisce anche il Santo d’Assisi, fratello e sorella.

Alla fine della serata ogni partecipante ha potuto portare a casa un disegno realizzato dai bambini e dai ragazzi disabili del centro diurno “Il Calabrone”. Un altro bell’esempio di come, sia con i gessi sulla strada, sia con le tempere su di un foglio, si possa tracciare uno sguardo diverso e più ecologico su ciò che ci circonda, perché, va ribadito, senza uomo l’ecosistema continua, senza piante, finisce.

Laura Sivalli

TeleRadio Cremona Cittanova
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