76 anni fa in Cina l’uccisione di mons. Barosi e padre Zanardi

I due missionari cremonesi del Pime furono assassinati il 19 novembre 1941: il messaggio del vescovo Napolioni

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76 anni fa, il 19 novembre 1941 venivano uccisi in Cina un gruppo di missionari cattolici cui le nostre comunità sono profondamente legate: mons. Antonio Barosi, padre Girolamo Lazzaroni, padre Mario Zanardi, padre Bruno Zanella, padre Carlo Osnaghi, padre Cesare Mencattini.

Le nostre Chiese diocesane e parrocchiali in Italia, la famiglia missionaria del Pime, le comu­nità cattoliche che in Cina sperimentano, ancor a distanza di tempo, i frutti del loro servizio fino al dono della vita, non possono dimenticare questa pagina di Vangelo vissuto. Il Signore risorto, in­fatti, guida e ama il mondo per cui ha dato se stesso, attraverso la testimonianza operosa ed anche spesso silenziosa, dei suoi discepoli, membra del suo corpo che è la Chiesa.

Mentre l’accelerazione del cambiamento socioculturale ed economico delinea sempre nuovi scenari sull’orizzonte planetario, il grande e nobile popolo cinese attira l’attenzione di tutti per il ruolo che la Provvidenza certamente gli affida nel presente e nel futuro del cammino verso la pace.

In questo spirito di fiducia e stima reciproca, anche l’esperienza cristiana può essere accolta e valorizzata, mentre ne riscopriamo le radici nell’eroico slancio missionario che i nostri sacerdoti hanno profuso in quel delicatissimo contesto.

L’anniversario della loro morte non ci chiama a bilanci né tantomeno a rivendicazioni, ma alla meditazione sul loro esempio, allo studio della loro vicenda, all’imitazione del loro amore a Dio e al prossimo, alla preghiera per il bene di tutti i popoli e le comunità religiose. Compiendo quotidiana­mente questi gesti, potremo far risplendere la santità della vita e il senso del sacrificio che i nostri missionari hanno compiuto.

Dio benedica questa memoria e i frutti che ancora porterà.

+ Antonio Napolioni
Vescovo di Cremona

 

Dall’evento di 76 anni fa ad oggi

Il 19 novembre ricorre la memoria dell’uccisione, nella regione cinese del Honan, dei missionari, nati in terra cremonese, mons. Barosi e padre Zanardi: il primo di Solarolo Rainerio e il secondo di Soncino, entrambi del Pime (Pontificio istituto missioni estere). Furono trucidati in Cina nel 1941.

Da anni ormai si sta cercando di ricostruire l’accaduto, di comprendere sempre più i particolari dell’eccidio, nel quale altri missionari italiani del Pime hanno perso la vita. Esistono testimonianze scritte da testimoni oculari ormai non più viventi, esistono i luoghi dove sono custoditi alcuni effetti personali, esiste il carteggio tra gli stessi missionari che in quegli anni hanno vissuto momenti tragici e che vicendevolmente si sono sostenuti pur di non abbandonare la gente semplice di quei luoghi.

Erano gli anni dell’invasione della Cina da parte del Giappone e gli italiani, che ormai erano conosciuti come fascisti a causa di Mussolini e dell’asse stabilito con i nipponici, erano visti come collaboratori degli invasori da parte delle milizie e dell’esercito cinesi. Ma ai missionari era riconosciuto un ruolo importante nella cura delle persone. Non da tutti però.

Nel 1941, nel comunicato dell’ambasciata cinese al delegato apostolico di Londra, così si descriveva la lancinante notizia della morte violenta dei padri del Pime: “Il governo cinese ha ricevuto dal governo provinciale il rapporto dettagliato sull’inchiesta eseguita circa i quattro missionari italiani (oltre a mons. Barosi e padre Zanardi con loro anche i padri Zanella e Lazzaroni, ndr) del Vicariato apostolico di Kaifeng (nell’Honan, ndr), uccisi nel novembre scorso. Il risultato dell’inchiesta mostra che i quattro missionari italiani furono assassinati da una banda… Il governo cinese ha dato istruzioni al governo provinciale del Honan di prendere energiche misure per l’arresto dei colpevoli… come pure per una efficace protezione della Chiesa in futuro”.

Al di là delle sommarie testimonianze, si tratta di comprendere meglio, oggi, quale tesoro di testimonianza di fede e di dedizione alla Chiesa la nostra diocesi ha ricevuto e riceve da questi suoi servi e figli.

Dal 1941 ad oggi la ricerca non si è mai fermata. Molti gli ostacoli linguistici da affrontare, che diventano anche culturali e che a volte frenano l’interpretazione delle lettere; per non parlare poi di quelli politici, resisi ancor più avversi durante la rivoluzione culturale ad opera di Mao e non ancora trascorsi. Tutto ciò ha reso il lavoro di ricerca molto arduo.

Alcuni confratelli del PIME però non si sono arresi e hanno raccolto testimonianze, prove, materiale che confermerebbero non solo la totale dedizione di mons. Barosi e padre Zanardi a Cristo e quindi all’evangelizzazione, ma anche il loro dedicarsi ai poveri e alla Chiesa locale, cose queste che lasciano facilmente intuire come il loro sia stato un vero e proprio martirio in odio a tutto ciò. A noi il compito di tenere viva la loro memoria, magari dedicando uno spazio nella preghiera ogni 19 novembre, di far conoscere la loro storia e di pregare per chi come loro, ancor’oggi, ogni giorno, in questa terra così vasta quale è la Cina (come in altre parti del mondo), al contempo complessa e vivace, vive il rischio di vedersi privato della libertà e della dignità.

Servirà ancora del tempo, ma certamente potremo fare memoria di questi nostri missionari con le modalità che la Chiesa ci suggerirà, nel mentre, però, ne potremo esaltare la testimonianza giunta fino a noi.

don Maurizio Ghilardi
Centro Missionario Diocesano

 

Eventi per ricordare a Soncino

Il ricordo di padre Zanardi, nella sua Soncino, oltre che nelle celebrazioni liturgiche del 19 novembre, di fronte alle reliquie del missionario cremonese, anche grazie alla mostra allestita dalle Acli di Soncino nella pieve di S. Maria Assunta: in esposizione foto e documenti.

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