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Una riflessione vocazionale da una giovane

Una ragazza delle superiori, partendo dal tema dell’ingratitudine, proposto come spunto per un elaborato di religione a scuola, ha sviluppato una riflessione dalle sfumature vocazionali, che merita di essere condivisa.

Un gesto d’affetto non riconosciuto, un atto di bene non corrisposto e dimenticato. Chi non ha mai sperimentato su di sé il profondo dispiacere che sorge dinanzi all’ingratitudine di chi aiutiamo e sosteniamo? Eppure chi tra quelle stesse “vittime” non si è mai fatto a sua volta in-gratus, dimenticando l’aiuto del compagno, non riconoscendo il bene che lo circonda, non rispondendo con gratitudine a un dono ricevuto da un maestro, un amico, un genitore. Da figlia, sorella, amica, tante volte mi sono ritrovata cadere in quell’abisso quasi inevitabile che è l’ingratitudine. In molte relazioni sociali ci siamo abituati oggi a dare sempre più per scontati e per dovuti la presenza, il sostegno e l’aiuto dell’altro.

E’ dovere del maestro insegnare.

E’ compito del fratello starci vicino.

E’ il ruolo del genitore aiutarci e sostenerci.

E’ ruolo del genitore sopportare le nostre lamentele, accettare i nostri limiti, guidarci ed indicarci la via da seguire.

E’ ruolo del genitore.

Ma qual è il nostro di ruolo in quanto figli?

Non è certo quello di voltare le spalle, di rispondere con rancore al dono che ci viene dato, di essere ciechi e non vedere il bene che viene dall’altro. E’ forse questa la più bassa e meschina forma di egoismo.

Eppure sta dall’altra parte proprio nel dare senza aspettarsi un ricambio uno dei più grandi segni di altruismo. E’ solo in questo modo che ci si vaccina dall’ingratitudine: donando, dando gratuitamente, a prescindere dalla risposta emozionale che ne avremo in cambio.

Un genitore più di tutti è chiamato a confrontarsi con questo atteggiamento, con il saper dare in modo gratuito e pieno, lasciando al proprio figlio il tempo di crescere e capire che ogni cosa che riceviamo è un dono, che niente è dovuto o scontato.

E come va letto questo tipo di atteggiamento e di rapporto, se presa in considerazione la relazione più alta che si possa instaurare, quella con Dio?

Dio è un padre.

Dio è Il padre, che si dona in ogni sua forma a noi.

E’ un padre benevolo che cammina al nostro fianco. Una voce silenziosa ma sempre presente, che ci viene incontro e che aspetta paziente il nostro ascolto e la nostra risposta. Dio stesso, in quanto padre, è però esposto alla nostra ingratitudine.

L’ingratitudine di chi non è cieco, ma non vuole vedere. Di chi non si mette in ascolto e nega la voce che non sente. Di chi non si interroga, ma aspetta risposte. Di chi non riconosce il bene, la ricchezza, il dono che il Padre e il rapporto con Esso portano all’uomo. Eppure Dio non si arrende di fronte al silenzio, al nostro non rispondere a lui che ci chiama.

Dio è un padre, e in quanto tale sa perdonare l’ingratitudine dei suoi figli, che ancora devono crescere e comprendere la vera ricchezza del donare e del donarsi, che ancora devono imparare ad essere grati e riconoscenti per ogni singolo giorno, sguardo, abbraccio che viene a loro donato.

Una studentessa delle superiori

“Datevi al meglio per la vita”, 57ma giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

Cari confratelli, religiosi /e ed amici laici,

la 57ma giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni del 3 maggio, dal titolo “Datevi al meglio per la vita”, nonostante le circostanze eccezionali in cui ci troveremo a celebrarla, non perde il suo valore, proprio perché si tratta appunto di preghiera, prima ancora che di azioni o iniziative specifiche.

Credo, quindi, che possa non essere del tutto inutile raggruppare alcuni materiali che possano venire utilizzati non certamente per celebrazioni comunitarie, quanto per riflessioni personali, dato che le persone possono essere facilmente raggiunte attraverso strumenti che ci siamo ormai abituati ad utilizzare di frequente, partendo dai più semplici (email, whatsapp, siti parrocchiali) fino ad arrivare a quelli che abbiamo “scoperto” più di recente (videoconferenze e, per chi è ancora più tecnologico, dirette streaming).

In questa particolare circostanza, in cui tutte le nostre riflessioni, anche quelle vocazionali, sono in qualche maniera influenzate dall’emergenza che ci ha tenuti “in ostaggio” da diverse settimane, credo sia utile offrire una chiave di lettura davvero profonda e completa, dal punto di vista spirituale e sapienziale, offertaci dal predicatore della Casa Pontificia, Padre Raniero Cantalamessa, che nell’omelia dell’azione liturgica del Venerdì Santo ci ha permesso di inquadrare in un’ottica al tempo stesso di fede e di ragione i tempi difficili che stiamo vivendo. Ogni discorso “vocazionale”, riguardante cioè quello che Dio chiede ad ognuno, non può prescindere da queste considerazioni.

