Veglia dei giovani in Cattedrale assaporando la ricetta di ciò che dà forza al cammino

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Il cammino della vita richiede sforzo quotidiano. Non basta solo una buona parola per farsi coraggio e andare davanti, un passo alla volta. Serve qualcosa di più concreto, materico, essenziale. Durante un viaggio è normale sentire stanchezza e smarrimento, grinta ed entusiasmo possono lasciare spazio a una crisi delle certezze o un ardore dalla speranza. Allora è necessario qualcosa come un pezzo di pane. Semplice, fragile, saziante. Un alimento che dà un nuovo sapore alla bocca arida, affamata, desiderosa. E dà forza, potenza e libertà necessarie per rimettersi in strada, verso la meta.

È in questo cammino fisico, ma soprattutto spirituale, che si è svolta nella serata di sabato 23 novembre la tradizionale veglia diocesana dei giovani, alla vigilia della 39ª Giornata mondiale della gioventù, vissuta ogni anno a livello diocesano e che da qualche tempo si celebra nella solennità di Cristo Re.

Animata dai volontari della Federazione Oratori Cremonesi, i partecipanti, provenienti da tutta la diocesi, si sono dati appuntamento nel tardo pomeriggio nel cortile del palazzo vescovile, dove era posta la croce della Gmg illuminata. Il vescovo Antonio Napolioni ha accolto gli ospiti all’ingresso, offrendo pane e lambrusco, prima di spostarsi all’interno della Cattedrale dove è iniziato l’incontro diocesano.

«Come ha detto il Papa nel messaggio che ci ha dato per questa Giornata mondiale, ci chiederemo che cos’è che è essenziale nella vita, perché “chi spera nel Signore cammina senza stancarsi”», ha spiegato don Francesco Fontanta, presidente Focr e incaricato diocesano della pastorale giovanile e vocazionale. 

Proprio l’alimento del pane e il cammino metaforico attraverso alcune fasi della propria esistenza – noia, fatica, speranza, spirito di ricerca e purificazione – sono stati i punti chiave dell’attività sviluppata a partire dai passaggi centrali del messaggio del Pontefice per questa Gmg. Un incontro iniziato con il suggestivo monologo teatrale recitato dall’attore Michael Pedrini, animato dai cori dei cantori e musicisti del gruppo “Effatà” di Calcio, e poi concluso con una toccante, silenziosa e sentita adorazione eucaristica insieme al vescovo Napolioni.

I partecipanti, divisi in gruppi, hanno fatto tappa in cinque luoghi della Cattedrale. In ciascuno, attraverso una guida della Focr, è stato proposto come riflessione o attività uno spunto tratto dai temi principali di questo raduno diocesano, in sintonia con gli incontri giovanili di tutto il mondo.

La prima tappa – noia e stanchezza – consisteva nel far collocare il gruppo nello spazio tra due punti posti come due piantane ad una certa distanza, invitando i ragazzi posizionarsi a seconda di quale delle due dimensioni si sentivano più vicini. «Questo tipo di stanchezza è come un cemento, nel quale sono immersi i nostri piedi, e che alla fine si indurisce, si appesantisce, ci paralizza e ci impedisce di andare avanti. Preferisco la stanchezza di chi è in cammino che la noia di chi rimane fermo e senza voglia di camminare!», scrive a proposito il Papa.

La seconda sosta prevedeva che i giovani riconoscessero le foto degli olimpionici del nostro territorio, accompagnati da una frase del messaggio della Gmg 2024.

La terza fermata, invece, invitava ciascun membro dei gruppi a prendere un mattoncino LEGO e collocarlo su un tavolino, mettendolo in corrispondenza di quella che riteneva essere la speranza più grande sulla quale sta appoggiando la propria vita.

Nella Cripta del Duomo, poi, davanti all’una di sant’Omobono sono stati appesi i gadget delle giornate mondiali della gioventù e dei pellegrinaggi passati, invitando dunque a una riflessione «sull’essere pellegrini e non semplici turisti».

Infine, nell’ultima tappa, nei pressi di un confessionale, è stata installata un’immagine del Padre misericordioso di Sieger Koeder, chiedendo ai giovani di esprimere ad alta voce che cosa li avesse colpito del dipinto, il cui soggetto è l’esperienza dell’abbraccio di Dio.

«La stanchezza fa parte anche la nostra esperienza. Potrebbe capitale di sentirsi stanchi. Esiste allora la speranza che si fonda sull’incontro con Gesù Cristo, che è quel pane che ci viene donato e che ci porta la vita – ha spiegato poi don Fontana –. Come Elia, il personaggio che abbiamo ascoltato durante la preghiera di questa sera, sappiamo che non è un alimento, ma il nostro Signore Gesù, che ci dà la forza necessaria per affrontare il cammino e per intraprendere la nostra missione».

Il vescovo ha poi guidato l’adorazione eucaristica e l’intenso momento di meditazione su quanto i giovani hanno sperimentato nel corso della serata. «La mia piccola storia si intreccia in quella più grande della salvezza. Siamo tutti chiamati a essere profeti e annunciatori di una Parola che si incarna. Sei tu, Signore, che guidi questa storia ed è bello che essa continui. E sono curioso di leggerla e ascoltarla nei fratelli che mi metterai accanto».

Al termine della preghiera, il vescovo ha poi invitato i ragazzi a essere «capolavori nella vita di tutti i giorni, a partire da piccole opere come la torre di mattoncini costruita nella serata, per diventare opere grandiose come questa chiesa».

Al termine dell’incontro i partecipanti si sono dati appuntamento in Seminario per continuare la serata con un momento di convivialità e amicizia nell’informalità.

Jacopo Orlo
TeleRadio Cremona Cittanova
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