A San Giovanni in Croce genitori e figli insieme per un’educazione “Bella e… possibile”

Il 29 marzo incontro promosso dall’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi” con alcuni alunni del Liceo Vida di Cremona e don Marco D'Agostino a partire dal suo ultimo libro

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Bella e… possibile. È questo il titolo dell’ultimo libro scritto, sul tema dell’educazione, da don Marco D’Agostino e presentato nella serata di mercoledì 29 marzo, presso il salone dell’oratorio di San Giovanni in Croce, ai genitori e ai ragazzi dell’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi”. Il sacerdote, docente del Liceo Vida di Cremona e rettore del Seminario vescovile, è stato accompagnato da alcuni suoi alunni, che lo hanno ispirato e affiancato nella stesura del libro.

«Come spesso il Papa ricorda, dobbiamo partire della realtà. Tutti vogliamo figli che non abbiamo, alunni che non abbiamo, e spesso anch’io vorrei una Chiesa che non c’è, una società che non c’è. Così facendo, però, sposto sempre il problema – ha detto don Marco D’Agostino –. I ragazzi ti fanno tenere i piedi per terra. Noi adulti non possiamo dire di vedere il mondo con gli occhi dei ragazzi. Se vogliamo farlo, dobbiamo metterci dalla loro parte: il che non significa sia giusto o sbagliato». Da qui la spiegazione del titolo del libro: «L’educazione è da una parte bella perché è originale, ma è anche possibile. I ragazzi devono fare la loro parte, ma noi adulti pure».

A guidare la riflessione dei presenti alcuni spunti lanciati dal docente, accompagnati da alcuni aneddoti, presenti nell’opera, della vita “da educatore” del sacerdote. Innanzitutto il linguaggio, elemento importante nella relazione genitori-figli o insegnante-alunni: «Contenuto e contenitore devono andare di pari passo – ha spiegato D’Agostino –. Non posso mettere contenuti alti in un contenitore basso». E ha proseguito: «Il linguaggio conta: è tutta un’altra cosa. E anche i toni di voce. Se grido tutto il giorno significa che tutte le cose che ho detto sono uguali, che hanno lo stesso valore. Loro devono capire se è una cosa seria oppure no».

Poi la capacità di immedesimarsi, di mettersi dall’altra parta e cercare di capire che cosa l’altra persona sta pensando. È un altro dei valori fondamentali dell’educazione. «La distanza di tempo, di età e di ruolo non è una cosa brutta. La mamma non può essere amica, il papà non può essere amico, il professore nemmeno – ha continuato il rettore del Seminario –. Dobbiamo tenere questa distanza, per poi saperci mettere nei panni dell’altro».

Ha poi proseguito don D’Agostino: «Nella vita ognuno ha i suoi alti e bassi. E se uno sbaglia non significa che lui sia sbagliato. Non è vero che gli insegnanti hanno sempre ragione, che gli adulti hanno sempre ragione; così come che i ragazzi non hanno sempre ragione. Non diamo punizioni senza sapere che cosa sia realmente successo. Poi è probabile che i ragazzi facciano i furbi, ma è il loro lavoro». La capacità educativa, secondo il sacerdote, deve consistere nel comprendere appieno le motivazioni dei ragazzi, nel saperli ascoltare, approfondire e spronare, motivare. «Ci fermiamo sempre alle apparenze, senza sapere le cose belle che magari loro stanno facendo».

A ciò si allaccia l’ultimo spunto di riflessione proposto dall’autore: «I ragazzi sono degni di affetto. Non significa che hanno sempre ragione, ma che meritano il nostro amore». «L’educazione è tutta qui: mostrare un’immagine positiva della persona che abbiamo davanti. L’adolescente si sente solo a sufficienza, si sente sbagliato a sufficienza. Facciamogli capire che in realtà vale qualcosa». Gli adolescenti, come sottolineato da don Marco D’Agostino, «sono abbastanza attorcigliati su se stessi, ma sta a noi dar loro alcuni spunti per andare avanti».

Ha quindi concluso: «L’educazione è come il parto. Ma non dobbiamo parlare sempre delle doglie. Il momento è bello, ma i figli crescono, si formano e sarà bello poter dire: “io c’ero!”. È possibile educare, ed è anche una cosa bella».

Dopo la presentazione hanno preso la parola gli alunni del Liceo Vida, che hanno condiviso con i presenti alcune loro esperienze scolastiche e umane, offrendo anche qualche provocazione agli adulti, chiamati a fare quel passo in più verso i loro figli, anche se sembra che siano loro a non volerlo.

L’evento è stato organizzato e moderato da don Umberto Zanaboni, amministratore dell’unità pastorale “Mons. Antonio Barosi”, che, intervenuto dopo gli alunni, ha detto: «Sentire loro è un po’ come sentire i nostri ragazzi. Siamo tutti sulla stessa barca».

 

Ascolta l’audio integrale della presentazione di don D’Agostino

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Matteo Cattaneo
TeleRadio Cremona Cittanova
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