Nella speranza di poter pregare e celebrare presto in comunità di persone riunite in carne ed ossa, vi auguro una buona preghiera, augurio accompagnato da una constatazione di speranza: posso assicurare che anche in questi frangenti, qualche giovane ha iniziato ad interrogarsi sulla sua vocazione, segno che anche dalla fatica e dalla sofferenza può nascere del bene.

I saluti più cari.

Don Davide Schiavon (incaricato diocesano per il CDV)

https://vocazioni.chiesacattolica.it/datevi-al-meglio-della-vita-cristus-vivit-143/

La pagina del Centro Nazionale Vocazioni con il messaggio del Papa ed altri utili sussidi, scritti e multimediali.

https://vocazioni.chiesacattolica.it/wp-content/uploads/sites/10/2020/02/04/GMV20_MESSAGGIO-DEL-PAPA.pdf

Il link specifico al messaggio del Papa

http://www.cantalamessa.org/?p=3883

La riflessione di padre Cantalamessa durante l’azione liturgica del Venerdì Santo appena trascorso.

http://www.vocazionicremona.it/2018/08/10/la-palestra-della-preghiera-mettiamoci-in-forma/

Tutti parlano, in queste settimane, di non perdere la forma, e qui c’è un piccolo sussidio per non perdere quella spirituale. Anche la preghiera può essere perfezionata, allenata, resa forte.

http://www.vocazionicremona.it/2018/08/10/la-fede-vista-da-youtube-in-140-video/

Anche youtube può essere una fonte preziosa di spunti vocazionali per i giovani. Ecco una selezione di video che possono aiutare a riflettere (e a ritrovare se stessi)

Emergenza virus e vocazione. Una riflessione per i giovani

Anche e soprattutto in questo particolare frangente dell’emergenza “Corona Virus”, qualche riflessione di tipo vocazionale è possibile. In un’ottica di re – inizio che, prima o poi, auspicabilmente si presenterà, è lecita e doverosa la domanda sul “come ricostruire”. In tutti i sensi. Come ripartire dopo il terremoto causato da un evento inatteso, ma anche come ripartire dopo un’epoca che ci ha lasciati privi di punti di riferimento e motivazioni.

Bisogna imboccare una via cristiana che però sia esente dagli errori commessi nelle epoche precedenti. La nuova base da cui ripartire, per i giovani potrebbe dunque essere qualcosa di simile. Ecco cosa mi sentirei di dire ad un giovane, in questo imprevisto mese di marzo 2020.

  1. Sei giovane, pieno di forze, ma non vedi il modo per impiegarle. Non devi scoraggiarti. L’unica differenza tra te e le generazioni che ti hanno preceduto, è che quelle pensavano di vedere delle cause valide, senza interpellare Dio, hanno puntato male e hanno perso tutto. Tu, invece, non hai ancora capito su cosa puntare. Il che non è necessariamente un male.
  2. Il fatto che tu non veda dove ti devi dirigere è normale. D’ora in avanti sarà sempre più una regola. Non lo vedrai se non rimani attaccato a Dio. Questo significa che solo rivolgendoti a Lui, seriamente, con la preghiera ed una vita cristiana, hai la possibilità di mettere in fila una serie di scelte nella direzione giusta. Ma per il momento, non vedrai subito la meta, ma solo i passi successivi, lo stretto indispensabile per muoverti ed agire. Non avere fretta di avere davanti il quadro completo.
  3. Rimanendo attaccato a Dio, capirai che insieme a Lui le cose acquistano un senso. Le gioie e le fatiche. Entrambe hanno un senso ed un diritto di cittadinanza nella tua vita. Ma con Dio, le gioie sono sane e le fatiche sopportabili. Senza di lui, le gioie diventano illusorie e le fatiche delle tragedie.
  4. Il senso della vita è positivo, come il suo epilogo. Questo non devi dimenticarlo mai. Ma a determinate condizioni. Che, cioè, il tuo stile di vita sia evangelico, o che ritorni ad esserlo qualora ti capiti di discostartene. Se farai così, avrai una gioia ed una serenità di fondo. Se sceglierai un’altra strada, lo fai a tuo rischio e pericolo. In quel caso, la disfatta è una possibilità concreta.
  5. Il vero metro di giudizio è la tua coscienza, che ti mantiene in comunicazione con Dio. Il confronto con gli altri non pesa più del 5%. Questo, per due motivi: innanzitutto, gli altri mostrano di sé una facciata che non è quella vera; in secondo luogo, non disponiamo di tutte le informazioni sufficienti per fare un vero confronto.
  6. Fare affidamento sulla propria coscienza come metro di giudizio significa fare attenzione ai segnali che essa manda: la soddisfazione, la vergogna, la gioia, la tristezza. Se queste sensazioni si palesano nell’ambito di un globale contatto con Dio, sono da prendere seriamente e delineano un piano di azione. Una conferma, o una smentita riguardo a come ci si sta comportando.
  7. Se riferirti a Dio ti sembra un’assurdità, perché non sei abituato, nessuno in famiglia ti ha insegnato a farlo, non lo frequenti da tempo….Prova a dirgli una preghiera, come sei capace. Una di quelle tradizionali, che ti hanno insegnato a catechismo. Oppure apri il Vangelo e leggi un brano. Poi prova a dire qualcosa di tuo al Signore. Poi mettiti in silenzio ad ascoltare. Cioè fai delle considerazioni sul brano, o sulla preghiera. Ti verranno in mente altre cose. Trasformale in una richiesta fatta a Dio.
  8. Se non ti senti ancora pronto a chiamare in causa Dio perché hai dei progetti in atto e temi che il Suo intervento te li possa scompaginare, fai come credi. Però impegnati davvero in questi progetti. Fino in fondo. Stai comunque cercando di non buttar via la tua vita e il tempo non lo puoi sprecare. Se non vuoi, per il momento, fidarti di Dio, dedicati a qualcosa di grande. Magari sarà Dio a farsi vivo attraverso questo progetto. Ma abbi l’onestà intellettuale di non ignorare eventuali interrogativi che potranno affacciarsi.
  9. Se cerchi una pienezza, sappi riconoscere i campanelli di allarme che, mentre stai esplorando tutte le strade possibili, ti fanno capire che hai imboccato la strada dell’autodistruzione. Anche in questo caso devi avere l’onestà intellettuale di rimettere in discussione le tue scelte. La coerenza e la determinazione non possono spingersi fino al logoramento consapevole, deliberato e permanente delle proprie energie vitali.
  10. Oggi più che mai, la vita ti chiede di potenziare le tue capacità di navigazione. Le “mappe” di una volta, che ad onor del vero non erano granché, non servono più a nulla, perché il paesaggio è mutato del tutto. L’unico riferimento rimane il Vangelo, cioè la Parola di Dio che è l’unica bussola che non sbaglia. Il resto, non aver paura di metterlo in discussione ed accantonarlo. Sul Vangelo, invece, costruisci la tua vita. Non ti deluderà e non verrà mai meno. Non ti demoralizzare se ci metterai più tempo. Sarà tempo ben speso, per una costruzione eterna.

