A Cella Dati “veglia per asciugare le lacrime” insieme al Vescovo

La serata quaresimale con testimonianze di dolore attorno alla croce, per inaugurare idealmente il restauro del crocifisso di Derovere attribuito al Bertesi

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Intensa e suggestiva serata di preghiera quaresimale, martedì 27 febbraio a Cella Dati, alla presenza del vescovo Antonio Napolioni: una “veglia per asciugare le lacrime” che ha ripreso, pur con alcuni adattamenti, quella proposta da Papa Francesco durante il Giubileo della misericordia.

Al centro della meditazione alcune storie di dolore, raccontate da tre testimoni. Osvaldo Marcotti, che per una grave malattia genetica è paralizzato dalla nascita; Yannick Som, un giovane profugo ivoriano che, rimasto solo alla morte dei genitori e senza nulla per vivere, ha intrapreso il viaggio della speranza che l’ha portato in Italia; e Gabriela, giovane ragazza romena che ha saputo uscire dal tunnel della droga.

Toccanti testimonianze presentate accanto al crocifisso, posto ai piedi dell’altare. Un’immagine sacra che purtroppo, per alcuni imprevisti degli ultimi giorni, non è potuta essere quella di Derovere, appena restaurata, e che la Soprintendenza ha attribuito, in modo inaspettato, al Bertesi. La serata era stata pensata anche per valorizzare questa opera d’arte e proseguirà idealmente con altri due eventi a Pugnolo e Derovere.

Comunità che hanno preso parte alla veglia insieme anche a quelle di Sospiro, con cui è iniziato un cammino sinergico che potrebbe portare alla costituzione di un’unità pastorale. Per questo accanto al vescovo, oltre al parroco di Cella Dati don Umberto Zanaboni e al diacono permanente Gianmario Anselmi c’era anche il parroco di Sospiro don Federico Celini.

Ulteriore occasione di meditazione per la serata – animata con il canto del gruppo composto dai coristi di Cella Dati, Derovere e Pugnolo – le parole del vescovo Napolioni, che, dopo essersi soffermato sul testo evangelico delle Beatitudini, ha poi riflettuto sul pianto, necessario per ritrovare il senso profondo degli eventi che caratterizzano l’esistenza umana. Per passare dalle “lacrime madri” alle “lacrime figlie”, ha proseguito il Vescovo rifacendosi ai padri della Chiesa: dalle lacrime del dolore a quelle della gioia.

Ha chiuso la veglia la preghiera dei fedeli, recitata secondo la modalità caratteristica del Venerdì Santo in alternanza tra i lettori e il Vescovo.

Photogallery della veglia

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