A Calcio la festa per il compatrono S. Gottardo con il vescovo Antonio

Mons. Napolioni, dopo l’incontro in oratorio con i ragazzi dell’Iniziazione cristiana, ha presieduto l’Eucaristia e la processione per le vie del paese.

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È alla presenza del vescovo Napolioni che mercoledì 4 maggio la comunità di Calcio ha vissuto la festa del compatrono san Gottardo. L’intenso pomeriggio, iniziato con l’incontro di mons. Napolioni con i ragazzi dell’Iniziazione cristiana, è proseguito con la Messa presieduta dal Vescovo e la processione per le vie del paese con la statua e la reliquia del Santo.

Tutto era iniziato venerdì 29 aprile quando, nella grande chiesa di Calcio, il sacrestano Dolfo Ghezzi ha esposto alla pubblica venerazione la statua di san Gottardo, posta su un trono ligneo: come da tradizione i fedeli sono stati avvertiti di questo gesto dal suono festoso delle campane. Il 1° maggio con il canto dei Vespri pomeridiani è iniziato il Triduo in preparazione alla solennità; in uno dei locali della chiesa è stata allestita la pesca di beneficenza e in piazza S. Vittore il luna park.

Tante le persone che durante la calda giornata del 4 maggio (giorno festivo a Calcio) sono passate innanzi alla statua del Santo per una preghiera o per accendere un cero. Le funzioni religiose hanno osservato l’orario festivo con le Messe mattutine alle 6.30, alle 8, alle 9 e alle 9.45, sebbene il momento più atteso era la concelebrazione delle ore 18 presieduta dal vescovo Antonio Napolioni, che prima della Messa ha salutato i ragazzi dell’Iniziazione Cristiana.

Il Presule, infatti, verso le 17.30 è stato accolto in oratorio dal parroco don Fabio Santambrogio, dal vicario don Matteo Bottesini e dal collaboratore parrocchiale don Carlo Merisi.

Al termine del saluto ai ragazzi, il Vescovo è entrato in chiesa facendo il suo ingresso dal portone principale. Numerosissimi i fedeli presenti, nei banchi e anche in piedi, che hanno partecipato alla solenne liturgia.

Una decina i sacerdoti concelebranti: oltre ai sacerdoti di Calcio non mancava: il vicario zonale, don Marco Leggio; i sacerdoti originari del paese,don Vladimir Soldo e don Carlo Bergamaschi; gli ex vicari don Maurizio Ghilardi e don Massimo Maccalli; e don Luciano Stagni, che per diversi anni ha collaborato a Calcio (ai tempi di don Beltrami). Presenti anche il parroco di Fontanella don Libero Salini, il parroco di Urago D’Oglio (diocesi di Brescia) don Vincenzo Arici, il parroco di Cividate al Piano (diocesi di Bergamo) don Walter Colleoni e il vicario di Volta Bresciana (diocesi di Brescia) don Sergio Merigo.

Nel saluto iniziale don Santambrogio – a nome suo, dei sacerdoti collaboratori, delle Suore di Maria Bambina e del Consiglio parrocchiale – ha ringraziato il Vescovo per la sua presenza in un giorno così importante per Calcio e la sua tradizione. Per entrambi era la prima occasione di festeggiare san Gottardo (il parroco è arrivato infatti solo pochi mesi fa). Il ricordo dell’arciprete è andato anche al defunto mons. Piergiorgio Silvano Nesti, che nel 1994, da arcivescovo di Camerino-San Severino Marche (diocesi di origine di mons. Napolioni) celebrò la Messa a Calcio proprio il giorno di san Gottardo.

La liturgia è stata animata sia dalla Corale S. Vittore, guidata da Gianluigi Donati, che dal coro giovanile Effatà, guidato da Mauro Viola.

Tra le autorità civili presenti il sindaco di Calcio Elena Cleofe Comendulli, il vicesindaco Giuseppe Cigognani, il maresciallo dei Carabinieri Stefano Tava e il comandante della Polizia locale Giuliano Cividini.

Omelia del vescovo Napolioni

Al termine delle Comunioni il momento più atteso: la processione con la statua e la reliquia del Compatrono per le vie del paese, aperta come d’abitudine dal gonfalone del Rosario, portato dai Confratelli del Santissimo Sacramento, ed accompagnata dal Gruppo bandistico locale (che del Santo porta il nome), diretto da Paolo Masa.

In Processione con le proprie bandiere le diversi componenti di Azione Cattolica e le associazioni del territorio con i loro labari. Le Vie del paese erano addobbate con diversi paramenti, ma soprattutto con tanti nastri e fiocchi gialli e bianchi.

Durante la processione, ai momenti musicali si alternava la preghiera del Rosario, guidata dal vicario. Nei pressi della casa di riposo c’è stata una sosta per permettere agli ospiti di vedere il Vescovo e ricevere la sua benedizione, impartita con la reliquia di san Gottardo.

La Processione è ripresa per un ultimo tratto, facendo quindi ritorno in chiesa, dove la statua del Santo è stata accolta dal suono festoso dell’organo e dal lungo applauso dei calcensi.