Don Davide

Il pozzo di Giacobbe, famiglia e vocazione vanno d’accordo.

Si potrebbe effettivamente adottare questo slogan se si volesse trarre un sommario bilancio dell’esperienza di questi primi tre mesi su quattro (da dicembre a febbraio) del progetto vocazionale messo in atto dalla pastorale giovanile diocesana insieme al Centro Diocesano Vocazioni.

I 6 ragazzi che hanno partecipato (l’ultima settimana dell’edizione di quest’anno si terrà a marzo) alla prima edizione, tutta cremonese, del “Pozzo di Giacobbe”, hanno espresso soddisfazione unanime in merito alla riuscita del percorso e qualcuno ha addirittura avanzato la richiesta di una prosecuzione in una sorta di “edizione estiva”.

Si è trattato, in sostanza, di una serie di 4 settimane residenziali, una al mese da dicembre a marzo (si sarebbe dovuti partire da novembre, ma gli impegni scolastici e familiari di alcuni degli aderenti hanno consigliato uno slittamento), in cui 6 studenti delle superiori di Cremona, dopo le ore scolastiche, hanno trascorso i restanti momenti della giornata presso la casa parrocchiale del Migliaro. Lì, guidati da don Davide del CDV, i coniugi Beppe e Sonia Galli della parrocchia del Boschetto e suor Chiara delle suore Adoratrici e suor Petra dell’ordine Carmelitano, hanno avuto modo di fare normalmente i compiti, condividere ritmi casalinghi con persone diverse dalla famiglia di origine e, soprattutto, confrontarsi sulla fede, meditare sul Vangelo, partecipare alla S. Messa, ascoltare testimoni chiamati dall’esterno in merito a tematiche vocazionali, condividere momenti di svago e amicizia.

In tutta onestà, si può dire che l’alchimia positiva è scattata. Grazie anche alla visione progettuale di don Paolo Arienti della Pastorale Giovanile Diocesana, all’ospitalità ed al prezioso supporto logistico ed organizzativo di don Maurizio Ghilardi della parrocchia ospitante e Ufficio Missionario, alla collaborazione di don Francesco Cortellini del Seminario e alla vicinanza della coppia di coniugi Romani di Vescovato (pronti ad entrare in campo per un’edizione successiva), si è davvero raggiunto il risultato, innanzitutto, di una bellissima collaborazione all’interno dell’équipe adulta, che si è immediatamente riflessa in un clima di familiarità e amicizia che ha da subito contagiato i ragazzi, diventati un gruppo compatto fin dalla prima sera.

L’idea sarebbe di estendere e continuare l’esperienza anche nel prossimo anno pastorale, certamente a Cremona e, auspicabilmente, anche in altri poli della diocesi. Il canale preferito, per ottenere tutto ciò, è sempre la collaborazione con sacerdoti, religiose, catechisti ed educatori, cioè coloro che sono meglio attrezzati per individuare ragazzi e  ragazze che possano recepire una proposta bella, ma intensa, che è alla portata di molti, ma non di tutti.

Insieme a un grazie rivolto a coloro che stanno rendendo possibile tutto ciò, a nome dell’intera équipe del Pozzo di Giacobbe mi sento di ringraziare in anticipo anche tutti gli amici che ci aiuteranno a far crescere ulteriormente questo progetto.

Don Davide Schiavon del Centro Diocesano Vocazioni

Pozzo di Giacobbe, ora si parte!

Sei ragazzi e ragazze, da domenica 1 dicembre, inizieranno l’esperienza del “Pozzo di Giacobbe”, una serie di settimane residenziali di taglio vocazionale proposte dal CdV.

