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Casalbuttano, i giovani e la chiamata di Dio

Ecco il testo della riflessione che, nella sera di sabato 11 maggio, ha visto impegnati i giovani del gruppo parrocchiale insieme ai due don Davide (Pezzali, vicario, e Schiavon, del CDV).

Casalbuttano, sabato 11 maggio 2019

Il “richiamo” di Dio: minaccia da temere, o chance da cogliere?

 

TEMI:                                                   Accettare che il nostro progetto possa intrecciarsi con quello di Dio

Mettere d’accordo le nostre propensioni con i suggerimenti di Dio

Le richieste di Dio VS le nostre aspirazioni: c’è un punto di contatto?

I nostri desideri:

  • Felicità
  • Realizzazione
  • Relazioni
  • Benessere
  • Costruire qualcosa di solido

La parola di Dio: Mt 19

21 Gesù gli disse: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi ciò che hai e dàllo ai poveri, e avrai un tesoro nei cieli; poi, vieni e seguimi». 22 Ma il giovane, udita questa parola, se ne andò rattristato, perché aveva molti beni.

I desideri di Dio su di noi:

  • Non sprecare la vita
  • Essere felici in Sua compagnia
  • Curarci dei nostri fratelli e mettersi nei loro panni
  • Non lasciarci imbrogliare da proposte ingannevoli
  • Fare in modo che non abbiamo paura di puntare in alto, di “rischiare forte” per ottenere molto
  • Convincerci che questi obiettivi possiamo ottenerli solo con Lui e grazie a Lui

 

Le nostre domande:

  • C’è un ponte tra questi due ordini di desideri? Sì, la nostra umiltà.
  • C’è un potenziale ostacolo? Sì, la presunzione dell’autosufficienza.
  • C’è un sistema per mantenere la prima ed evitare la seconda?                                        Sì, essere onesti con noi stessi e guardare la vita per com’è davvero.
  • I vantaggi (i pro) della proposta di Dio: la felicità la otterremo
  • Gli “svantaggi” (i contro): non potremo attribuircene tutti i meriti. Saremo felici da figli, non da padreterni. Quello lasciamolo fare a Lui.

 

Gli “alleati” per vivere nella verità

  • La Bibbia
  • La Messa
  • La preghiera
  • I sacramenti

 

I “nemici” del vivere nella verità

  • Un’assolutizzazione delle nostre capacità
  • L’idolatria dell’uomo slegato da Dio
  • L’illusione di onnipotenza data dalla tecnologia
  • L’individualismo esasperato che taglia le relazioni umane.

Il dilemma finale:

Una “felicità” apparente costruita in autonomia, oppure quella vera condivisa con Dio?

Per qualche spunto ulteriorewww.vocazionicremona.it; parole chiave: fede; vocazione; catechismo; preghiera; youcat; docat (catechismi per i giovani)

Casalbuttano, gli adolescenti e la vocazione

Il gruppo adolescenti dell’oratorio di Casalbuttano, nella sera di domenica 25 marzo, si sono confrontati sul tema del senso della vita e di come costruire qualcosa di positivo. Ecco lo spunto di riflessione.

Casalbuttano, incontro con le superiori, domenica 25 marzo 2018

A cosa serve la vita? Come costruirla?

  • A divertirsi
  • A riempirla di tante cose
  • A capire meglio il mondo
  • A fare del bene al mondo
  • A dimostrare qualcosa, a se stessi o agli altri
  • A stabilire dei record
  • A riposarsi
  • A voler bene a qualcuno
  • A costruire qualcosa
  • A lasciare un segno di sé per la posterità.
  • A essere contenti di esistere e ringraziare per questo motivo.

Ora cerchiamo di capire come la pensa l’autore di questa poesia:

“If” by Rudyard Kipling  “Se” di Rudyard Kipling
If you can keep your head when all about you
Are losing theirs and blaming it on you;
If you can trust yourself when all men doubt you,
But make allowance for their doubting too:
If you can wait and not be tired by waiting,
Or being lied about, don’t deal in lies,
Or being hated, don’t give way to hating,
And yet don’t look too good, nor talk too wise;If you can dream—and not make dreams your master;
If you can think—and not make thoughts your aim,
If you can meet with Triumph and Disaster
And treat those two impostors just the same:
If you can bear to hear the truth you’ve spoken
Twisted by knaves to make a trap for fools,
Or watch the things you gave your life to, broken,
And stoop and build ‘em up with worn-out tools;If you can make one heap of all your winnings
And risk it on one turn of pitch-and-toss,
And lose, and start again at your beginnings
And never breathe a word about your loss:
If you can force your heart and nerve and sinew
To serve your turn long after they are gone,
And so hold on when there is nothing in you
Except the Will which says to them: “Hold on!”

If you can talk with crowds and keep your virtue,
Or walk with Kings—nor lose the common touch,
If neither foes nor loving friends can hurt you,
If all men count with you, but none too much:
If you can fill the unforgiving minute
With sixty seconds’ worth of distance run,
Yours is the Earth and everything that’s in it,
And—which is more—you’ll be a Man, my son!

Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo pero’ considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all’odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c’è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: “Tenete duro!”

Se saprai parlare alle folle senza perdere la tua virtu’,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona contera’, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sara’ la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!

Per riflettere.

In questa fase della tua vita…

  • Ti senti utile o sprecato?
  • Le tue energie ti sembrano ben utilizzate?
  • Stai lavorando per te stesso? Per gli altri? Per qualcosa di più grande?
  • Ti sembra che i tuoi obiettivi siano abbastanza “sfidanti”? Possono tenerti impegnato a lungo, oppure pensi si esauriranno presto?
  • Ti viene mai voglia di trovare qualcosa di tanto grande e tanto “giusto” da essere in grado di tirar fuori il meglio di te?

 

Ora paragoniamo la nostra vita alla costruzione di un edificio e mettiamo a confronto varie strategie:

  • Cominciare da una capanna, mettendo insieme un po’ di rami e un po’ di foglie. Quando non andrà più bene, la butteremo giù a penseremo al da farsi
  • Partiamo costruendo una baracca in legno. Potrebbe anche bruciare, ma non è troppo difficile da costruire ed il tetto è già più solido.
  • Prendiamo un appartamento in affitto. L’affitto è salato, la casa non è nostra, ma siamo liberi di trasferirci altrove quando vogliamo.
  • Costruiamo una casa nostra, partendo dalle fondamenta. Un amico fidato ha detto che ci dà una mano, sia per i materiali, che per la manodopera. E’ un lavoro più lungo e faticoso, ma poi sarà nostra per sempre e il nostro amico, ingegnere edile, ci garantisce che è antisismica e, per le manutenzioni, ci aiuterà lui.

 

  1. A cosa assomiglia la capanna?
  2. Cosa ti fa venire in mente la baracca in legno?
  3. E l’appartamento in affitto?
  4. A chi paragoneresti l’amico ingegnere?
  5. Quali sono i “mattoni” della casa in muratura?
  6. L’uomo della poesia “If”, che si impegna a costruire una casa in muratura, che cosa ha in comune con l’esempio numero 4 della nostra rassegna? Che cosa c’è di simile? E cosa di differente?

La casa costruita sulla roccia (MT 7, 21-27)

21 Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? 23 Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità. 24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

 

 

E tu, nella tua vita, che abitazione desideri?