A cinque anni dal Covid: parole e musica per non dimenticare

Ospiti della nuova puntata di Torrazzo con vista il pneumologo Giancarlo Bosio, la giornalista Stefania Mattioli e la violinista Lena Yokoyama

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«In quarantacinque anni di carriera, non mi è mai capitato nulla di simile. E spero davvero non succeda più». È incrinata dall’emozione la voce del dottor Giancarlo Bosio, ex primario del reparto di Pneumologia dell’Ospedale di Cremona, mentre ricorda i momenti dell’esplosione della pandemia. A cinque anni di distanza dalla prima diagnosi in Italia, il medico cremonese si racconta ai microfoni di Torrazzo con vista, il video-podcast prodotto da TeleRadio Cremona Cittanova in collaborazione con l’Ufficio comunicazioni della Diocesi di Cremona.

Durante la nuova puntata, interamente dedicata al quinto anniversario di quel terribile inizio di sofferenza, Bosio ci tiene a sottolineare come «in un momento di estrema difficoltà, in cui la medicina faticava a rispondere alle richieste di aiuto dei nostri concittadini, è stata l’umanità a fare la differenza. Nel nostro ospedale, che è stato veramente messo in ginocchio, tutti i colleghi si sono adoperati per aiutare. Oculisti, ginecologi, chirurghi hanno messo in campo le proprie competenze trasformandosi in pneumologi. Tutto il personale, medico e non medico, ha voluto fortemente contribuire e fare la propria parte. Prima ancora delle cure sanitarie, è questo che ci ha permesso di uscire da una situazione devastante».

Anche dal punto di vista comunicativo, l’esplosione della pandemia ha creato una grande instabilità. A raccontarlo è Stefania Mattioli, responsabile della comunicazione di Asst Cremona, che ricorda un momento molto particolare. «Già dall’inizio abbiamo avuto la sensazione che stessimo sottovalutando la questione. Per questo, fin dai primi momenti, abbiamo deciso di raccontare quello che stava succedendo. L’emblema di questa volontà è il servizio che è stato girato nel nostro reparto di terapia intensiva. Siamo stati il primo ospedale in Italia ad aprirlo, proprio con il desiderio di testimoniare il dramma che si stava consumando. Era il periodo delle prime chiusure dei locali, con annesse polemiche. Il nostro intento è stato quello di far percepire alle persone che stavamo davvero vivendo un momento complesso, ma che, allo stesso tempo, i medici e tutti gli operatori del settore erano impegnati in prima linea per affrontare il problema».

E se si parla di mettersi in gioco, non si può che prendere come riferimento Lena Yokoyama. La violinista di origini giapponesi, ma cremonese di adozione, ha fatto il giro del mondo con un video. «Quando è nata l’idea di suonare il violino dalla cima del Torrazzo – racconta la musicista – ho sentito che sarebbe stato giusto e bello provare a fare la mia parte. Avere di fronte a me la città deserta e silenziosa è stato strano: da un lato, sentivo che la musica si stava espandendo in un modo universale, partendo proprio dal mio violino; dall’altro, mi ha messo di fronte alla piena consapevolezza del grande momento di sofferenza che tutti stavamo vivendo».

Cinque anni dopo, raccontare quei momenti suscita ancora brividi, emozioni forti e contrastanti. Da una parte, il sollievo di aver superato una terribile pandemia; dall’altra, il dolore per tutto ciò che ha comportato.

«Da medico – conclude il dottor Bosio – è stato molto faticoso trovarsi di fronte a una situazione che, clinicamente, pareva insostenibile. Parliamo, in alcuni momenti, di oltre settanta ricoveri al giorno. Non eravamo pronti, le nostre strutture non erano pronte. Ma, lo ripeto, fare fronte comune ci ha salvato. Ed è questo, probabilmente, l’aspetto più positivo che possiamo cogliere dal dramma che abbiamo vissuto».

TeleRadio Cremona Cittanova
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