Il luogo è la casa parrocchiale del Migliaro e l’équipe operativa, che ha progettato e seguito le ultime fasi del progetto, è composta da don Davide Schiavon (Centro Diocesano Vocazioni), don Paolo Arienti (Pastorale Giovanile), don Maurizio Ghilardi (parroco di Boschetto, Migliaro e responsabile Ufficio Missionario), don Francesco Cortellini (vicerettore del Seminario) Suor Chiara delle Adoratrici, suor Petra Cristina delle Carmelitane, i coniugi Galli di Cremona ed i coniugi Romani di Vescovato. Molti altri, però, nell’ultimo anno, si sono impegnati nelle fasi interlocutorie e preparatorie: l’Ufficio famiglia, l’équipe del Sicomoro di Como, etc.

Non tutte queste figure adulte saranno contemporaneamente presenti insieme ai ragazzi, per dar modo a questi ultimi di assaporare un clima al tempo stesso familiare, intimo e adatto alla riflessione.

Le giornate saranno scandite dalla preghiera mattutina prima della scuola, dalle ore scolastiche, dal pranzo insieme, lo studio pomeridiano e momenti di preghiera e riflessione comunitaria, insieme a un confronto su tematiche vocazionali, nel tardo pomeriggio ed alla sera.

Il progetto nasce da lontano ed ha avuto una preparazione lunga ed accurata. Lo affidiamo al Signore, insieme alle persone che vi prendono parte. Qualcosa di molto buono è già iniziato, lo si è visto nella preparazione. La buona volontà dei partecipanti e, soprattutto, il lavoro dello Spirito Santo faranno il resto.

Settimane vocazionali, a novembre parte l’esperienza del “Pozzo di Giacobbe”

La gestazione è durata più di un anno, ma ora siamo pronti a partire. Da novembre a marzo, ogni mese, per quattro giorni al mese, in due poli della diocesi (la ex casa parrocchiale del Migliaro per Cremona ed una location ancora da definire nel dettaglio per la zona Dosimo – Vescovato) saranno attivate settimane “vocazionali per ragazzi /e dai 14 ai 18 anni, con lo scopo di approfondire la propria vocazione alla sequela di Gesù e comprendere qualcosa circa la vocazione al matrimonio ed alla vita consacrata.

I ragazzi, che dal lunedì al giovedì frequenteranno comunque la scuola come sempre, per pranzo, anziché tornare a casa propria, si recheranno in una “casa comune” dove, con la supervisione di una coppia di coniugi ed una figura di consacrato /a, svolgeranno i loro compiti, rifletteranno sulla Bibbia, pregheranno insieme e ascolteranno diverse testimonianze vocazionali.

Il tutto, ispirato al modello dell’esperienza del “Sicomoro” della diocesi di Como (che si può osservare nel DVD “Qui è ora” che è stato proiettato in diversi poli della diocesi), ma calibrato sulla realtà cremonese.

Concretamente, l’invito, più che direttamente ai ragazzi (non parliamo, infatti, tanto di “autocandidature”, quanto piuttosto di “segnalazioni”) è rivolto a parroci, vicari, suore e catechisti, la cui collaborazioni chiediamo per segnalare al Centro Diocesano Vocazioni singoli adolescenti che mostrano una certa sensibilità spirituale.

Non si tratterà di un campo scuola (al massimo saranno presenti 6-7 partecipanti per ogni casa), né di un ritiro, ma di una settimana studiata apposta per parlare di fede senza restrizioni né giudizi esterni, trovandosi con altri ragazzi che hanno lo stesso desiderio, per scoprire insieme che l’attrazione per Gesù non è un’anomalia da cui guarire, ma una grazia da coltivare.

Ecco in allegato la lettera in distribuzione presso i sacerdoti della diocesi (che riporta anche le date esatte). Si può contattare direttamente anche don Davide Schiavon del CDV (mail: d.schiavon@libero.it; cell. 3339234456), che sarà ben lieto sia di fornire tutti i necessari chiarimenti, sia di parlare con le famiglie dei potenziali ragazzi interessati.

Lettera Pozzo 2020_web

Veglia di Pentecoste, a tema la vocazione

Alcune tipologie di vocazione (sacerdozio battesimale, vita consacrata e ruolo di guida nella Chiesa) sono state al centro della riflessione della veglia di Pentecoste nelle 5 zone pastorali diocesane, grazie anche alle testimonianze di don Arrigo e di suor Maria Domenica.

Ecco il testo e qualche immagine relativa alla veglia di Cremona di sabato 8 giugno.

     

Sabato 8 giugno

Veglia di Pentecoste

 

 

UNO, ALCUNI, TUTTI

 

 

               

 

Canto d’inizio

 

Vieni, vieni, Spirito d’amore,
ad insegnar le cose di Dio.
Vieni, vieni, Spirito di pace,
a suggerir le cose che lui ha detto a noi.

 

Noi ti invochiamo, Spirito di Cristo,
vieni tu dentro di noi.
Cambia i nostri occhi, fa’ che noi vediamo
la bontà di Dio per noi.

Vieni o Spirito dai quattro venti
e soffia su chi non ha vita.
Vieni o Spirito e soffia su di noi,
perché anche noi riviviamo.