Dopo la supplica e la benedizione finale, impartita dal Vescovo, don Carlo Merisi si è messo disposizione dei fedeli per il tradizionale bacio della Reliquia.

Per tutti l’appuntamento è stato quindi nel cortile dell’oratorio per il rinfresco, occasione anche per poter conoscere e salutare il vescovo Antonio.

La settimana delle feste patronali proseguirà fino a domenica 8 maggio, con la celebrazione eucaristica delle ore 18 e la processione presieduta da don Vittore Bariselli, sacerdote originario del paese e attualmente vicario a Castelleone, in occasione della solennità di S. Vittore martire, titolare della Parrocchia arcipretale.

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Agiografia del copratrono san Gottardo
Gottardo di Hildesheim, (Reichersdorf, 960 – Hildesheim, 4 maggio 1038), fu un vescovo benedettino della diocesi di Hildesheim. È venerato soprattutto nella regione alpina, dove si è dato il suo nome ad uno dei valichi più importanti.
Gottardo nacque nel 960 a Reichersdorf presso Niederaltaich, cittadina della diocesi di Passavia, nella Baviera meridionale al confine tra Germania e Austria. A Niederalteich era già presente un monastero, dove il padre Ratmundo era vassallo del capitolo di San Maurizio di Niederaltaich. Nella scuola capitolare di questo convento ricevette un’istruzione umanistica e teologica sotto la guida di Uodalgiso. Dopo aver viaggiato molto in Austria nella regione alpina e in Italia, terminò i suoi studi superiori presso la scuola del duomo di Passavia sotto il famoso maestro Liutfrido.
Entrò quindi nel capitolo di Niederaltaich come preposito.
Quando il duca Enrico II il Litigioso decise di trasformare il capitolo in un convento benedettino, Gottardo rimase come novizio per farsi poi monaco benedettino nel 990 sotto l’abate Ercanberto di Svevia. Fu ordinato sacerdote nel 993. Divenne successivamente priore e rettore della scuola monastica, portando questa a livelli più alti. Nel 996 fu eletto abate del monastero orientandolo verso gli ideali di Cluny. In seguito il futuro imperatore Enrico II gli affidò il delicato compito di abate dell’abbazia di Tegernsee (1001-1002) e poi di quello di Hersfeld (1005), dove impresse alla vita monastica un forte rinnovamento, lavorando con molta determinazione per convincere le comunità ad accettare le riforme improntate all’ideale monastico di Cluny.

Nel 1013 ritornò a Niederaltaich, dove intraprese una grande attività di edificazione: oltre trenta sono le chiese che furono costruite, sotto la sua direzione. Questo gli valse la fama di uno dei più grandi architetti oltre che pedagoghi della Baviera del suo tempo.
L’arcivescovo Aribo di Magonza lo consacrò vescovo di Hildesheim, alla morte di Bernoardo. La sua nomina fu voluta dall’imperatore Enrico II. Come vescovo fu molto amato sia dai credenti laici del popolo che dal clero. Egli difese con fermezza la propria diocesi da soprusi e tentativi di usurpazione. Morì il 5 maggio 1038.
Fu canonizzato da Papa Innocenzo II il 29 ottobre 1131. La Chiesa cattolica e protestante lo festeggiano il giorno della sua morte, il 5 maggio.
In Italia, il nome tedesco Godard o Gotheard, fu tradotto con una delle solite interpretazioni o storpiature popolari alla malattia della “Gotta”, infatti il santo veniva invocato per alleviare i dolori di gotta e altre malattie artritiche e reumatiche. Il significato preciso del nome Gottardo deriva dal tedesco Goth=Dio; Hard=Il forte cioè: Il forte di Dio, colui che ha la protezione di Dio.

L’intercessione di san Gottardo è invocata contro la febbre, le malattie dei fanciulli, le calamità temporali, ma soprattutto contro gli errori e i vizi contrari agli insegnamenti evangelici.
Secondo gli storici, la devozione per san Gottardo in Italia settentrionale fu introdotta dai monaci cistercensi, che eressero il primo luogo di culto a lui dedicato verso la metà del XIII secolo.

Non è chiaro quando a Calcio si diffuse la venerazione per il santo vescovo bavarese. I documenti del XVII-XVIII secolo affermano che era tradizione antichissima festeggiare il 4 maggio san Gottardo. In realtà ci si limitava alla celebrazione di una Messa solenne presso la chiesa di San Fermo (che sorge nei pressi del cimitero), dove era conservata la statua lignea (la stessa di oggi). Fu solamente nei primi anni del 1900 che la devozione per il Santo ebbe uno sviluppo notevole, tanto da superare quella verso il patrono e titolare della parrocchia (san Vittore martire, festeggiato l’8 maggio). Da circa un secolo e più, è sicuramente la data più cara al popolo calcese. Le persone di una certa età hanno ancora un buon ricordo, di quanti non solo di Calcio, ma anche dai paesi limitrofi, partecipavano un tempo ai riti in onore del Santo, soprattutto alla processione per le vie del Paese.

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