In tanti in Cattedrale in preghiera per il nuovo Papa. Il Vescovo: «Non secondo i nostri gusti o le nostre ansie, ma secondo lo Spirito»

Anche la Chiesa cremonese, in comunione con le altre diocesi italiane, si è radunata alla vigilia del Conclave invocando lo Spirito Santo in adorazione davanti al Santissimo

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«Nella Pasqua del Signore è bello ritrovarsi, cantare le sue lodi, riconoscersi corpo animato dal suo Spirito. E invocare ancora lo Spirito, perché a questo corpo venga donato un capo visibile che nel Collegio dei Vescovi possa presiedere all’unità, confermarci nella fede ed essere profeta del Vangelo del Signore in questo tempo. Sono giorni di grazia, sono giorni di trepidazione, sono giorni di preghiera, sono giorni di gioia».

Con queste parole il vescovo Antonio Napolioni ha aperto nella serata di lunedì 5 maggio in Cattedrale l’adorazione eucaristica per l’elezione del nuovo Papa, in comunione con le altre diocesi italiane.

«Siamo qui, in adorazione del Signore presente nell’Eucaristia – ha detto in una Cattedrale piena di fedeli – per invocare il dono dello Spirito Santo sulla Chiesa. In questi giorni di attesa e discernimento, il Collegio dei Cardinali è chiamato a eleggere il nuovo successore di Pietro. Noi ci uniamo alla preghiera universale del Popolo di Dio, perché lo Spirito guidi la Chiesa a riconoscere colui che è chiamato a servire come Vescovo di Roma e pastore universale».

Una preghiera che si è articolata attraverso l’adorazione eucaristica in ripetuti momenti di silenzio che si sono alternati a canti, letture e alle riflessioni del vescovo, che ha chiesto di pregare «non secondo i nostri gusti, le nostre ansie, tantomeno le nostre paure, ma secondo lo Spirito. È lo Spirito che ci fa invocare lo Spirito. È lo Spirito che geme in noi in modo inesprimibile e crea la comunione. Ricordiamo così, con cuore adorante, la presenza del Cristo nell’Eucaristia».

Cristo che è «l’unico attore protagonista della vita della Chiesa, della salvezza del mondo. Sei tu, Gesù risorto e vivo. Ti mostri a noi nel segno umile del pane, ti mostri a noi nel corpo di fratelli e sorelle che hanno le tue stesse ferite della passione. Attraverso molte prove giungi a noi, come agli apostoli ci riproponi il Vangelo del Regno perché possiamo guardare lontano, guardare dentro, guardare in verità le cose della vita».

È per questo che centinaia di persone si sono unite al vescovo in preghiera in questo primo lunedì di maggio, fissando «lo sguardo su di te non come orfani, non come chi è senza padre, ma come amati, salvati, custoditi da te – ha richiamato il vescovo –. Fissiamo lo sguardo su di te in questo Sacramento e anche in questa Cattedrale, dove ti contempliamo nella gloria del Cielo e gli apostoli che hai chiamato a intercedere per i loro successori, per tutto il popolo di Dio che in questi giorni e in queste ore è concorde nella preghiera».

Preghiera che ricorda che «la Chiesa nasce dalla potenza dello Spirito. Il Papa è chiamato a confermare i fratelli nella fede, a guidare con fermezza e umiltà il popolo di Dio. Invochiamo ancora lo Spirito, perché la sua forza sostenga il nuovo Pastore».

Nella preghiera universale si sono poi alzate invocazioni affinché “il nuovo Papa sia uomo di fede, forte nella preghiera e saldo nella speranza. Perché sia pastore mite e coraggioso, capace di guidare la Chiesa nella carità e nella verità. Perché sia segno di unità tra le genti, ponte, dialogo e pace”. In questi giorni di trepidazione, la speranza che il nuovo Pontefice sappia chiedere con forza un dialogo tra i popoli che riporti la pace è centrale e sentito, ed è anche per questo che l’attesa del Conclave è colma di aspettativa.

In chiusura, dopo il canto finale di gioia e missione “Andate per le strade”, il vescovo ha ringraziato i presenti e si è compiaciuto del loro entusiasmo: «Se siamo stati così contenti stasera che sarà quando avremo il nuovo Papa. Mi raccomando, tirate fuori tutta la gioia che sarà possibile».

Claudio Gagliardini
TeleRadio Cremona Cittanova
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