Insegnaci a sperare, insegnaci ad amare,
insegnaci a lodare Iddio.
Insegnaci a pregare, insegnaci la via,
insegnaci tu l’unità.

 

 

RITI D’INIZIO

 

 

P       Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo

T       Amen.

P       Benediciamo il Padre che ci ha fatti suoi figli e figlie nell’acqua e nello Spirito

per rinnovare il volto della terra.

 

C       Benediciamo il Signore, a lui onore e gloria nei secoli

T       Benediciamo il Signore, a lui onore e gloria nei secoli

P       Benediciamo il Figlio che ha effuso lo Spirito su apostoli e discepoli

per inviarli a evangelizzare tutta la terra.

T       Benediciamo il Signore, a lui onore e gloria nei secoli

P       Benediciamo lo Spirito di amore e forza che dà ai credenti il coraggio della testimonianza evangelica.

T       Benediciamo il Signore, a lui onore e gloria nei secoli

P       Cari fratelli e sorelle, il tema di questa veglia ci ricorda come lo Spirito Santo soffi su tutti, ma abbia su ciascuno un progetto che si addice alla singola creatura. I brani biblici ed il magistero di papa Francesco ci aiuteranno appunto a riflettere e pregare per il sacerdozio battesimale, le chiamate alla vita consacrata ed il ministero petrino che regge la Chiesa. Le testimonianze di suor Maria Domenica e di don Arrigo saranno ulteriori, preziosi tasselli per comprendere ciò che lo Spirito opera in coloro che gli lasciano spazio.

P       Preghiamo.

Ascolta, o Dio, la tua Chiesa

unita in concorde preghiera in questa santa veglia

a compimento della Pasqua perenne;

scenda sempre su di essa il tuo Spirito,

perché illumini la mente dei fedeli

e tutti i rinati nel Battesimo

siano nel mondo testimoni e profeti.

Per Cristo nostro Signore.

T       Amen.

PRIMO MOMENTO

Lo Spirito su… tutti: il sacerdozio battesimale

 

 

L       Dagli Atti degli Apostoli

8, 35-39

In quei giorni, Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c’era acqua e l’eunuco disse: «Ecco qui c’è acqua; che cosa mi impedisce di essere battezzato?». Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eunuco, ed egli lo battezzò. Quando furono usciti dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino.

 

           

L       Dal messaggio di papa Francesco per la 56ma giornata mondiale di preghiera per le vocazioni

 

Penso anzitutto alla chiamata alla vita cristiana, che tutti riceviamo con il Battesimo e che ci ricorda come la nostra vita non sia frutto del caso, ma il dono dell’essere figli amati dal Signore, radunati nella grande famiglia della Chiesa. Proprio nella comunità ecclesiale l’esistenza cristiana nasce e si sviluppa, soprattutto grazie alla Liturgia, che ci introduce all’ascolto della Parola di Dio e alla grazia dei Sacramenti; è qui che, fin dalla tenera età, siamo avviati all’arte della preghiera e alla condivisione fraterna. Proprio perché ci genera alla vita nuova e ci porta a Cristo, la Chiesa è nostra madre; perciò, dobbiamo amarla anche quando scorgiamo sul suo volto le rughe della fragilità e del peccato, e dobbiamo contribuire a renderla sempre più bella e luminosa, perché possa essere testimonianza dell’amore di Dio nel mondo.

Salga a te Signore l’inno della Chiesa,

l’inno della fede che ci unisce a te.

Sia gloria e lode alla Trinità,

santo santo santo per l’eternità.

 

Una è la fede una la speranza,

uno è l’amore che ci unisce a te.

L’universo canta lode a te, Gesù,

gloria al nostro Dio, gloria a Cristo Re.

 

Fonte d’acqua viva per la nostra sete,

fonte di ogni grazia per l’eternità.

Cristo, uomo e Dio, vive in mezzo a noi,

egli nostra via vita e verità.

      Preghiamo.

A chi, per la forza della tua grazia

e per l’azione trasformante dello Spirito santo

è interiormente rinato nel battesimo,

dona, o Padre,

di vivere senza pentimenti e senza stanchezza

come figlio del regno dei cieli.

Per Cristo nostro Signore.

T       Amen.

 

 

 

SECONDO MOMENTO

Lo Spirito su… alcuni: i ministeri ecclesiali

 

L       Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinti

12,4-11

Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole.

.

L       Dalla sintesi conclusiva della due giorni diocesana di Triuggio del marzo scorso

A Triuggio, tutti insieme, laici e presbiteri con il nostro vescovo, abbiamo vissuto una relazione fraterna, acquisendo la consapevolezza di essere sullo stesso piano, pur nel rispetto dello specifico ministero di ognuno. Questo ha fatto nascere il desiderio di vivere le nostre parrocchie come luoghi in cui far crescere una compartecipazione sempre più matura in vista di una vera e piena corresponsabilità di tutti i fedeli, eredità del Vaticano II non ancora pienamente recepita. Abbiamo riflettuto su una Chiesa fondata sull’annuncio della Buona Novella. Una Chiesa che riconosce dignità di soggetto a ciascuna condizione di vita, ognuna portata – secondo gli specifici carismi – ad annunciare il Cristo risorto. Una Chiesa in cui ciascuno, in una logica di corresponsabilità, porta la sua croce. Serve rivedere le dinamiche partecipative: da unidirezionale a pluridirezionali. Come si fa a discernere insieme? Come essere una chiesa sinodale? Valorizzando i carismi, chiamando in causa, imparando a costruire insieme, ripensando la presidenza verso una leadership trasformativa e compartecipata.

