“Semi di pace e di Speranza: il cammino della comunità di Brignano per vivere il mese del Creato

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“Semi di Pace e di Speranza” è stato il tema scelto da Papa Francesco per il Tempo del Creato proposto dal 1° settembre (Giornata mondiale di preghiera per il Creato) al 4 ottobre (festa di San Francesco d’Assisi). Tempo in cui, come cristiani, si è chiamati alla preghiera e a compiere azioni concrete di custodia, protezione, cura, verso la nostra Madre Terra ferita dagli effetti devastanti spesso causati dall’uomo irresponsabile. Tempo per richiamare l’attualità dell’enciclica Laudato si’ a dieci anni dalla pubblicazione.

Per rendere attuale e concreta la riflessione, la preghiera e il messaggio del Papa, la comunità parrocchiale di Brignano Gera d’Adda ha accolto l’invito del Gruppo zonale Laudato Si’ ad avviare un processo di sensibilizzazione per far scoprire l’importanza della relazione umana con il creato, la natura, le cose, le persone e il Creatore.

La prima domenica di settembre è stata l’occasione per invitare a leggere il messaggio del Papa.

Quella successiva, il 14 settembre, la liturgia ha dato particolare risalto all’allestimento di un giardino davanti all’altare e alle parole del celebrante, ma anche ai gesti dei fedeli e a una ricca simbologia, prendendo spunto dall’immagine evangelica del seme che germoglia con forza dirompente anche in terreni aridi. Dopo aver riflettuto sul messaggio che Dio chiama ciascuno a essere seminatore di bene, i fedeli si sono incamminati verso la navata centrale per raccogliere dalle ceste una manciata di semi e piantarli nella terra del giardino allestito davanti all’altare, immagine del paradiso terrestre. La semina è stata abbondante grazie alla generosa partecipazione dell’assemblea, dai bambini agli anziani. Ciascuno, però, buttando il proprio seme, ha affidato alla terra il desiderio che germogli nella propria vita, affinché, rispecchiando l’intenzione del seminatore, produca frutti di pace, di perdono, di speranza, di gratitudine, di sobrietà, di giustizia, di sorriso, di fraternità… Un gesto, insomma, inteso come una promessa, compiuto con sacralità e con il coinvolgimento di tutta la comunità. Un’esperienza significativa vissuta nella semplicità, nel raccoglimento e nella gioia di sentirsi protagonisti di un progetto che, nonostante i propri limiti, dilata il cuore alla speranza.

«All’inizio non volevo mettermi in fila, ma c’è chi è stato così gentile da aiutarmi – racconta uno dei partecipanti –. Mettendo quel piccolo seme nella terra (il mio era proprio piccolo, fragile) al momento non ho pensato a nulla, poi ho realizzato che forse poteva essere un piccolo gesto d’amore, anche se molto fragile e molto incompleto. Ho buttato quel semino, forse potrà nascere qualcosa di utile. A me è sembrato un gesto molto bello. Può sembrare una sciocchezza: l’ho buttato con la mano che ha più difficoltà e mi era rimasto un granellino, allora mi ha aiutato. Può essere un seme di fraternità… Questa è stata la mia piccola, piccola sensazione».

Riuniti di nuovo domenica 21 settembre per la celebrazione eucaristica, quei semi gettati sono stati trovati con sorpresa davanti all’altare già spiga. Alla fine della celebrazione della Messa, ognuno ha potuto portarne a casa una, in modo da ricordarsi, ogni volta che l’avrebbe guardata, dell’impegno intrapreso davanti all’altare di seminare e mantenere fedeltà a quanto promesso nella liturgia precedente durante tutta la settimana. La simbologia si è fatta così più chiara: ogni gesto d’amore personale donato e unito agli altri della comunità può diventare seme di pace e di speranza, non solo per sé, ma in ogni casa, in ogni comunità, per tutti i popoli.

Infine, domenica 28 settembre, la celebrazione si è arricchita di un nuovo simbolo. Sulla tavola imbandita davanti all’altare c’erano due sacchi bianchi traboccanti di pane appena sfornato e già aperti per invitare tutti a prendere cibo da portare in famiglia, dopo averlo benedetto. Quel pane è vita, – ha ricordato il celebrante– è sostentamento e nell’Eucarestia è pane di Vita eterna. Il lievito che contiene ricorda che il cristiano è chiamato, con le scelte di ogni giorno, a essere fermento di pace e di speranza in famiglia, nella comunità e nella società.

Il percorso celebrativo suddiviso nelle quattro domeniche ha dato valore al tempo del Creato, suscitando in chi si è lasciato coinvolgere una profonda gratitudine verso i doni della terra e facendo sperimentare che tutti possono contribuire a rendere la casa comune un luogo in cui condividere la speranza, nonostante prevalgano lo scoraggiamento e le prove, così da diventare una forza che trasforma il mondo e porta frutti di pace e di gioia.

TeleRadio Cremona Cittanova
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