A Caravaggio inaugurata la processione aux flambeaux che si svolgerà il 26 di ogni mese

La preghiera e le luci delle candele hanno acceso la serata al Santuario di Santa Maria del Fonte nella preghiera alla Madre

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26 maggio 1432. La data dell’apparizione di Maria a Giannetta presso il prato Mazzolengo tra Caravaggio e Misano. Da allora il 26 a Caravaggio ha un suono dolce. Ricorda proprio quel gesto di tenerezza infinita della Madre verso un’umanità che, allontanatasi da Dio, aveva rischiato di cadere nel baratro. Ma lei, Madre di misericordia, era scesa da quella giovane contadina, come messaggera di conversione e riconciliazione. In un tempo in cui sembra che l’umanità si stia ancora allontanando un po’ troppo da Dio, è la preghiera a poter toccare i cuori. Per questo, il vescovo Antonio Napolioni ha sostenuto con forza la proposta di un momento di preghiera ogni 26 del mese, proprio a memoria di quel primo 26 maggio. Si tratta del rosario pregato sotto i 800 metri di portici che abbracciano il Santuario di Caravaggio, con i flambleux a illuminare il cammino, luci che si alzano a lode di Maria mentre il coro intona il ritornello dell’Inno alla Madonna di Caravaggio. Una preghiera semplice, talmente umile nella sua ripetitività che nessuno può dirsene incapace.

È iniziato così lunedì 26 settembre quello che vorrebbe diventare un appuntamento fisso, forse una tradizione. Alle 21 di ogni 26 del mese il ritrovo è sul piazzale antistante il santuario.

Silenzio e fiaccole accese, i fedeli si sono messi in processione guidati dalla croce di Cristo. Con il canto dell’organo suonato da Marco Bianchi e dal coro animato da Roberta Saleri, i pellegrini hanno snocciolato le Ave Maria camminando nel buio. Le note di “Maria, Maria, speranza nostra” vedevano alzarsi i flambeux luminosi verso l’alto, verso Maria, per rendere ancora più visibile la preghiera alla Madonna del Fonte.

Al termine del rosario le litanie cantate da don Gabriele Filippini hanno lodato Maria per la sua fede, lei, “beata perché ha creduto!”. Quindi la benedizione, impartita dal rettore del Santuario, mons. Amedeo Ferrari, che ha presieduto la celebrazione.

Davanti alla statua di Maria il numeroso gruppo di fedeli accorsi al santuario ha potuto ancora una volta, come dice la preghiera finale della benedizione, “essere raccomandato all’amore di una così grande Madre”.

Appuntamento al prossimo 26 di ottobre, con la certezza che scandire il tempo, il passare dei mesi al ritmo dell’Ave Maria non è solo un segno esteriore, ma è risposta di figli all’invito che quasi 600 anni fa è risuonato nei cieli di Caravaggio: “Pregate, digiunate e restate con me”.

TeleRadio Cremona Cittanova
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