Eccomi, eccomi!

Signore io vengo.

Eccomi, eccomi!

Si compia in me la tua volontà.

Il sacrificio non gradisci,

ma m’hai aperto l’orecchio,

non hai voluto olocausti,

allora ho detto: Io vengo!

Sul tuo libro di me è scritto:

Si compia il tuo volere.

Questo, mio Dio, desidero,

la tua legge è nel mio cuore.

La tua giustizia ho proclamato,

non tengo chiuse le labbra.

Non rifiutarmi Signore,

la tua misericordia.

Testimonianza di suor Maria Domenica

      Preghiamo.

Dio onnipotente,

concedi alla tua Chiesa

di esser sempre fedele alla sua vocazione

di popolo radunato

dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,

per manifestarsi al mondo

come segno di santificazione e di comunione,

e condurre gli uomini alla pienezza del tuo amore.

Per Cristo nostro Signore.

T       Amen.

TERZO MOMENTO

Lo Spirito su… Uno: il servizio della comunione

 

 

L       Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini

4,11-16

Fratelli, è il Signore che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo. Questo affinché non siamo più come fanciulli sballottati dalle onde e portati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore. Al contrario, vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben compaginato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità.

L       Dall’introduzione al Rito delle Ordinazioni

 

Il rilievo dato alla funzione ministeriale non deve oscurare la sua relazione essenziale con la persona del Cristo servo, capo e pastore, sacerdote e maestro. Il ministero è segno e strumento dell’unico Salvatore, Cristo Gesù, e in suo nome parla e agisce al servizio del popolo. Cristo ha chiamato gli uomini a collaborare alla sua opera di salvezza e con essi continua, mediante lo Spirito presente nella Chiesa, la sua azione illuminatrice e santificatrice. Ciò appare con il massimo di chiarezza nei sacramenti: i gesti sacramentali posti dal ministro sono azioni personali del Cristo risorto. E anche l’annuncio della Parola è rivestito dell’autorità del Signore. I vescovi, i presbiteri e i diaconi sono in modo particolare configurati a lui dal segno del carattere indelebilmente impresso nelle loro persone e sono impegnati a realizzare una unione sempre più intima con lui come suoi strumenti nella grande opera di salvezza. La piena dedizione dei ministri in un servizio costante e disinteressato, aiuta tutta la Chiesa a maturare una coscienza ministeriale e a esprimere dal suo seno altri servizi per l’espansione del regno di Dio.

 

 

Gloria a te, Cristo Gesù,

oggi e sempre tu regnerai!

Gloria a te! Presto verrai:

sei speranza solo tu!

 

Sia lode a te! Vita del mondo,

umile Servo fino alla morte,

doni alla storia nuovo futuro.

Solo in te pace e unità!

Amen! Alleluia!

 

Sia lode a te! Grande Pastore,

guidi il tuo gregge per vie sicure

alle sorgenti dell’acqua viva.

Solo in te pace e unità!

Amen! Alleluia!

 

 

Testimonianza di don Arrigo (audio)

 

 

 

SUPPLICA

P       Trascorsi i giorni dell’antica Pentecoste scese dal cielo sugli apostoli lo Spirito consolatore. Il suo vento impetuoso spinga la nostra Chiesa, – pastori e fedeli -, per le strade del mondo al servizio dell’uomo.

Solista        Soffio di vita, forza di Dio: vieni, Santo Spirito!

Tutti  Soffio di vita, forza di Dio: vieni, Santo Spirito!

L       Spirito, luce e guida del popolo di Dio,

rendi salda la fede nella Chiesa cremonese.

Spirito di fraternità,

fa’ fiorire in mezzo a noi vocazioni, carismi e ministeri.

Spirito, fuoco che fondi in unità,

donaci presbiteri e diaconi,

capaci di spezzare al tuo popolo il pane della Parola.

Spirito, voce dei profeti,

dona entusiasmo a genitori, catechisti ed educatori

per evangelizzare ancora la città degli uomini.

Spirito dell’amore,

infiamma chi serve i fratelli

e lavora per la fraternità tra gli uomini.

Spirito di riconciliazione,

educa i popoli alla pace e alla concordia.

Spirito della vita,

dona a tutti noi speranza nel domani

e ai defunti la gioia della risurrezione.

P       Ora, insieme, come popolo di Dio, fratelli e sorelle che vivono e testimoniano la loro fede in questa porzione di umanità, alziamo mani e voce al Dio della storia che sa di che cosa abbiamo bisogno, perché il suo regno cresca nel cuore di ogni uomo. Osiamo cantare:

         Padre nostro.

P       Padre Santo,

fa’ che la tua Chiesa, fedele alla sua missione,

condivida sempre le gioie e le speranze dell’umanità

e si riveli come lievito e anima del mondo,

per rinnovare in Cristo la comunità dei popoli

e trasformarli nella tua famiglia.

Per Cristo nostro Signore.

T       Amen.

CONCLUSIONE

P       Il Signore sia con voi.

T       E con il tuo spirito.

P       Vi benedica Dio onnipotente,

Padre e Figlio e Spirito Santo,

T       Amen.

P       Andate in pace. Alleluia, alleluia.

T       Rendiamo grazie a Dio. Alleluia, alleluia.

Gloria a te, Cristo Gesù,

oggi e sempre tu regnerai!

Gloria a te! Presto verrai:

sei speranza solo tu!

 

Sia lode a te! Tutta la Chiesa,

celebra il Padre con la tua voce,

e nello Spirito canta di gioia.

Solo in te pace e unità!

Amen! Alleluia!

Gli animatori della città in preghiera in vista del grest

E’ stata la parrocchia della “Beata Vergine di Caravaggio” ad ospitare la tradizionale preghiera di inizio grest per gli animatori di tutta la città di Cremona. Ecco la scheda della serata e qualche immagine.

Preghiera per gli animatori all’inizio del grest – Lunedì 3 giugno 2019

Canto iniziale “Invochiamo la Tua presenza” (dal video):  https://www.youtube.com/watch?v=NEqW4Dp0jrM

Don Michele: Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Assemblea: Amen

Don Matteo: la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

Assemblea: E con il tuo Spirito.

Voce guida (don Davide): la preghiera di questa sera serve non solo a ricordarci che la fede è l’aspetto più importante del nostro grest, ma anche a salutare e ad accompagnare don Michele e don Matteo nella loro nuova avventura, ringraziandoli al tempo stesso per l’importante contributo alla pastorale giovanile cittadina di questi anni. Come i temi delle settimane di grest, vivremo quattro brevi momenti, ciascuno scandito da una lettura biblica ed un breve filmato, che ci ricorderanno come Dio chiami anche attraverso le esperienze di volontariato al servizio dei più giovani.

Voce guida: Recitiamo il salmo a cori alterni, maschi e femmine (Dal SALMO 138)

Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo.

Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo.

Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua  e tu, Signore, già la conosci tutta.

Alle spalle e di fronte mi circondi  e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo.

Se tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre.
Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.

Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra.

Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno.

Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio! Se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora.

Scrutami, Dio, e conosci il mio cuore, provami e conosci i miei pensieri: vedi se percorro una via di menzogna e guidami sulla via della vita.

(legge don Matteo) Prima settimana: Abramo (la fiducia accordata a noi e la nostra fiducia in chi ci guida) (Gn 12, 1-4)

Dal libro della Genesi. 1Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. 2Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. 3Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra».4Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.

Filmato 1: una suora racconta un’esperienza di grest alla luce della fede. http://www.lasettimanalivorno.it/un-grest-una-sfida-per-i-giovani-animatori-una-bellissima-esperienza-san-benedetto-ha-concluso-loratorio-estivo/

(legge don Michele) Seconda settimana: Giona (il coraggio di intraprendere un cammino diverso dai nostri progetti) Giona 3

Dal libro di Giona 1 Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: 2 «Alzati, va’ a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò». 3 Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. 6 Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. 8 Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?». 10 Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Filmato 2: la vita prima e dopo la conversione https://www.youtube.com/watch?v=RQvFJf5uSvc;

(legge un’animatrice) Terza settimana: Maria (il coraggio della disponibilità) Luca 1,26-33

Dal Vangelo di Luca. 26 Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28 Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29 A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30 L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32 Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

L’arte di mettere le proprie capacità al servizio degli altri: testimonianza del mago Flip.

Mattia Bidoli in arte Flip, è un prestigiatore professionista, campione del mondo di Street magic nel 2015. Da oltre tredici anni porta la sua magia in giro per ospedali, orfanotrofi, campi profughi, carceri, zone di guerra come inviato di associazioni non governative.

(Legge don Michele). Preghiamo. Fa’, o Signore, che anche nel tempo del Grest possiamo riconoscere ed assecondare le Tue piccole e grandi chiamate quotidiane, perché su di noi e sui ragazzi che ci sono affidati possiamo sperimentare la bellezza del tuo progetto. Aiutaci, nel nostro piccolo, con lo spirito delle testimonianze che abbiamo ascoltato, a portare fede e gioia evangelica ai bambini del grest. Per Cristo nostro Signore.

Benedizione finale (don Matteo) Il Signore sia con voi.

Assemblea: E con il tuo Spirito

Don Matteo: Vi benedica Dio onnipotente, che è Padre, Figlio e Spirito Santo.

Assemblea: Amen

Don Matteo: nel nome del Signore, andate in pace.

Assemblea: rendiamo grazie a Dio

 

Canto finale (dal video) “Soffierà”

               

56ma giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, una riflessione

Ecco una riflessione di don Davide, apparsa su “Avvenire” di domenica 12 maggio, in occasione della 56ma giornata mondiale di preghiera per le vocazioni.

La giornata mondiale di preghiera per le vocazioni è una occasione preziosa per pregare, appunto, ma anche per riflettere sulle dinamiche della chiamata. Per comprendere tali dinamiche, occorre seguirne l’ordine di manifestazione, tenendo conto cioè di chi inizia l’opera, chi ne compie la parte maggiore e chi, più modestamente, ricopre il ruolo di gregario, aiutante o, in linguaggio più nobile, di facilitatore.

Stando così le cose, siccome è Dio a chiamare, la prima indicazione per noi cristiani ci spinge verso l’adorazione, la contemplazione e, appunto, la preghiera. La preghiera per le vocazioni è infatti, innanzi tutto, una constatazione di quest’opera di Dio e un allinearci ad essa. Il gradino successivo consiste nel rispetto e nella “simpatia”, possibilmente sostenuti da un aiuto concreto, verso tutto ciò che favorisce una accoglienza positiva della chiamata.

Questa è precisamente la linea di condotta scelta dal Centro Diocesano Vocazioni di Cremona, che fa della collaborazione con sacerdoti, parrocchie ed oratori il suo punto focale. Quindi, riepilogando, è appunto Dio che prende l’iniziativa, la pastorale ordinaria (parrocchie e oratori) rema nella stessa direzione e la pastorale vocazionale si propone un po’ come il lievito, o il sale, che, quando se ne ravvisa la necessità, aggiunge qualcosa che permette al lavoro fatto in precedenza di essere ancora più fecondo.

Un terzo livello, ed è quello che è attualmente in fase di gestazione per il prossimo anno pastorale in un ambito più propositivo, ė il tentativo di creare situazioni e occasioni nuove, cioè di rimescolare il terreno in maniera più radicale perché nuovi accostamenti possano favorire lo scoccare della scintilla vocazionale. Si tratta, in concreto, di proporre settimane residenziali per adolescenti, con spunti spirituali solidi e al tempo stesso fruibili da ragazzi delle superiori.

Due poli della diocesi, la casa parrocchiale del Migliaro in città e la casa parrocchiale di Dosimo, sono in fase avanzata di attivazione e ospiteranno, a cominciare da ottobre, gruppetti di 5-6 ragazzi che, frequentando la scuola al mattino e ritrovandosi per pasti, compiti, condivisione e pernottamenti, dal lunedì al giovedì, 4 giorni al mese per 4-5 mesi, saranno aiutati a comprendere cosa Dio suggerisce loro per una vita cristiana più solida e completa, indipendentemente dalla chiamata “specifica” che caratterizzerà poi, più avanti, ciascuno di loro.

Chiediamo a tutti i cristiani, in vista della giornata mondiale di preghiera, di ricordarsi anche di questo tentativo in atto, e ai sacerdoti, nel caso individuino qualche ragazzo / a che potrebbe aderire alla proposta, di fargliela presente. La parte più grande del lavoro, come sempre, la svolgerà comunque il Signore. Questa giornata di preghiera può essere anche l’occasione per ringraziarlo in anticipo.

Don Davide Schiavon a nome dell’équipe diocesana del CDV.

Casalbuttano, i giovani e la chiamata di Dio

Ecco il testo della riflessione che, nella sera di sabato 11 maggio, ha visto impegnati i giovani del gruppo parrocchiale insieme ai due don Davide (Pezzali, vicario, e Schiavon, del CDV).

Casalbuttano, sabato 11 maggio 2019

Il “richiamo” di Dio: minaccia da temere, o chance da cogliere?

 

TEMI:                                                   Accettare che il nostro progetto possa intrecciarsi con quello di Dio

Mettere d’accordo le nostre propensioni con i suggerimenti di Dio

Le richieste di Dio VS le nostre aspirazioni: c’è un punto di contatto?

I nostri desideri:

  • Felicità
  • Realizzazione
  • Relazioni
  • Benessere
  • Costruire qualcosa di solido

La parola di Dio: Mt 19

21 Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». 22 Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni.

I desideri di Dio su di noi:

  • Non sprecare la vita
  • Essere felici in Sua compagnia
  • Curarci dei nostri fratelli e mettersi nei loro panni
  • Non lasciarci imbrogliare da proposte ingannevoli
  • Fare in modo che non abbiamo paura di puntare in alto, di “rischiare forte” per ottenere molto
  • Convincerci che questi obiettivi possiamo ottenerli solo con Lui e grazie a Lui

 

Le nostre domande:

  • C’è un ponte tra questi due ordini di desideri? Sì, la nostra umiltà.
  • C’è un potenziale ostacolo? Sì, la presunzione dell’autosufficienza.
  • C’è un sistema per mantenere la prima ed evitare la seconda?                                        Sì, essere onesti con noi stessi e guardare la vita per com’è davvero.
  • I vantaggi (i pro) della proposta di Dio: la felicità la otterremo
  • Gli “svantaggi” (i contro): non potremo attribuircene tutti i meriti. Saremo felici da figli, non da padreterni. Quello lasciamolo fare a Lui.

 

Gli “alleati” per vivere nella verità

  • La Bibbia
  • La Messa
  • La preghiera
  • I sacramenti

 

I “nemici” del vivere nella verità

  • Un’assolutizzazione delle nostre capacità
  • L’idolatria dell’uomo slegato da Dio
  • L’illusione di onnipotenza data dalla tecnologia
  • L’individualismo esasperato che taglia le relazioni umane.

Il dilemma finale:

Una “felicità” apparente costruita in autonomia, oppure quella vera condivisa con Dio?

Per qualche spunto ulteriorewww.vocazionicremona.it; parole chiave: fede; vocazione; catechismo; preghiera; youcat; docat (catechismi per i giovani)